Posted On 13 Luglio 2018 By In Supply Chain With 1691 Views

L’alleanza tra Carrefour e Tesco potrebbe penalizzare i piccoli fornitori

Scaffale di un supermercato

Carrefour e Tesco hanno siglato un’alleanza per aumentare il proprio potere d’acquisto nei confronti dei fornitori e ridurre i costi.

La partnership, che verrà formalizzata nei prossimi mesi, avrà una validità di tre anni, e permetterà ai due supermercati di condividere i propri prodotti di marca. L’accordo tra le due aziende della grande distribuzione riguarderà le relazioni strategiche con i fornitori globali e l’acquisizione congiunta di prodotti a marchio proprio, ma anche merci non destinate alla rivendita che, secondo Bloomberg, sono stimate dal gruppo finanziario Jefferies a più di 5 miliardi di dollari in totale. Le motivazioni di questa alleanza sono da ricercare in un contesto in cui discount come Aldi e Lidl stanno crescendo e si stanno affermando sul mercato con prezzi più vantaggiosi rispetto ai supermercati tradizionali, mentre Amazon si sta rivelando un altro competitor nel settore alimentare. Le due aziende della distribuzione hanno dichiarato che l’accordo permetterà loro di rifornire meglio i propri punti vendita, e che entrambe continueranno a lavorare con i propri fornitori a livello locale e nazionale.

Secondo quanto riporta Bloomberg, gli analisti di Jefferies hanno stimato che Carrefour e Tesco spendono circa 105 miliardi di dollari l’anno in prodotti da vendere alla clientela. Sempre secondo queste analisi, questa alleanza potrebbe portare a risparmi totali sugli acquisti per oltre 500 milioni di dollari. Secondo l’analista di Bloomberg Charles Allen, si tratta di una mossa difensiva. «C’è poca crescita nel Regno Unito o in Francia, perciò Tesco e Carrefour stanno cercando di risparmiare il più possibile», ha dichiarato.

Sky Tg 24 riporta la preoccupazione di Coldiretti per il rischio che si affermi l’etichetta nutrizionale che segnala con bollini rosso, giallo e verde il contenuto di nutrienti critici per la salute adottata in Gran Bretagna e in Francia, e che penalizza quasi l’85% in valore del made in Italy a denominazione di origine protetta (Dop). Da parte sua, Carrefour ha sottolineato che «il grande tema della transizione alimentare, su cui il gruppo è fortemente impegnato, non potrà far altro che evidenziare e far ulteriormente apprezzare il cibo di qualità, buono e autentico».

Nils Pratley ha analizzato su The Guardian le conseguenze di questa alleanza strategica annunciata con «un linguaggio in stile Nato», quando si sta, di fatto, parlando di avere un peso maggiore nel chiedere prezzi più bassi ai fornitori. «La questione è capire chi avrà la peggio nel processo di organizzazione dell’approvvigionamento del cibo nelle mani di poche catene globali. Grandi compagnie di beni di consumo come Nestlé, Coca-Cola, Unilever e Kraft Heinz sono i target ufficiali, dal momento che realizzano più del 15% di margini di guadagno mentre i supermercati tirano avanti con circa il 3%». Tuttavia, aziende di queste dimensioni non hanno paura di una rivolta dei rivenditori. Il mercato crede che questi marchi non subiranno conseguenze dall’inasprirsi della battaglia sui prezzi.

«Se questo è vero», afferma Pratley, «le preoccupazioni dovrebbero essere per i piccoli fornitori e i venditori di prodotti a marchio proprio. Vendere a un rivenditore che si considera parte di una alleanza sovranazionale, creata per trovare efficienze nella supply chain, suona come un grosso ostacolo per loro. Tesco, come Sainsbury’s e Asda, giura che i produttori locali non sono nel loro mirino, e che le piccole aziende dovrebbero essere contente dell’opportunità di vendere a un cliente più grande. È un’affermazione da prendere con le pinze».

Carrefour ha 12.300 supermercati in oltre 30 Paesi, impiega circa 375mila persone, ha chiuso il 2017 con un fatturato di 88 miliardi di euro ed è al primo posto nella grande distribuzione in Europa. Tesco impiega 440mila persone, ha chiuso il 2017 con un fatturato di oltre 57 miliardi di sterline ed è il leader del settore nel Regno Unito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *