Dal 20 al 23 ottobre 2025, il Palais des Nations di Ginevra ha ospitato la 16ª sessione della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD16), con il tema “Shaping the future: Driving economic transformation for equitable, inclusive and sustainable development”.
L’evento ha riunito ministri del commercio e dell’economia, rappresentanti delle organizzazioni internazionali, della società civile, del settore privato e dei giovani, tutti chiamati a discutere le sfide globali e le politiche per un commercio più equo e sostenibile.

Catene di approvvigionamento sotto pressione

Uno dei temi centrali della conferenza è stato il rischio crescente di interruzione delle catene di approvvigionamento globali. Lo sviluppo sostenibile e le catene etiche sono minacciate da reti logistiche fragili, soggette a congestioni nei porti, deviazioni delle rotte marittime per instabilità geopolitiche o eventi climatici, aumento dei costi del carburante e difficoltà di adattamento rapido dei sistemi logistici.

Paesi vulnerabili: isole e stati senza sbocco sul mare

Le nazioni più colpite sono quelle insulari o senza sbocco sul mare, dove l’aumento dei costi di trasporto e le deviazioni delle rotte aggravano l’inflazione e i costi operativi, aumentando anche le emissioni di CO₂. Questi fattori rendono evidente come logistica e sviluppo economico siano strettamente interconnessi, e mostrano la necessità di strategie mirate per garantire resilienza e sostenibilità.

Strategie e soluzioni per supply chain stabili e inclusive

Durante UNCTAD16 sono emerse direttrici chiave per rendere le catene di approvvigionamento più sostenibili e inclusive. La diversificazione delle rotte e delle fonti logistiche è cruciale: ridurre la dipendenza da poche infrastrutture strategiche, creare corridoi alternativi e includere Paesi senza sbocco sul mare in “corridoi logici” internazionali permette di limitare i rischi di congestioni o interruzioni improvvise. Accanto a questo, la decarbonizzazione della logistica è essenziale: promuovere carburanti sostenibili, ridurre l’uso di trasporti fossili e sviluppare infrastrutture portuali resilienti al cambiamento climatico integra la logistica nelle strategie di economia verde globale.

La digitalizzazione e la visibilità dei flussi consentono di monitorare merci in tempo reale, ottimizzare percorsi e affrontare colli di bottiglia. Come sottolineato dal World Investment Report 2025, la digital economy cresce rapidamente, ma i benefici sono distribuiti in modo diseguale a causa di gap infrastrutturali, di competenze e di servizi. L’investimento estero diretto nel settore digitale, insieme all’adozione del Digital Compact delle Nazioni Unite del 2024, può aiutare i Paesi in via di sviluppo a colmare il divario tecnologico, favorire l’inclusione delle piccole imprese nelle catene globali e migliorare la resilienza complessiva delle supply chain.

Infine, la cooperazione internazionale e i partenariati transnazionali sono fondamentali per rafforzare la resilienza globale. Infrastrutture condivise, standard logistici comuni e supporto tecnico ai Paesi vulnerabili permettono di costruire reti più solide e inclusive.

Investimenti e finanza

L’accesso a risorse finanziarie adeguate è essenziale per modernizzare infrastrutture logistiche e sistemi digitali. Molti Paesi emergenti faticano a reperire fondi, aumentando il divario rispetto alle economie avanzate. Come riportato da Reuters, la Segretaria Generale dell’UNCTAD, Rebeca Grynspan, ha sottolineato che l’incertezza tariffaria globale rischia di rallentare gli investimenti, colpendo in particolare le piccole e medie imprese e i Paesi in via di sviluppo. Incentivare investimenti pubblici e privati, anche tramite partnership internazionali, è quindi cruciale per uno sviluppo sostenibile e inclusivo.

Impatti sociali e ambientali

Durante UNCTAD16 è stato evidenziato che la fragilità delle catene di approvvigionamento ha conseguenze sociali e ambientali significative. Le deviazioni delle rotte marittime allungano i tempi di trasporto, aumentano il consumo di carburante e le emissioni di CO₂, aggravando la situazione soprattutto nei Paesi insulari o senza sbocco sul mare. Inoltre, le condizioni di lavoro dei marittimi e degli operatori portuali, circa 1,9 milioni di persone, richiedono standard più elevati di tutela ambientale e sociale. Per garantire una vera sostenibilità, le catene devono integrare pratiche etiche, tutela dell’ambiente e inclusione economica, assicurando che lo sviluppo globale non lasci indietro nessuno.

Ostacoli e sfide future

Nonostante le strategie delineate, permangono sfide rilevanti: il finanziamento insufficiente, il divario tecnologico, la frammentazione normativa e la lentezza della transizione energetica continuano a limitarne l’efficacia. Le tensioni commerciali e l’incertezza tariffaria, come evidenziato dal rapporto UNCTAD sui flussi di investimento, rallentano ulteriormente gli investimenti nei Paesi vulnerabili. Per superare queste criticità è essenziale rafforzare la cooperazione internazionale, i partenariati pubblico‑privati e la condivisione di conoscenze e infrastrutture.

UNCTAD16 ha sottolineato che la logistica globale non è più solo un tema tecnico, ma un pilastro dello sviluppo economico sostenibile. Solo agendo su questi fronti, il commercio globale può diventare una leva concreta per uno sviluppo inclusivo e duraturo.