Boston Consulting Group (BCG) ha collaborato con EcoVadis per il Carbon Action Report 2025, uno studio che esplora i modi più efficaci per guidare la decarbonizzazione delle emissioni Scope 3 e costruire supply chain sostenibili. Mentre molti leader aziendali considerano la decarbonizzazione un obbligo normativo, il report mostra come affrontare le emissioni indirette possa generare benefici finanziari concreti.

Dati chiave del report

Il report si basa sull’analisi di 133.000 schede di valutazione del carbonio di 83.000 aziende raccolte da EcoVadis. L’analisi evidenzia pattern chiari nella gestione delle emissioni e nell’engagement dei fornitori, dimostrando come l’azione sulle emissioni Scope 3 possa avere impatti finanziari misurabili.

  • Le emissioni upstream Scope 3 sono 21 volte superiori alle emissioni dirette delle aziende, rappresentando un rischio significativo.

  • Le aziende che coinvolgono attivamente i fornitori hanno 9 volte più probabilità di migliorare i propri risultati Scope 3.

  • Oltre il 90% delle aziende valutate tramite il Carbon Action Manager (CAM) non ha fissato obiettivi formali di riduzione Scope 3.

  • Si stima che entro il 2030 le aziende potrebbero affrontare oltre 500 miliardi di dollari di passività globali legate al prezzo del carbonio sulle emissioni Scope 3.

  • Investire ora nella decarbonizzazione può generare un ROI da 3 a 6 volte, principalmente evitando futuri costi derivanti dall’aumento del prezzo del carbonio.

L’importanza delle emissioni Scope 3

Le emissioni Scope 3, generate indirettamente lungo l’intera catena del valore, rappresentano spesso la quota più significativa dell’impatto climatico di un’azienda. Come evidenziato da Pierre-François Thaler, Co-Fondatore e Co-CEO di EcoVadis: “Le emissioni upstream Scope 3 sono 21 volte superiori alle emissioni dirette delle aziende. Questo costituisce un rischio significativo. Tuttavia, la nostra analisi dimostra che le aziende possono decarbonizzare le supply chain con un ROI compreso tra 3 e 6 volte.”

Diana Dimitrova, Managing Director e Partner di BCG, sottolinea: “Il rischio climatico nelle supply chain è un rischio d’impresa. I leader devono agire ora per proteggere il valore e ottenere un vantaggio competitivo a lungo termine. Targeted actions per ridurre le emissioni dei fornitori possono mitigare questo rischio e generare valore reale.”

Implicazioni per il procurement

I team di approvvigionamento si trovano in una posizione chiave per trasformare gli obiettivi climatici in risultati economici concreti. Le priorità indicate dal report includono:

  • Definire obiettivi e integrarli negli approvvigionamenti: fissare target Scope 3, inserirli in RFP, contratti e scorecard dei fornitori, allineare premi e decisioni commerciali alle performance sulle emissioni.

  • Prioritizzare le aree ad alto impatto: segmentare fornitori e categorie per intensità di emissioni e prontezza, concentrandosi sui principali costi e impatti.

  • Coinvolgere e supportare i fornitori su larga scala: offrire formazione, linee guida e roadmap congiunte, utilizzare piattaforme di monitoraggio come EcoVadis CAM.

  • Creare leve commerciali: incentivare comportamenti sostenibili, stipulare contratti a lungo termine per soluzioni a basse emissioni e co-investire dove necessario.

  • Misurare e governare: condurre revisioni periodiche sulle KPI carbon e collegare parte dei risultati commerciali alle riduzioni verificate.

Trasformare la sfida in opportunità

Il Carbon Action Report 2025 evidenzia che la trasformazione della supply chain deve essere vista come una misura strategica capace di generare valore a lungo termine. Le aziende che agiscono subito, coinvolgendo i fornitori e implementando strategie concrete, non solo ridurranno il loro impatto ambientale, ma consolideranno anche la loro posizione competitiva in un mercato sempre più attento alla sostenibilità.