Entro il 2030, Gen Z e Millennials rappresenteranno il 74% della forza lavoro globale. Ma non si tratta solo di un cambio anagrafico. Queste generazioni stanno spostando il baricentro del mondo professionale: non cercano semplicemente un impiego, ma un sistema di valori coerente, opportunità di crescita personale, attenzione al benessere e un reale impatto sul mondo.

Secondo il Deloitte Global 2025 Gen Z and Millennial Survey, le scelte lavorative di questi giovani sono sempre più orientate da considerazioni ambientali, etiche e sociali. E le imprese che non sapranno intercettare queste aspettative rischiano di perdere il contatto con il capitale umano più dinamico del prossimo decennio.

Coerenza tra valori dichiarati e pratiche reali

Il cambiamento è già in atto. Il 23% dei Gen Z e il 22% dei Millennials ha valutato le politiche ambientali di un’azienda prima di accettare un’offerta di lavoro. Il 15% ha già lasciato un impiego per questioni legate alla sostenibilità.

Il 70% degli intervistati considera le credenziali ambientali un fattore chiave nella valutazione di un potenziale datore di lavoro. E quasi la metà afferma di aver fatto pressione internamente affinché l’azienda assumesse un ruolo più attivo su questi temi.

Non è più sufficiente presentare bilanci di sostenibilità o dichiarazioni d’intenti: servono azioni concrete, misurabili, credibili.

La supply chain al centro della credibilità aziendale

Uno dei segnali più forti emersi dalla ricerca riguarda la catena di fornitura, oggi osservata con sempre maggiore attenzione dalle nuove generazioni. L’effettiva sostenibilità di un’azienda passa anche da come e dove produce, dai materiali che utilizza, dai partner con cui lavora.

Dietro ogni promessa ambientale si cela una rete di decisioni operative, logistiche e industriali che devono rispecchiare gli impegni assunti. Gen Z e Millennials lo sanno e lo cercano. Più della metà degli intervistati è disposta a pagare di più per beni e servizi sostenibili, ma solo se l’intero processo produttivo regge alla prova della trasparenza. La catena del valore, un tempo invisibile al pubblico, è oggi una vetrina reputazionale.

Impatto personale, scelte consapevoli

Le scelte responsabili non si fermano al contesto lavorativo. Il 26% dei Gen Z e il 25% dei Millennials ha verificato l’impatto ambientale di un brand prima di acquistare. Due terzi si sentono ansiosi per la crisi climatica e oltre il 70% ha vissuto eventi climatici estremi nell’ultimo anno.

Molti adottano abitudini quotidiane per ridurre il proprio impatto, come scegliere veicoli elettrici o acquistare elettrodomestici ad alta efficienza. Questo indica una linea sempre più sottile tra valori personali e criteri professionali.

Crescita, benessere e senso

Oggi, solo il 6% dei Gen Z aspira a ruoli dirigenziali tradizionali: il concetto di carriera si evolve verso percorsi di crescita personale, non gerarchica. Oltre il 70% dedica tempo settimanale allo sviluppo di competenze, anche fuori dall’orario di lavoro.

La soddisfazione non passa solo dal reddito: conta anche la salute mentale, il riconoscimento, le opportunità di apprendimento e il senso di utilità sociale. Il 60% dei Gen Z e il 68% dei Millennials che si sentono finanziariamente sicuri dichiarano di essere felici, contro meno del 30% tra chi percepisce insicurezza economica.

Quando il lavoro riflette chi siamo

Per il 41% dei Gen Z e il 46% dei Millennials, il lavoro è una parte centrale dell’identità, seconda solo alle relazioni personali. Il senso di scopo è ritenuto fondamentale dal 92% dei Millennials e dall’89% dei Gen Z. Il 45% ha lasciato ruoli privi di significato e il 40% ha rifiutato incarichi per motivi etici.

E se non trovano coerenza nel contesto professionale, molti usano il lavoro come mezzo per abilitare il proprio impatto altrove, nella vita privata o nel volontariato.

Cosa cambia per le aziende

Il messaggio è inequivocabile: le nuove generazioni stanno alzando l’asticella. Cercano ambienti coerenti, trasparenti e capaci di integrare valori, benessere e sviluppo continuo. Per le imprese, si apre una sfida (e un’opportunità): ripensare processi, ruoli, filiere e modelli di leadership per costruire realtà più credibili e coinvolgenti.

Non si tratta solo di attrarre talento, ma di restare rilevanti in un contesto in cui le aspettative evolvono più velocemente delle strategie. Gen Z e Millennials stanno già indicando la direzione. Seguirla non è più un’opzione: è una scelta strategica.