Il “TP Webinar | Una ricetta a prova di futuro”, che si è tenuto il 18 febbraio 2021, nasce dall’incontro di tre punti di osservazione a un primo sguardo diversi ma in realtà interconnessi tra loro. Simone Marchetti, digital supply chain manager di Oracle, il futurist Alberto Mattiello e lo chef Max Mariola hanno proposto quelli che, secondo loro, sono gli ingredienti per prepararsi alle sfide del futuro. Pronti a mettere le mani in pasta? Partiamo!
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Double Acceleration Era
Alberto Mattiello, in qualità di futurist specializzato nelle proiezioni dai 3 ai 5 anni, afferma che l’epoca in cui viviamo oggi è una Double Acceleration Era, dove doppia accelerazione identifica da una parte la ventata tecnologica che stiamo sperimentando ora e nei prossimi anni, e dall’altra parte la spinta alla riorganizzazione del nostro lavoro generata dall’avvento del Covid-19. Due forze che ci hanno portato a ripensare il nostro modo di lavorare, vediamo come.
Tutti siamo diventati delle startup
Tutti abbiamo dovuto rivedere parte dei nostri processi. Quello che dobbiamo capire però è che tipo di startup vogliamo essere e per rispondere al quesito dobbiamo quindi interrogarci su quale problema stiamo cercando di risolvere.
La teoria dei problemi
Esistono tre macro aree di problematiche che una realtà tenta di risolvere con il suo operato:
- day 1 problems: un problema che esiste da sempre nel mercato e nessuno è mai riuscito a risolverlo
- cause gap: concerne la sfera del pericolo che irrompe nella normale quotidianità
- created gap: le problematiche che generiamo noi stessi perché desideriamo sempre di più
In questa logica, il mindset della startup è decisamente diverso:
day 1 problem → la mentalità disrupter non ha paura di ricominciare da capo
cause gap → il problem solver individua i problemi e li risolve
created gap → l’inspirer porta una visione nuova nel mercato
In tutto l’anno appena concluso, quasi tutti ci siamo comportati come aziende problem solver ma per i prossimi anni qualcosa deve cambiare. Le mentalità vincenti saranno solo la disrupter e l’inspirer perché l’eredità del periodo Covid-19 ci offrirà un’accelerazione tecnologica e la capacità di sfruttare una cultura completamente nuova.
Lo scenario tecnologico che ci aspetta
Sono 4 le grandi tecnologie che cambieranno in modo radicale il modo in cui andremo a lavorare: 5G, cloud, intelligenza artificiale e robotica. Un esempio pratico che mette insieme questi 4 mondi è l’autonomous driving, la guida in autonomia dei veicoli. Il 2023 è stata definita come la fase di passaggio a un modello primordiale di robot taxi e vetture per il delivery e trasporto merci.
La trasformazione cognitiva
Figlia dello scenario appena descritto è la trasformazione cognitiva che, tra tutte quelle che stiamo per vivere, è la più diffusa all’interno delle nostre operazioni. Tutto inizia dall’idea che se siamo stato in grado di digitalizzare qualcosa, ciò verrà modificato dall’intelligenza artificiale. Un algoritmo, in sostanza, ci permette di eseguire un’operazione che noi autonomamente non saremo in grado di compiere. Tre esempi:
- Textio suggerisce come scrivere un testo sulla base di alcuni parametri come il destinatario del testo.
- Wonderflow, nell’ambito del call center, permette di ascoltare e comprendere grazie a un “orecchio digitale” in tempo reale tutto quello che succede e viene detto nelle diverse comunicazioni.
- Neutrogena, specializzata in dermocosmesi, grazie all’intelligenza nella fotocamera dello smartphone permette con un solo selfie di capire le dimensioni del volto e un’analisi della tipologia di pelle. L’azienda si occupa di inviare un pacco al cliente con delle maschere personalizzate nella dimensione e specifiche per il tipo di trattamento viso.
