Nel 2022, eolico e solare hanno generato un quinto record dell’elettricità dell’UE (22%), superando per la prima volta il gas fossile (20%) e rimanendo al di sopra del carbone (16%). Tuttavia, la bassa generazione idroelettrica e nucleare ha determinato l’aumento del consumo di carbone, secondo Ember.
La transizione energetica continuerà inevitabilmente anche nel 2023, e il Green Deal Industrial Plan della Commissione europea (nel solco di RePowerEU e del Green New Deal) si inserisce in questo contesto. È da vedere se ciò determinerà il sacrificio della coesione europea in nome di una ripresa industriale, considerate le disparità interne degli Stati.
Energia pulita e investimenti
Gli investimenti in energia pulita hanno raggiunto 1,4 trilioni di dollari nel 2022, in aumento del 10% rispetto al 2021 e rappresentano il 70% della crescita degli investimenti totali nel settore energetico. Nonostante questo importante progresso, i combustibili fossili rappresentano ancora l’80% del mix energetico primario secondo l’International Energy Agency (IEA).
Lo stato dell’arte dell’energia influisce direttamente o indirettamente sulle aziende e sul loro approvvigionamento, impattando le risorse a disposizione. Per questa ragione avere un quadro chiaro del contesto energetico attuale, in particolar modo europeo, può aiutare a prendere delle decisioni strategiche importanti riguardo investimenti e acquisti – ad esempio, analizzando le condizioni di fornitori e clienti rispetto a quale fonte energetica prediligono per il business e se sono energivori o meno.
La produzione di elettricità in Europa
L’approvvigionamento energetico ed elettrico è diventato vitale per quasi tutti gli Stati europei nell’ultimo anno. Ma mentre molti paesi hanno fatto progressi nella loro transizione energetica dai combustibili fossili, quasi la metà dei paesi europei dipende ancora da questi come fonte primaria di produzione di elettricità.
L’Europa è in costante transizione verso fonti di energia rinnovabili per la produzione di elettricità. Nel 2011 i combustibili fossili (petrolio, gas naturale e carbone) rappresentavano il 49% della produzione di elettricità dell’UE, mentre le fonti energetiche rinnovabili rappresentavano solo il 18%. Un decennio dopo, le fonti di energia rinnovabile si stanno avvicinando a eguagliare i combustibili fossili: le prime rappresentano il 32% della produzione di elettricità dell’UE rispetto al 36% dei secondi nel 2021.
L’espansione della generazione eolica e solare sono stati i principali motori di questo passaggio. Ma anche idroelettrico e nucleare, nonostante il loro declino recente dovuto a siccità e scelte politiche.
Le fonti primarie di elettricità
Quando si guarda ai singoli paesi, la maggior parte ha i combustibili fossili come più grande fonte primaria di elettricità. La Germania rimane fortemente dipendente dal carbone, che dal 2017 al 2021 ha generato il 31% dell’elettricità e ha recentemente visto un revival dovuto alla fine della dipendenza dalla Russia. La Francia è la più grande economia europea che si basa principalmente sull’energia nucleare, che costituisce oltre la metà della produzione di elettricità del paese.
Italia, Regno Unito e Paesi Bassi sono tutti principalmente alimentati a gas naturale quando si tratta della loro produzione di elettricità. Mentre l’Italia è la più dipendente delle tre, i Paesi Bassi e il Regno Unito non sono troppo lontani.
La Spagna è un’anomalia tra le principali nazioni europee e una storia di successo nella transizione verso fonti di energia rinnovabili. Mentre nel periodo 2017-2021 il paese dipendeva principalmente dal gas naturale (29%), nel 2022 il contributo del gas naturale alla produzione di elettricità è sceso al 14% mentre l’eolico è salito fino a diventare principale fonte di elettricità con una quota del 32%.
Accelerare la transizione energetica dell’UE
Come affermato sopra, nel nuovo rapporto di Ember si evidenzia come la transizione abbia compiuto notevoli progressi nel 2022, con l’energia solare ed eolica che ha superato il gas naturale nella produzione di elettricità per la prima volta in assoluto. La produzione di energia idroelettrica ha rappresentato il 10% della produzione di elettricità dell’UE, l’energia a gas il 20%, il nucleare ha rappresentato il 22%, l’energia a carbone ha prodotto il 16% L’energia eolica ha prodotto il 15%, L’energia solare ha prodotto il 7,3%
Ma il 2022 ha visto un aumento della produzione di elettricità da combustibili fossili per l’UE, Ember si aspetta che diminuisca nel 2023 fino al 20%. Se l’UE riuscirà a sostenere questo passaggio accelerato dai combustibili fossili, questa mappa delle fonti energetiche primarie di produzione di elettricità potrà includere molte più fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio nel prossimo futuro. È estremamente incoraggiante che il 2022 abbia visto una generazione record e aggiunte di capacità per l’eolico e il solare.
La transizione acquisirà ancora più slancio nel 2023, inevitabilmente. Ma l’UE deve garantire che siano in atto le politiche, gli investimenti e le infrastrutture giuste per mettere nelle condizioni aziende e cittadinanza di affrontare questo cambiamento in modo sicuro, equo e sostenibile. In questa direzione sembra andare il Green Deal Industrial Plan, che vuole fornire un quadro burocratico e istituzionale più favorevole all’aumento di capacità produttive dell’UE, correndo però il rischio di una ripresa industriale – derivante dalla possibilità maggiore di aiuti di Stato e dall’esistente disparità tra Stati – a spese dell’unitarietà e della coesione europea.