Lamborghini pubblica il suo primo Rapporto di Sostenibilità, segnando un momento decisivo nella trasformazione della sua catena di fornitura. Trasparenza, responsabilità e sostenibilità diventano i nuovi pilastri operativi per l’iconico marchio italiano, noto finora soprattutto per le sue supercar ad alte prestazioni.
Dietro lo splendore delle vetture si cela una rete complessa di fornitori, ora sottoposta a controlli più severi e orientata a soddisfare standard ambientali, etici e sociali sempre più rigorosi.
Innovazione e sostenibilità possono convivere
Secondo Stephan Winkelmann, Chairman e CEO di Lamborghini, l’obiettivo è chiaro: “Con questo rapporto vogliamo rendere visibile ciò che fa già parte del nostro modo quotidiano di operare: l’idea che innovazione, prestazioni e sostenibilità possano coesistere e rafforzarsi reciprocamente.” Un impegno che permea ogni ambito dell’azienda, dalla produzione al procurement.
Un modello ibrido: globale negli standard, locale negli impatti
Lamborghini sta strutturando la propria supply chain seguendo un modello misto: da un lato, l’adesione agli standard globali del Gruppo Volkswagen, dall’altro un impatto diretto e positivo a livello locale. “Tutte le misure e gli sforzi del gruppo per promuovere la sostenibilità nella catena di fornitura e il rispetto dei diritti umani sono condivisi e applicati anche da Automobili Lamborghini,” si legge nel rapporto.
La maggior parte dei fornitori si trova nell’area EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa), una scelta strategica che supporta l’economia locale e riduce le emissioni legate al trasporto.
In parallelo, Lamborghini amplia le collaborazioni con cooperative sociali, assegnando appalti a favore dell’inclusione lavorativa di comunità svantaggiate, coniugando così qualità tecnica e impatto sociale.
Emissioni in crescita: sfida aperta per la supply chain
L’aumento delle vendite ha comportato anche un incremento delle emissioni indirette, in particolare quelle di Scope 3, legate all’intera catena del valore e all’uso del veicolo da parte dei clienti:
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2023: 745.939 tonnellate di CO₂e
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2024: 821.283 tonnellate di CO₂e
“Questo cambiamento è attribuibile all’aumento del numero di auto immesse sul mercato,” dichiara il rapporto.
Lamborghini però non si limita a monitorare: ha già avviato diverse iniziative per ridurre progressivamente l’impronta ambientale della supply chain:
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Utilizzo di carbonio e alluminio riciclati
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Impiego di contenitori logistici riutilizzabili
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Ottimizzazione delle rotte di trasporto a basse emissioni
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Servizi navetta e carpool aziendali
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Elettrificazione della flotta di servizio
Se non sei sostenibile, niente contratto: il sistema S-rating
Lamborghini ha introdotto un sistema strutturato di valutazione della sostenibilità per i fornitori, il cosiddetto S-rating, basato su criteri etici, sociali e ambientali. “Se un fornitore riceve un S-rating negativo, non potrà essere selezionato né ricevere commesse,” afferma l’azienda.
L’approccio segue rigorose linee guida del Gruppo Volkswagen e prevede la verifica dei requisiti già in fase di selezione. Un incentivo concreto per i fornitori a migliorare le proprie performance ESG.
Il procurement diventa leva strategica
Gli acquisti non sono più solo una funzione operativa, ma un elemento centrale della strategia aziendale. I contratti diventano strumenti per guidare il cambiamento, e la responsabilità è ormai parte integrante delle relazioni commerciali. “Questo rappresenta uno dei traguardi più importanti nel percorso di transizione delineato dalla nostra visione,” conclude Stephan Winkelmann.
Per un’azienda definita da precisione e prestigio, estendere questa stessa mentalità alla supply chain è una scelta naturale. Con il suo primo Rapporto di Sostenibilità, Lamborghini dimostra che anche un marchio sinonimo di lusso e potenza può affrontare la sfida della transizione ecologica. Una supply chain più etica, trasparente e locale è ora la strada maestra verso una mobilità davvero sostenibile.

