Il Global Sustainability Summit di McKinsey, tenutosi quest’estate in 4 sessioni virtuali, ha riunito oltre 600 dirigenti, leader, funzionari governativi e scienziati che hanno tirato le fila sulla questione del cambiamento climatico. Nello specifico si sono affrontate le azioni per muoversi verso un futuro resiliente al clima, le innovazioni più promettenti per la decarbonizzazione e il percorso per mantenere 1,5° Celsius.
Il climate change deve essere percepito come un problema di gestione del rischio da risolvere con investimenti ponderati ma anche innovazione tecnologica e aziendale. Da questi 4 incontri virtuali sono emerse 5 lezioni per capire e per comprendere meglio il climate change che tanto i politici quanto i leader delle organizzazioni dovrebbero tenere a mente.
#1 Vedere il cambiamento climatico come un moltiplicatore di rischio di “S” e “G”
La risposta di qualunque azienda al cambiamento climatico deve far parte di una strategie ESG ( Environment, Social, Governance) in cui la componente E (Environment) deve essere inserita e accompagnata dalla dimensione sociale (S) sempre più traballante, complice la pandemia di Covid-19.
Il cambiamento climatico, in questo momento storico più che mai, moltiplicherà il rischio non solo ambientale ma anche sociale e di governance. Le conseguenze sociali e psicologiche del Coronavirus, secondo Larry Fink, Presidente e CEO di BlackRock, saranno la spinta decisiva per il viaggio verso la sostenibilità, soprattutto per la Generazione Z e i Millennial.
#2 Infrangere le illusioni di stabilità
Esistono diversi ostacoli che ci impediscono di avanzare verso un mondo sostenibile. Intere economie, mercati e infrastrutture sono stati pensati e costruiti sull’errata concezione che la Terra sarà sempre un luogo stabile. Eppure il rischio climatico è per sua natura instabile, non stazionario e in aumento. Per questa ragione le organizzazioni dovrebbero tenere a mente questa volatilità nei loro modelli di risk management.
#3 Rischio climatico = rischio di investimento
Questa errata idea di stabilità impedisce agli investitori di comprendere l’intera portata dei rischi da affrontare nel momento dell’allocazione del capitale. Questo atteggiamento si traduce in un eccessivo investimento nel mantenimento delle risorse esistenti e non nella riduzione del rischio o nell’innovazione.
Un modo in cui le aziende possono cambiare la rotta è ottenere informazioni coerenti e affidabili da fornire agli investitori. Secondo Mark Carney, inviato speciale delle Nazioni Unite per clima e la finanza, “non si tratta solo di rivelare le attuali impronte di carbonio di una data azienda, ma di dove saranno dirette domani, di come saranno governate e di come l’azienda stessa guarda alle sensibilità intorno alla transizione climatica”
#4 I governi e le aziende devono collaborare in un mondo post-pandemia
Il climate change deve promuovere la collaborazione tra aziende, governo e individui. Ognuno di questi agenti è responsabile della propria risposta e possiede un ruolo unico da svolgere nell’aiutare a gestire il rischio climatico collettivo. La collaborazione tra settore pubblico e privato è centrale: la maggior parte delle persone non è a conoscenza che l’Accordo di Parigi è stato adottato in gran parte perché c’era una mobilitazione del settore privato molto determinato. Le aziende erano infatti già impegnate nel proprio processo di decarbonizzazione e incoraggiavano i rispettivi governi ad adottare un accordo ambizioso.
#5 Innovare in modo aggressivo e non solo con la tecnologia
Una componente da non trascurare è necessariamente l’innovazione che deve essere portata avanti dalle organizzazioni se vogliono combattere il cambiamento climatico. La quinta lezione da imparare riguarda l’innovazione che deve non deve essere tradotta necessariamente come “tecnologia”. I panelist del summit hanno chiarito che saranno necessarie innovazioni di mercato come rendere il riciclo economicamente fattibile, con nuove tecnologie come la cattura del carbonio e l’elettrolisi dell’idrogeno. Questa innovazione a cui si punta dovrà portare i leader aziendali a non dover scegliere tra fare del bene al pianeta o fare del bene all’economia. Un processo già avviatosi, nel contesto del covid-19, con le banche che hanno iniziato col richiedere informazioni, stress test climatici e strumenti per valutare il rischio climatico.