Posted On 20 Settembre 2021 By In Sostenibilità With 907 Views

Sviluppare la resilienza, facile a dirsi

L’imprevedibilità sarà costante, la logica di azione non sarà più a breve e medio termine ma si dovranno escogitare nuovi approcci. Questo perché le catastrofi saranno più frequenti e ogni volta si presenteranno in modi diversi portando conseguenze più o meno gravi e di volta in volta aggiungendo un tassello allo scenario precedente. Ma non solo. Se da una parte il rischio aumenta è perché insieme a lui si stanno profilando altri elementi che possono più o meno incidere: rivoluzione digitale e tecnologica, il cambiamento climatico e l’incertezza geopolitica.

Il digitale migliora la disponibilità di dati, il grado di connettività e la velocità con cui vengono prese le decisioni. Ma al tempo stesso, questa possibilità di essere connessi e di comunicare in tempo reale con il tuo interlocutore anche a distanza aumenta anche la velocità con cui la reputazione di un’azienda può cambiare.

Il cambiamento climatico dimostra la sua forza dirompente con i disastri naturali sempre più gravi e frequenti.

L’incertezza geopolitica crea frizioni e ostacoli all’andamento lineare del business e per questo le aziende si devono attrezzare in tal senso e non farsi trovare impreparati.

Questo vuol dire che non si deve solo resistere alle minacce o alle imprevedibilità ma anche saper reagire. Nel concreto, essere resilienti.

Quando parliamo di resilienza però non parliamo solo di resilienza finanziaria. Ma anche di ben altro. Le aziende devono esporsi anche sul cambiamento climatico, prendere una posizione, che tenga conto anche delle aspettative di tutti gli stakeholder coinvolti. Nascono così nuovi business e nuovi modelli che richiederanno di sviluppare flessibilità.

Secondo McKinsey, la vera resilienza richiede un equilibrio su sei dimensioni: dati finanziari, operazioni, tecnologia, organizzazione, reputazione e modello di business.

Resilienza finanziaria. Le istituzioni devono bilanciare obiettivi finanziari a breve e lungo termine.

Resilienza operativa. Avere una solida capacità di produzione che può sia flettersi per soddisfare i cambiamenti della domanda sia rimanere stabile di fronte a interruzioni operative,  senza sacrificare la qualità.

Resilienza tecnologica. Si traduce in infrastrutture solide, sicure e flessibili che possano affrontare le minacce informatiche ed evitare il collasso della tecnologia. Privacy, conformità ai requisiti normativi, solida continuità aziendale assicurano il proseguimento senza intoppi del servizio per i clienti e delle operazioni interne.

Resilienza organizzativa. Le aziende resilienti promuovono una forza lavoro diversificata in cui tutti si sentono inclusi e possono dare il meglio di sé.

Resilienza reputazionale. Vuol dire allineare i proprio valori con le azioni. La resilienza richiede una missione, valori e scopo ma anche flessibilità e apertura nell’ascoltare e comunicare con le parti interessate, anticipando e affrontando le aspettative della società e rispondendo alle critiche.

Resilienza del modello di business. I modelli di business si dovrebbero adattare via via ai cambiamenti che si presentano:  domanda dei clienti, nel panorama competitivo,  cambiamenti tecnologici e normativi.

Le aziende con le capacità di prepararsi e rispondere dinamicamente alle interruzioni sono più resilienti nelle sei dimensioni perché?

  • le aziende possono identificare sistematicamente potenziali sconvolgimenti a livello di settore derivanti da una serie di fonti: dal cambiamento tecnico alle flessioni macroeconomiche, o dall’interruzione geopolitica a importanti cambiamenti normativi. Non tutte queste interruzioni possono essere previste. Ma alcuni possono, almeno in parte, e l’anticipazione precoce può fornire un vantaggio significativo
  • la capacità di rispondere rapidamente ed efficacemente dopo che qualcosa accade può fare una differenza determinante nel successo dell’azienda creando un vantaggio competitivo che porta a prestazioni superiori durante il successivo ciclo industriale.

Come integrare la resilienza

Le aziende dovrebbero sforzarsi il più possibile per incorporare la resilienza non solo di fronte a minacce o cambiamenti imprevedibili. Descriviamo tre approcci che le aziende possono adottare per aumentare la resilienza:

Approccio ADD ON 

Parliamo di forniture aggiuntive, generatori di emergenza, server di backup: un approccio già utilizzato ma che non sempre sortisce l’effetto desiderato (le forniture di emergenza scadono, i generatori non funzionano). Affidarsi alle scorte non è sempre consigliabile.

Approccio TRADE-OFF

Richiede trasparenza, una comprensione dell’equilibrio rischio-rendimento desiderato e capacità pratica di ricalibrare rapidamente il sistema.

Approccio BAKE IN

Questa è la felice convergenza tra ciò che è meglio per la resilienza e ciò che è meglio per altri obiettivi di business. La resilienza organizzativa è il punto in cui l’approccio “bake in ” è più a suo agio e scaturisce dalla diversità di competenze ed esperienze.

Le aziende dovrebbero cercare di massimizzare la quantità di resilienza “bake in” che possono creare. Ciò aiuta a indirizzare meglio la ridondanza aggiuntiva, a ridurre il grado di compromessi necessari e allo stesso tempo a migliorare la capacità istituzionale di emergere più forti dal cambiamento o dalla minaccia.

Primi passi

Per iniziare a costruire la resilienza per gli anni a venire, le aziende possono intraprendere tre passaggi:

  • Descrivere quanto si è resiliente oggi.
  • Determinare il grado e la natura della resilienza di cui si ha bisogno per il futuro.
  • Progettare l’approccio per costruire e mantenere la resilienza di cui si ha bisogno.

Le aziende che comprendono la resilienza di cui hanno bisogno per il futuro possono implementare un cambiamento coerente e duraturo.

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