La rendicontazione di sostenibilità nell’Unione Europea ha subito significative trasformazioni negli ultimi anni, con l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che ha sostituito la precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD) per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2024. La CSRD è strettamente collegata alla EU Taxonomy e alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), quest’ultima ancora in fase di implementazione.
Con le recenti proposte della Commissione Europea, pubblicate il 26 febbraio 2025, vengono introdotte importanti semplificazioni e modifiche ai requisiti di rendicontazione, con l’obiettivo di ridurre l’onere amministrativo per le aziende e garantire una maggiore coerenza normativa. Il pacchetto di semplificazioni prevede risparmi stimati in 6,3 miliardi di euro e mira a mobilitare 50 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati.
Principali modifiche alla CSRD
Riduzione dell’ambito di applicazione
- La soglia per essere inclusi nella CSRD aumenta a imprese con oltre 1.000 dipendenti, riducendo del 80% il numero di aziende soggette a obblighi di rendicontazione.
- Le imprese di minori dimensioni potranno scegliere di aderire volontariamente alla rendicontazione utilizzando standard semplificati sviluppati dalla Commissione Europea.
Posticipo dei termini di rendicontazione
- Wave 1: Grandi enti di interesse pubblico (>500 dipendenti) devono rendicontare dal 2025 per il 2024.
- Wave 2: Altre grandi imprese devono rendicontare dal 2026 per il 2025 (rinvio proposto al 2028).
- Wave 3: PMI quotate devono rendicontare dal 2027 per il 2026 (rinvio proposto al 2029 con ulteriore opzione di proroga di due anni).
Revisione degli ESRS (European Sustainability Reporting Standards)
- Riduzione del numero di dati richiesti e maggiore chiarezza sulle linee guida.
- Maggiore coerenza con il quadro normativo della finanza sostenibile dell’UE.
- Eliminazione dell’obbligo di standard settoriali, favorendo un approccio settore-agnostico.
Modifica ai requisiti di assicurazione
- Eliminazione della transizione da assicurazione limitata a ragionevole, riducendo l’onere per le imprese.
- Nuove linee guida sull’assicurazione saranno pubblicate entro il 2026.
Cambiamenti alla EU Taxonomy
- Gli obblighi di rendicontazione saranno limitati alle attività finanziariamente materiali (>10% del valore del KPI di riferimento).
- Semplificazione dei template di rendicontazione con una riduzione fino all’89% dei dati richiesti per le istituzioni finanziarie.
- Introduzione di un regime volontario per le imprese con fatturato inferiore a 450 milioni di euro, che potranno scegliere di non rendicontare o di fornire solo alcuni KPI.
Modifiche alla CSDDD
Posticipo e armonizzazione normativa
- Trasposizione rinviata dal 2026 al 2027, con la prima applicazione per le imprese posticipata al 2028.
- Introduzione di linee guida entro il 2026 per supportare le imprese nell’implementazione.
Limitazione della due diligence alla catena di fornitura diretta
- Gli obblighi di due diligence si limiteranno ai partner commerciali diretti (Tier 1), riducendo l’onere amministrativo.
Protezione delle Pmi nella catena di valore
- Le imprese di grandi dimensioni potranno richiedere dati alle PMI solo secondo lo standard volontario di rendicontazione VSME.
Altri cambiamenti chiave
- Eliminazione dell’obbligo di rescindere contratti con fornitori non conformi: invece, le aziende potranno sospendere temporaneamente i rapporti.
- Semplificazione del coinvolgimento degli stakeholder, limitandolo solo a quelli direttamente interessati.
- Riduzione della frequenza delle valutazioni di due diligence da 1 anno a 5 anni.
- Rimozione del tetto minimo del 5% del fatturato per le sanzioni pecuniarie.
- Eliminazione della responsabilità civile a livello UE, lasciando agli Stati membri la gestione delle responsabilità.
Prossimi passi
Il pacchetto omnibus della Commissione Europea sarà ora esaminato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio. Le modifiche entreranno in vigore solo dopo l’approvazione congiunta e la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE. L’evoluzione del processo legislativo e l’attuazione di queste modifiche potrebbero influenzare l’operatività delle imprese, il loro approccio alla sostenibilità e la conformità ai nuovi obblighi normativi. Gli effetti concreti potrebbero riflettersi sulla capacità delle aziende di adattarsi a un quadro normativo in evoluzione, sulla disponibilità di dati per gli investitori e sulla competitività nel mercato globale. Resta da osservare come gli Stati membri implementeranno le nuove disposizioni e quali impatti emergeranno nel medio-lungo termine su settori e filiere specifiche.
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare i documenti ufficiali sul sito della Commissione Europea.