Non solo hard skill, il futuro degli acquisti è il fattore umano

Tecnologia, conoscenze e competenze sono le tre caratteristiche che un ufficio acquisti deve categoricamente possedere per poter mostrare il proprio valore e per potersi sedere al tavolo delle decisioni. Il collante tra tutti questi elementi imprescindibili è il fattore umano, la vera marcia in più che ogni funzione procurement dovrebbe dimostrare di avere. 

Secondo Efficio la funzione deve dimostrare di essere rilevante e deve attuare un cambiamento nel modo in cui viene percepito a livello aziendale, da qualcosa di “imposto” a qualcosa di “fondamentale” per il business. Questa necessità di cambiamento nel modello operativo del procurement viene confermata dal 53% degli intervistati dalla società di consulenza, che afferma di aver apportato delle modifiche negli ultimi 12 mesi. 

Il cambiamento non deve essere solo “strutturale” ma deve mirare a raddoppiare l’efficacia della funzione, concentrandosi sulle attività giuste, prendendo decisioni migliori e nel minor tempo. 

I tre elementi essenziali del procurement di domani

Tecnologia

Il procurement del futuro farà affidamento su tecnologie che possano automatizzare i processi e che forniscano informazioni per accelerare la presa delle decisioni. Il vero potenziale della tecnologia risiede nei dati che vanno sfruttati per agevolare il processo decisionale. In questo modo si crea un valore che l’automazione non può dare e gli acquisti si possono concentrare sugli aspetti e sulle attività che giudicano più redditizie.

Informazioni

La tecnologia per essere efficace deve fornire informazioni accurate e ordinate che siano utili per il decision making. Si creerà così un circolo virtuoso in cui tecnologia e informazioni accurate saranno una la conseguenza dell’altra e sempre più persone si rifaranno a questo modello. 

Competenze

L’accesso alle competenze sia per sfruttare la tecnologia sia per leggere le informazioni prodotte dalla stessa è il terzo pilastro fondamentale per avviare il cambiamento nella funzione. Il tutto per poter dialogare con i stakeholder interni ed esterni, parlando il linguaggio dell’azienda e non quello del procurement. I professionisti del settore, si esprimono nel loro gergo incentrato sui processi ma devono imparare a mettere il cliente prima di tutto, a parlare ai clienti interni con un linguaggio che questi possano capire. 

La funzione del futuro deve dunque dotarsi di “un modello operativo che permetta questo cambiamento ovvero il ricorso a una tecnologia che metta nelle condizioni di prendere decisioni basate sui dati e di far leva sulle competenze di una nuova forza lavoro altamente qualificata”. Per raggiungere questo obiettivo sono necessari due ulteriori elementi: soft skill e alfabetizzazione digitale

Alfabetizzazione digitale: a che punto siamo?

Nonostante le promesse della tecnologia, Efficio mette in luce che molte organizzazioni hanno sprecato le opportunità di trasformazione che essa comporta

A quanto risulta, la maggior parte di coloro che si occupano di procurement non hanno realmente percepito il valore della digitalizzazione. Una delle principali cause di questa mancanza, secondo i professionisti del settore, sarebbe da attribuire a processi e competenze non in linea  con le tecnologie di supporto al procurement mentre il 24% e il 15% del campione rispettivamente intravedono come altri possibili motivi le aspettative errate e la mancanza di talenti adeguati

La carenza di competenze digitali è sicuramente uno degli aspetti più trascurati che può trasformarsi in una duplice problematica: la mancanza di competenze per svolgere le mansioni strategiche in cui la tecnologia non subentra da una parte, la scarsa alfabetizzazione digitale che pregiudica gli investimenti tecnologici, dall’altra. Questo fa capire che chi si occupa di acquisti non può non conoscere le basi del funzionamento dei diversi strumenti tecnologici;questo  anche perché, nel momento in cui dovranno scegliere che investimenti effettuare, dovranno conoscere che benefici e aspettative ottenere dalla propria decisione. Come afferma lo stesso report infatti “senza i giusti investimenti e le giuste aspettative la digitalizzazione è quasi certamente destinata a fallire.”

Ancora prima degli acquisti però, è essenziale comprendere e prevedere l’impatto della trasformazione digitale sui propri collaboratori. Uno dei problemi principali che potrebbe verificarsi è la mancanza delle soft skill per sfruttare al meglio il tempo a disposizione. Il procurement di un’azienda prima di tutto  deve capire fin da subito quali saranno i parametri usati in futuro, decidere quale tecnologia sfruttare per il successo, indagare i possibili impatti sul team ed eventualmente procedere con una formazione di nuove competenze oppure pensare all’onboarding di esterni che già le possiedano.  Il 76% degli intervistati dichiara di aver adottato misure per reclutare i talenti necessari e colmare le lacune a livello di competenze della funzione Procurement.

Le soft skill per riposizionare e valorizzare gli acquisti

Le competenze trasversali non vengono di certo insegnate nella formazione tradizionale e, nel tempo, con la maggiore accuratezza dei dati su prodotti e mercati sarà fondamentale la capacità di interpretazione e applicazione delle conoscenze. La metà degli intervistati della survey le ritengono “molto importanti” anche se sono difficili da misurare e verificare e che non vengono di norma insegnate nel contesto degli acquisti. Impararle però è molto semplice e la credenza che siano “innate” non è del tutto vero. 

Tra le soft skill più importanti per i futuri talenti del procurement si trovano:

 

  • Capacità di influenzare e guidare
  • Coraggio di mettere in discussione il pensiero convenzionale
  • Innovazione, creatività e problem-solving
  • Integrità finalizzata ad accettare la responsabilità
  • Flessibilità e agilità nella gestione dei cambiamenti in atto
  • Determinazione e orientamento ai risultati
  • Capacità di analizzare i dati e individuare i dettagli
  • Consapevolezza, pianificazione e monitoraggio della strategia
  • Capacità di pensare a lungo termine e gestire le complessità
  • Capacità di collaborare internamente ed esternamente
  • Consapevolezza culturale e capacità di adattamento
  • Capacità di instaurare relazioni e risolvere conflitti

 

Le competenze trasversali devono diventare parte integrante della formazione ma dovranno anche essere praticate e perfezionate in maniera costante nel contesto dello sviluppo professionale. La tecnologia non basta se non abbinata a professionisti competenti. Il modello operativo del procurement del futuro richiederà sempre di più soft skill, creatività, capacità di leadership e mentalità da investitore, insomma un profilo di competenze del tutto nuovo. In poche parole, la soluzione è puntare sul fattore umano.