Il World Payments Report 2019 di Capgemini parla chiaro: i pagamenti non cash vanno per la maggiore ma le banche sono prudenti nel condividere dati.
Pagamenti cashless e banche
Un trend inarrestabile quello del digital che ha inglobato anche il settore dei pagamenti. Secondo il World Payments Report di Capgemini infatti il non-cash cresce ogni anno del 14%, una percentuale guidata dai paesi in via di sviluppo e dall’Asia. Il settore si trova ad affrontare questo cambiamento dal un punto di vista tanto normativo quanto di customer experience. L’Open Banking è ormai una realtà ma molto istituti di credito non sono disposti a lasciarsi conquistare, complice la resistenza a condividere dati, partnership e piattaforme aperte. L’analisi si basa sul Payments Open Banking Assessment (la panoramica sull’Open Banking dal punto di vista dei pagamenti in 18 mercati), su un sondaggio online partito a giugno 2019 e interviste a dirigenti.
Transazioni digitali: la situazione
L’analisi Capgemini ha evidenziato come l’aumento dei pagamenti digitali sia costantemente in crescita in alcuni paesi in particolare: i mercati in via di sviluppo come l’Asia (+32%) e i paesi dell’Europa Centrale, Medio Oriente e Africa (+19%). Si stima inoltre che, entro il 2022, le transizioni digitali a livello globale culmineranno a 1.046 miliardi. Nonostante questa svolta promettente verso l’innovazione digitale, molte banche non sembrano coglierne il lato positivo.
Tra le azioni di Open Banking intraprese da quest’ultime,solo quelle richieste dalle autorità di regolamentazione e nulla di più in quanto non rappresenterebbero per loro un plus né per la fidelizzazione del cliente né per differenziarsi dai competitor.
I dati del World Payments Report 2019
Come già evidenziato in precedenza, sono i paesi in via di sviluppo a trainare i pagamenti non cash con un tasso di crescita annuale del 23,5% tra il 2017 e il 2022. Nel 2017 infatti questi paesi hanno rappresentato il 35% della crescita globale, una percentuale che nei prossimi tre anni arriverà al 50%. La top 3 dei paesi è composta da Russia (+40%), India (+39%) e Cina (+39%).
Completamente inversa la situazione nei mercati maturi come Nord America ed Europa in cui la crescita è stabile al 7%. Per quanto riguarda gli strumenti di pagamento a primeggiare con il il 17% nel 2017 sono le carte di debito, seguite da carte di credito (11%) e dai bonifici (10%).
L’atteggiamento delle banche
Nel pieno di mutamenti tecnologici e innovazione, processi veloci ma sicuri e nuove normative, le banche devono rispondere al cambiamento evolvendo i propri business ma non tutte sono su questa linea. Lo studio di Capgemini ha rilevato che il 48% del campione ha dichiarato di voler portare l’utilizzo di API aperte oltre il livello richiesto dalla normativa e il 63% ha indicato come principali minacce i competitor BigTech che sfruttano la loro portata globale, la brand equity, la fiducia dei clienti, la customer experience migliore e l’infrastruttura dei pagamenti.
Se da una parte si nota una certa apertura, seppur graduale, nei confronti dell’Open Banking dall’altra la prudenza è il sentimento nei confronti di quest’ultima. Le azioni di digital transformation intraprese dal 60% delle banche sono principalmente motivate dalla volontà di essere allineate alle normative. La maggior parte delle banche non ha intenzione di implementare API che espongano i dati di determinate aree, come gli estratti conto intrabancari (53%), i pagamenti condizionati (53%) e l’ubicazione di filiali e ATM (67%).In sostanza, se le banche non sono obbligate a condividere dati, non lo faranno; infatti ” le API aperte vengono viste come un elemento necessario per adempiere alla normativa piuttosto che come un’opportunità di crescita”.

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