Posted On 18 Febbraio 2019 By In Supply Chain With 1166 Views

Un terzo dei pesci in Canada viene etichettato in modo errato lungo la supply chain

pesce-tonno

Secondo una ricerca spesso vengono usati nomi generici o appartenenti a varietà più costose

Alcuni ricercatori dell’Università di Guelph, in Canada, hanno scoperto che quasi un terzo (32%) dei campioni di pesce analizzati erano etichettati in maniera errata. Lo riporta Charlie Hart su Supply Management.

Usando il Dna barcoding, una tecnica che permette l’identificazione di specie biologiche tramite l’uso di sequenze di Dna, i ricercatori hanno esaminato più di 200 campioni di pesce, presi da diversi rivenditori, impianti di lavorazione e importatori in tutta la provincia dell’Ontario. L’intento era quello di analizzare in quale punto della supply chain l’etichettatura sbagliata del pesce avvenisse più frequentemente.

Se da una parte il 32% dei campioni era stato etichettato in modo sbagliato, dall’altra lo studio ha scoperto che il tasso di errore tra i rivenditori era quasi del 40%, contro il 27,3% tra i campioni raccolti negli impianti di lavorazione e il 17,6% allo stadio dell’importazione.

Il professor Robert Hanner, autore principale dello studio, ha affermato che il fatto che i campioni etichettati scorrettamente provenissero per la maggior parte dai rivenditori è indice del ruolo della distribuzione e del riconfezionamento, probabilmente un risultato di norme divergenti o di errori intenzionali aventi lo scopo di alzare i prezzi.

«O c’è una motivazione economica, cioè pesci meno cari vengono etichettati apposta come altre varietà più costose, oppure l’etichettatura scorretta è da ricondurre a norme discordanti tra i vari paesi e all’uso di nomi comuni più generici al posto dei nomi scientifici delle specie», ha affermato Hanner.

Spesso in Canada il pesce proveniente dagli Stati Uniti viene etichettato con un nome comune anziché con il nome scientifico. Molte specie potrebbero essere etichettate e vendute come tonno, ma queste specie potrebbero avere in realtà differenze di prezzo significative: si crea così ambiguità e si può potenzialmente arrivare ad errori o frodi, ha affermato Hanner.

«Questo fatto rende anche più difficile tracciare le specie a rischio o indicare se un pesce appartiene a una specie con un alto contenuto di mercurio. In sostanza, i consumatori canadesi non sanno quale tipo di pesce stanno mangiando», ha proseguito.

Lo studio è uscito proprio mentre alcuni ricercatori britannici hanno rivelato che sono state vendute alcune specie di squali considerati a rischio di estinzione in Europa sotto nomi comuni come gattuccio, pesce gatto.

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