Aspettando il Supply chain & Logistics congress – 22 novembre 2022
Con gli effetti combinati della mancanza di camion e di autisti, dei prezzi record del carburante, della carenza di materie prime, della guerra, di una pandemia e del ritorno dell’inflazione, il settore della logistica è stato al centro del ciclone e lo è tutt’ora.
I volumi di vendita e la recessione
Secondo l’ACEA, nel giugno 2022, le immatricolazioni di veicoli commerciali dell’Ue sono crollate del 22,5% rispetto a giugno 2021. I quattro mercati più grandi della regione hanno seguito questa tendenza negativa, con la Spagna (-25,8%), la Francia (-21,5%), la Germania (-17,1%) e l’Italia (-11,1%) che hanno registrato cali a due cifre quest’anno. Da un lato le tariffe di trasporto aumentano, dall’altro i vettori non sono in grado di aggiornare o espandere le loro flotte per soddisfare la domanda.
Il mercato è stato limitato soprattutto dal lato dell’offerta a causa della continua carenza di componenti e quindi di volumi di produzione limitati. La domanda, in questo periodo, potrebbe invece risentire nei prossimi mesi dell’inflazione e dalla quasi certa recessione in Europa prevista dallo European Economic Outlook del Fondo monetario internazionale (con Germania e Italia i cui Pil si attestano, secondo le proiezioni, su un -03% e -02%).
Inflazione e regole dei trasporti
Viviamo anche in un contesto di elevata inflazione: nel luglio 2022 l’Eurozona ha registrato un’inflazione dell’8,9% su base annua. Secondo l’European Road Freight Rate Benchmark, i prezzi hanno chiuso il secondo trimestre 2022 ai massimi storici in tutta Europa, dopo otto trimestri consecutivi di crescita: l’indice europeo delle tariffe di trasporto merci su strada ha infatti raggiunto 121 punti nel secondo trimestre del 2022, in aumento di 6,1 punti su base trimestrale e di 13,1 punti su base annua.
Il mercato spot sta contribuendo ai prezzi elevati, con il corridoio chiave Parigi-Madrid che ha visto un aumento dei tassi del 21,2% trimestre su trimestre – il doppio dell’aumento medio dei tassi spot europei. Anche i conducenti hanno sentito la crisi: alla fine del 2021 dei 427.105 camion di tutta Europa, oltre 13.000 conducenti – il numero più alto di sempre – sono stati trovati a violare la legislazione sui tempi di riposo, guidando i loro veicoli più a lungo di quanto legalmente consentito. Il regolamento, sotto forma del pacchetto mobilità I della Commissione europea, che richiede ai camion di tornare al loro paese di immatricolazione ogni otto settimane, esercita un’ulteriore pressione sulla situazione attuale.