Negli ultimi anni, la sostenibilità nelle aziende è stata spesso guidata da obblighi di compliance, pressioni reputazionali o timori regolatori. Il C-suite Sustainability Report 2025 di Deloitte mostra che oggi la sostenibilità non rallenta, ma si trasforma, diventando un elemento centrale della strategia e della competitività. Il report si basa su 2.106 executive di 27 Paesi, uno dei campioni globali più ampi disponibili.

Una priorità strategica che resiste

La sostenibilità resta tra le massime priorità aziendali: il 45% dei Ceo e membri della C-suite la colloca tra le tre sfide principali del 2025, allo stesso livello dell’adozione dell’intelligenza artificiale e più rilevante di variabili come outlook economico o commercio internazionale. Sorprendentemente, questa attenzione non vacilla nemmeno in un contesto di fragilità economica, costi del capitale variabili o tensioni geopolitiche: solo una minoranza (13–17%) ha rallentato le attività Esg per ragioni legate ai tassi d’interesse o all’incertezza internazionale. La sostenibilità non è più un progetto collaterale, è business continuity.

Il valore spinge gli investimenti Esg

L’83% delle aziende ha aumentato gli investimenti Esg nell’ultimo anno. Circa 4 aziende su 5 hanno incrementato le risorse destinate a temi ambientali, sociali e di governance. Ciò riflette un cambiamento di linguaggio e approccio: non si parla più solo di “responsabilità”, ma di valore. I benefici percepiti dai dirigenti includono:

  • Crescita dei ricavi

  • Miglioramento di compliance e governance

  • Incremento della reputazione del brand

  • Riduzione dei costi operativi

Meno del 10% delle aziende registra impatti negativi su fatturato, costi o resilienza a seguito delle proprie iniziative sostenibili. Anche di fronte a una diminuzione della pressione degli stakeholder — governi (58% vs 77% nel 2022) e investitori (58% vs 71%) — gli investimenti Esg continuano a crescere, segno che la sostenibilità è ormai percepita come un valore strategico.

L’AI guida la trasformazione

L’AI sta cambiando radicalmente il modo in cui le aziende gestiscono la sostenibilità, dal monitoraggio delle performance operative alla gestione dei rischi e al reporting in tempo reale. L’81% delle aziende la utilizza già per finalità Esg, con applicazioni che includono:

  • Efficienza e riduzione delle emissioni operative

  • Monitoraggio e reporting in tempo reale

  • Risk management predittivo

  • Sviluppo di nuovi prodotti sostenibili

In breve, la sostenibilità sta diventando digitale, e chi non digitalizza rischia di restare indietro.

Meno attività superficiali, più qualità strategica

Nonostante un leggero calo in alcune iniziative Esg, dall’uso di materiali sostenibili (45% vs 51% nel 2024) all’acquisto di energia rinnovabile (42% vs 49%), il report mostra che le aziende hanno già raccolto i “low-hanging fruit” e ora puntano a una integrazione profonda della sostenibilità.

La sostenibilità genera valore reale

Il business case è ormai evidente; il 66% delle aziende registra benefici sui ricavi, il 61% su compliance e governance, il 60% su reputazione, mentre il 55% riduce costi operativi e rafforza resilienza e gestione del rischio. Le iniziative Esg più impegnative non aumentano i costi: il 90% di chi richiede criteri Esg ai fornitori non registra aumenti, e nel 93% dei casi l’adozione di materiali sostenibili porta impatti positivi o neutri.

Ostacoli: misurazione e input sostenibili

Contrariamente alle narrazioni comuni, i costi non sono la principale barriera. Gli ostacoli più rilevanti sono la difficoltà nel misurare l’impatto ambientale (22%), la scarsità di materiali sostenibili (21%) e le pressioni di breve periodo da parte degli investitori (21%). In sostanza, la sfida è la qualità del dato, non il budget.

Climate risk: esperienza vs integrazione

L’82% degli executive ha vissuto eventi climatici estremi nell’ultimo anno e il 33% ne percepisce già impatti operativi. Tuttavia, solo il 24% rileva effetti sui costi assicurativi e appena il 38% ha ripensato la supply chain in ottica resilienza. Il rischio fisico è diffuso, ma non ancora pienamente integrato nei modelli decisionali.

Pressioni degli stakeholder: meno forti ma più polarizzate

La pressione dei governi, degli investitori, dei board, dei clienti e dei dipendenti è diminuita rispetto al 2022. Tuttavia, una minoranza crescente (18%) teme che posizioni troppo “green” possano alienare clienti o dipendenti. La sostenibilità entra in una fase delicata, dove le aziende devono navigare contraddizioni oltre che convergenze.

Una roadmap consolidata

Dall’analisi emerge un percorso stabile condiviso dalle aziende più avanzate, basato su implementazione tecnologica, uso di materiali sostenibili, sviluppo di prodotti sostenibili, efficienza operativa e monitoraggio dei Kpi. Non è solo un elenco, è un framework che distingue le aziende “compliant” da quelle realmente competitive.

La sostenibilità entra nella fase matura

Il report Deloitte 2025 mostra chiaramente che la sostenibilità si sta spostando dal “fare di più” al fare meglio. Le aziende che guideranno il prossimo ciclo competitivo saranno quelle capaci di trasformare i dati Esg in intelligence, integrare AI nei processi, collegare la sostenibilità alla crescita dei ricavi, prepararsi ai rischi climatici e gestire stakeholder sempre più polarizzati. La sostenibilità non è più un dovere morale o un vincolo regolatorio, ma una strategia di valore, innovazione e competitività.