Un conto è acquistare per lavoro, un altro è farlo nella vita di tutti i giorni. Ma la curiosità sorge spontanea. Voi responsabili acquisti quali criteri utilizzate? Avete lo stesso atteggiamento in entrambi i casi? O magari, dopo tanta pragmaticità professionale, nella quotidianità vi lasciate guidare da emotività e istinto?
Prendendo spunto da un acquisto banale, come un mazzo di fiori, Andrew Karpie, Research Director, Services and Labor Procurement di Spend Matters, propone un elenco di criteri, validi per un acquisto floreale, e non solo.
Una volta individuato il destinatario, l’occasione che vi spinge a comprare dei fiori e fissato il budget, è giunto il momento di capire dove e come procedere.
E qui si aprono vari scenari. Andate dal fiorista più vicino? Prendete un bouquet già confezionato o preferite scegliere voi stessi i fiori per la composizione?
Magari, invece, fate l’ordine online, ma attenzione, l’e-procurement non sempre è garanzia di minor costo.
Un’altra opzione potrebbe essere quella di scegliere un fornitore dai costi inferiori, ma non i più bassi, oppure come ultima possibilità c’è sempre il supermercato, scelta al quanto opinabile.
C’è anche il problema del tempo sprecato e per questo è necessario avere un elenco di fornitori affidabili, da sfoderare all’occorrenza.
Come avrete intuito, Karpie utilizza una metafora, l’acquisto di fiori, per svelare come il procurement e lo shopping, abbiano più punti in comune di quanto si pensi, entrambi soggetti all’ applicazione di buone pratiche.
Un ultimo consiglio: nel dubbio (circa i fiori), Karpie raccomanda i girasoli, un prodotto standard, dal costo ragionevole, dal forte impatto cromatico e resistenti.
Buoni acquisti.