La doppia accelerazione di cui abbiamo parlato inizialmente in che condizioni ci metterà una volta che la crisi sarà finita? Una riflessione in questo senso l’ha portata avanti l’università di Berkley che ha pensato di riaprire i campus ma di continuare l’erogazione delle lezioni in virtuale con un solo professore e infiniti studenti. Ma come mettere in pratica ciò che si impara? Semplice, nel campus dove si sono create delle aule più ridimensionate con un mentore per ciascun gruppo. Un esempio concreto di flipped classroom.
Qual è allora la lezione da apprendere e applicare nella tua azienda?
Dopo che si identificano tutte le attività che si effettuano in un’organizzazione e tutte le relazioni che si creano con colleghi, mercato e fornitori, dove ha senso far avvenire tutto questo? La doppia accelerazione ci mette di fronte a una cultura e a una mentalità che prima non esisteva e forse una riflessione sul dove merita la pena di esser fatta.
Follow the money
A chiudere l’intervento del futurista un esercizio da compiere almeno una volta al mese che consiste nel porsi alcune domande:
- Quanto i venture capitalist investono nel tuo mercato o nei prodotti di cui ti occupi?
- Chi sta comprando chi?
- Quali startup vengono finanziate?
Continuare a farsi queste domande aiuta a far capire in quanto tempo l’evoluzione arriverà nel tuo mondo e una startup disrupter arriverà con un’idea rivoluzionaria.
Il futuro secondo Oracle
Il racconto continua con Simone Marchetti di Oracle che dalla panoramica generale del futurist ci cala nella realtà delle operations. Molte aziende non sono state in grado di interpretare questa ondata tecnologica nel modo corretto e per le operations la questione è ancora più complessa, essendo quelle che rappresentano lo scheletro dell’organismo.
Sono tre i concetti da tenere a mente:
- stare al passo con il cambiamento
- costruire organismi resilienti
- supply chain viability
E sono tre le aree di processo che ad oggi presentano criticità:
- collaborazione con la rete di fornitura che richiede agilità per reagire alla volatilità dei mercati
- produzione che necessita maggiore efficienza
- creazione di valore attraverso la logistica
Tre aspetti su cui dobbiamo lavorare molto e su cui possiamo costruire il concetto di customer centricity.
Il tempo tra una trasformazione tecnologica e quella successiva è sempre più ridotto e la capacità delle aziende di adeguarsi a questo cambiamento è limitata. Oracle ha pensato allora di fornire soluzioni che possano permettere di avvicinarsi sempre di più, nei passaggi di trasformazione, a quelli che sono i nuovi modelli di business, dal punto di vista delle operations.
Per la supply chain hanno deciso di sviluppare un’offerta completa di soluzioni applicative in cloud che vanno in questa direzione. I dati sono la nuova fonte di energia e le applicazioni danno la possibilità di estrarre valore da questi dati, costruendo dei “supporti” alle decisioni. Questo avviene mettendo in comunicazione processi che competono alla catena di fornitura, produzione, logistica. Quanto più questi aspetti possono comunicare in un dominio digitale, tanto più sarà facile ridurre le latenze e creare sinergie.
Tecnologie emergenti: le più importanti secondo Oracle
- Cloud: è un abilitatore di capacità computazionale e di rapidità nella trasformazione.
- IoT e Blockchain: possono aiutare a combinare modelli fisici e digitali per sviluppare percorsi che diano la possibilità di tenere sotto controllo quelle che sono le informazioni più importanti per il business.
- Intelligenza artificiale: permette di fare leva sulla informazioni che abbiamo a disposizione, costruire scenari possibili e simulazioni sulla cui base prendere decisioni.
La ricetta dello chef
Per scoprire gli ingredienti della ricetta dello chef di Max Mariola e capire come si collegano al mondo di Oracle, ti lasciamo i nostri approfondimenti da consultare:
Ora che ti abbiamo raccontato quella che per noi è la ricetta per il futuro, tocca a te pensare alla tua!
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