Con l’interruzione delle catene di fornitura globali, una delle priorità degli ultimi mesi è stata quella di garantire la resilienza, una parola abusata che ormai abbiamo sentito e ripetuto innumerevoli volte. Ma come si costruisce? Come si garantisce che la supply chian reagisca? In un incontro digitale promosso da McKinsey & Company si è via via delineata la “ricetta” per la costruzione della resilienza. Ecco cosa ne è venuto fuori.
Gli eventi degli ultimi anni, dalla pandemia COVID-19 alle tensioni e alle interruzioni relative al clima, hanno cambiato il profilo di rischio delle catene di approvvigionamento globali. In più, recenti ricerche del McKinsey Global Institute hanno evidenziato che il 45% dei guadagni di un anno potrebbe essere perso ogni dieci anni a causa di interruzioni.
Negli anni precedenti non tutte le aziende hanno considerato gli shock della catena di fornitura e solo un anno fa il Covid ha reso ovvio che l’esecuzione rigida di un modello just-in-time non poteva più funzionare. Questo ha significato un ripensamento e una nuova infusione di innovazione. Tutte le aziende oggi devono pensare alla resilienza in modo strategico e capire come misurarla.
Puntare sulla digitalizzazione
La digitalizzazione permette di accedere ai dati cruciali sull’offerta e sulla domanda e può fornire una lente nella disponibilità del prodotto, inventario e dello stato dell’ordine dei fornitori di un’azienda. Tom Caulfield, il CEO di Globalfoundries ha infatti affermato durante l’incontro digitale che “sfruttare le tecnologie digitali e allineando la strategia operativa alla strategia aziendale per un’impronta globale ottimizzata ha permesso di navigare nella crisi”.
La tecnologia digitale, allo stesso tempo, può anche migliorare la capacità di un’organizzazione di “guardare dietro l’angolo” e prepararsi per l’inevitabile shock futuro, per esempio con la predictive analytics.
4 aree per rendere efficace la resilienza
Investire in alcune aree, oltre al digitale, assicura di avvicinarsi sempre più verso la resilienza. Di quali si tratta?
- Performance management: introdurre metriche per la resilienza e bilanciarle con quelle dei costi e della crescita.
- Governance e processo: eseguire uno stress test della supply chain insieme a una pianificazione strategica annuale per valutare i fattori di cambiamento nel mondo e se creeranno fragilità.
- Nuovi strumenti: costruire una comprensione cross funzionale end to end delle dinamiche della supply chain e fornire accesso agli strumenti per performare secondo le nuove aspettative.
- Stakeholder: ogni gruppo di stakeholder deve comprendere perché e come l’azienda sta costruendo la resilienza e perché è importante per loro.
Lo stress test della catena di approvvigionamento è un importante punto di partenza per la valutazione dell’agilità e la costruzione di un piano d’azione.