Dopo anni di promesse, ma strategie poco organiche sui temi Esg, le più grandi società italiane sono ora compatte nel fissare obiettivi tangibili da raggiungere per rallentare i cambiamenti climatici e agire in modo più equo, trasparente e solidale.
A rivelarlo è l’iniziativa lanciata l’anno scorso dalla società di analisi internazionale Statista e dal Sole 24 Ore, che insieme hanno creato la lista dei Leader della sostenibilità 2022, rilasciata lo scorso 18 maggio.
All’interno dello studio sono state analizzate 450 aziende italiane sulla base del rapporto di sostenibilità e del bilancio finanziario pubblicati. La ricerca ha come oggetto l’analisi della responsabilità sociale delle aziende e prende in considerazione tre dimensioni: ambientale, sociale ed economica.
Nonostante la pandemia, la corsa alla sostenibilità non si è arrestata, al contrario, sempre più aziende stanno accelerando sotto questo punto di vista e le conseguenze della guerra in Ucraina, in particolare la prospettiva di uno stop definitivo alle importazioni di gas russo, contribuiranno ad accelerare il ricorso all’energia da fonti rinnovabili.
Rispetto ai dati della prima edizione del 2021, sono ora attivi sul fronte Esg quasi tutti i big e le principali Pmi globali dell’industria, della finanza, del settore servizi, con politiche di sostenibilità complete e trasparenti e un chiaro riferimento ai 17 Obiettivi Onu di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030.
Inoltre, emerge che moltissime società stanno rendicontando le loro performance Esg nei rapporti di sostenibilità, benché al momento la compliance normativa sia obbligatoria solo per le società più grandi o di interesse pubblico.
La classifica
Fra i leader della sostenibilità, sono numerose le società dei settori più regolamentati:
- Dominano le banche (14,5% delle presenze), come Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banca Etica, Banca Generali, Banco Bpm, Bnl, Credem, Crédit Agricole, FinecoBank, Gruppo Sella, Illimity, Mediobanca, Mediolanum;
- Seguono le imprese del comparto energia (11%), ad esempio Enel, Eni, Erg, Terna, Snam, Italgas, NWG Italia Società Benefit, Gruppo Hera;
- Bene anche le assicurazioni, come la star Generali, Sara Assicurazioni, Helvetia Italia, Unipol.
- Tra le società di telecomunicazioni in primis Gruppo Tim e Vodafone Italia;
- Tra i big dell’industria, ad esempio, rientrano in classifica Gruppo Piaggio, Barilla, Ferrari, Illy, Lavazza, Mapei, Marcegaglia Steel e Pirelli;
- Tra le partecipazioni statali, troviamo tutto l’universo Cassa depositi e prestiti, da Poste italiane e Ferrovie dello Stato fino al Gestore dei servizi energetici-Gse;
- Tra le Pmi spiccano le B Corp Reti Società Benefit.
“Le 200 aziende più sostenibili e trasparenti nella rendicontazione in Italia solo la punta dell’iceberg della nostra analisi”, spiega Marco Paciocco, team lead di Statista per i progetti con l’Italia, in un articolo del Sole 24 Ore. “Abbiamo individuato 1.500 aziende potenzialmente rilevanti e considerato anche le candidature delle imprese che hanno risposto al bando online (soprattutto Pmi, che costituiscono un terzo della lista finale). Il team di ricerca ha analizzato oltre mille tra bilanci di sostenibilità, report integrati e relazioni finanziarie, raccogliendo circa 22mila dati pubblici su una quarantina di indicatori. Il punteggio finale è la somma degli score nelle aree della sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.
Numeri importanti che confermano, nonostante gli ultimi due anni di pandemia, l’impegno crescente delle aziende italiane verso i temi di sostenibilità con l’obiettivo di consolidarne l’integrazione nel business.