Un whitepaper firmato da Procurement Leader in collaborazione con GEP indaga la connessione tra lo sviluppo improvviso degli e-commerce e la necessità del procurement di stare al passo con i cambiamenti in atto. Tutti noi ricordiamo che a marzo 2020 fare acquisti online era l’unica possibilità per i consumatori per la spesa, articoli di prima necessità ecc.
A maggio 2020 il 30% delle vendite al dettaglio avveniva online e i servizi di consegna e imballaggi di facile utilizzo sono aumentati senza precedenti proprio perché le persone nell’ultimo anno hanno constatato la semplicità e convenienza dell’e-commerce e della logistica inversa associata. Dall’altra parte l’esperienza online comporta anche diverse implicazioni per le catene di approvvigionamento, le funzioni di procurement e le aziende in generale:
- i costi per il risparmio di rivenditori e produttori aumenteranno per adattare sistemi, infrastrutture e i prodotti esistenti all’e-commerce.
- i magazzini dovranno essere riconfigurati per l’attività di raccolta e imballaggio per i consumatori e non più solo per i grossisti, distributori e punti vendita.
- gli imballaggi e le confezioni dovranno essere facilmente utilizzabili e prevedere la consegna tramite commercio elettronico.
- le aziende dovranno modificare i propri sistemi informativi end-to-end per fornire al consumatore la visibilità sulla posizione dei propri ordini.
- nasceranno nuovi punti di prelievo in cui raccogliere gli ordini e le aziende dovranno attrezzarsi per offrire la consegna all’ultimo miglio e capacità di logistica inversa.
Il procurement deve essere agile e resiliente per gestire la transizione verso l’economia digitalizzata
Se l’impatto dell’aumento del commercio elettronico dei consumatori sulla catena di fornitura in uscita è impegnativo, l’impatto sulle catene di approvvigionamento e sulle organizzazioni di approvvigionamento non è meno sfidante. Se non riesci a consegnare nel mondo B2B, hai infastidito un cliente ma se fallisci nell’ambiente B2C, il danno al marchio potrebbe estendersi a centinaia. Le piccole spedizioni a singoli consumatori diventano un banco di prova per i marchi che dovranno affrontare aspettative sempre maggiori. Oggi l’attenzione deve essere posta sulla resilienza, visibilità della catena di fornitura e continuità aziendale anche se a monte l’approvvigionamento sta diventando difficile a causa del Covid-19, guerre commerciali, reshoring, instabilità politica e Brexit.
Saranno essenziali allora non tanto le competenze tecniche ma quelle trasversali come saper costruire relazioni, navigare nell’incertezza e il pensiero strategico. L’improvviso passaggio all’e-commerce richiede che concetti come volatilità, incertezza, complessità e ambiguità dovranno inserirsi nella tecnologia, flussi di lavoro e persone.
5 cose che il procurement deve fare adesso per adattarsi all’e-commerce
Mantenere informati i consumatori
Dopo aver effettuato un ordine di e-commerce, i consumatori vogliono conoscere lo stato di spedizione e l’avanzamento della catena di fornitura in uscita. Importante è pensare allo sviluppo dei sistemi informativi necessari.
Focus sulle esigenze del cliente e non sui costi
Coinvolgere i fornitori
Resilienza e agilità contano più che mai. La trasparenza è importante, così come i fornitori che ti potranno consentire di muoverti rapidamente quando è fondamentale farlo.
Abbracciare il cambiamento
Non lasciarti vincolare da presupposti antiquati e dai paradigmi di ieri
Assicurarsi che l’azienda abbia i giusti fondamenti digitali
Molte aziende dovrebbero avere una strategia e un’infrastruttura digitale, se non ce l’hanno devono recuperare.