Nel cuore del Belgio, The Estée Lauder Companies (ELC), che raccoglie marchi iconici come Clinique, MAC e Bobbi Brown, sta ridefinendo il futuro della sostenibilità industriale. Il sito di Oevel, uno dei principali poli produttivi e logistici a livello globale per l’azienda, è stato protagonista di importanti investimenti che mirano a ridurre l’impatto ambientale lungo tutta la catena di approvvigionamento.

Acqua: l’oro blu del futuro, gestito con intelligenza

Al centro del progetto di sostenibilità si trova una risorsa fondamentale: l’acqua. Grazie all’adozione di tecnologie avanzate per il trattamento e il riciclo, Oevel è riuscita ad aumentare il tasso di riutilizzo dell’acqua dal 59% all’85%. Questo significa che ogni anno vengono riciclati circa 29 milioni di litri, contro i 23 milioni precedenti — un volume sufficiente a riempire 12 piscine olimpioniche. La maggior parte dell’acqua riciclata viene impiegata per le operazioni di pulizia del sito, riducendo drasticamente la dipendenza da fonti idriche fresche.

L’efficienza si riflette anche nei consumi: l’utilizzo di acqua potabile si è ridotto del 46%, con la prospettiva di arrivare fino al 93% grazie a un’estensione del sistema di raccolta delle acque piovane. Un’altra conquista importante riguarda la gestione dei fanghi, sottoprodotti del trattamento delle acque: il sito ora evita la produzione di circa 3.000 tonnellate l’anno, l’equivalente di 150 camion in meno sulle strade.

Energia e rifiuti: avanti tutta verso l’economia circolare

L’impegno ambientale di Estée Lauder si estende anche all’energia e alla gestione dei rifiuti. Dal 2007, l’intero sito opera utilizzando esclusivamente elettricità da fonti rinnovabili. Oggi, due nuovi impianti fotovoltaici, con potenze di 1.165 kWp e 1.000 kWp, incrementano la produzione locale di energia verde, sufficiente per alimentare circa 195 abitazioni all’anno.

Anche la mobilità interna si fa sostenibile: grazie a un piano di leasing per biciclette, 350 dipendenti percorrono ogni anno una distanza pari a 14 volte il giro del mondo. Questo contribuisce non solo alla riduzione delle emissioni, ma anche al benessere del personale.

Sul fronte dei rifiuti, Oevel mostra risultati concreti. L’86% dei rifiuti prodotti nell’area manifatturiera viene riciclato, cifra che sale al 98% nel centro di distribuzione. Ogni mese, più di 120 tonnellate di materiali vengono riutilizzate, portando l’azienda sempre più vicina all’obiettivo di zero rifiuti in discarica.

Un polo biotech per un futuro più verde

A pochi chilometri da Oevel, nel centro di Olen, Estée Lauder ha inaugurato un hub biotecnologico all’avanguardia. Questo centro è dedicato alla produzione interna di ingredienti bio-based, ovvero derivati da fonti biologiche rinnovabili piuttosto che da processi chimici sintetici.

Secondo Roberto Canevari, Chief Value Chain Officer di ELC, il polo biotech rappresenta un tassello fondamentale per rendere l’intera catena del valore più sostenibile ed efficiente, migliorando al contempo qualità, performance e flessibilità produttiva. Grazie a questa struttura, l’azienda può ridurre la dipendenza da fornitori esterni, accelerare i tempi di sviluppo e mantenere standard ambientali elevati.

Un modello di sostenibilità su scala europea e globale

L’impatto delle innovazioni in Belgio va ben oltre i confini locali. Oevel è infatti un hub cruciale per la logistica e la produzione destinata a Europa, Medio Oriente e Africa. Rendere sostenibile questa struttura significa abbattere l’impronta ambientale dei prodotti venduti in tutta l’area EMEA. Inoltre, le pratiche implementate a Oevel e Olen potranno essere replicate in altri stabilimenti europei, fungendo da riferimento per l’intera rete produttiva di Estée Lauder.

Queste scelte anticipano e si allineano con le normative ambientali dell’Unione Europea, come il Green Deal e le nuove direttive su sostenibilità e trasparenza della supply chain. Inoltre, rispondono alla crescente richiesta dei consumatori europei di prodotti etici e sostenibili.

Sostenibilità come strategia, non come slogan

Nel settore della cosmetica, dove la produzione su larga scala può avere un impatto ambientale significativo, Estée Lauder dimostra che un cambiamento strutturale è possibile. L’esperienza belga non è solo una best practice, ma un vero e proprio laboratorio per il futuro della sostenibilità industriale. Con Oevel e Olen, l’azienda sta tracciando un percorso concreto verso un’economia più circolare, efficiente e rispettosa del pianeta.

Una scelta che coniuga responsabilità ambientale, innovazione tecnologica e attenzione per le persone. Un esempio virtuoso da seguire.