L’Oréal ha scelto di mettere la natura al centro della propria strategia aziendale. L’obiettivo è chiaro: costruire catene di fornitura sostenibili e resilienti attraverso pratiche di agricoltura rigenerativa e un approvvigionamento responsabile delle materie prime.
Questo impegno, riconosciuto dal World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), non si limita alla riduzione dell’impatto ambientale, ma mira a ricostruire e proteggere gli ecosistemi da cui dipendono i prodotti del gruppo.
Un nuovo modello di catena del valore
Per L’Oréal, la sostenibilità non è un progetto a margine, ma un modo per garantire la sicurezza della propria catena del valore. Gli ingredienti provenienti da agricoltura rigenerativa vengono considerati pilastri di innovazione e resilienza, fondamentali per la qualità dei prodotti e per la salute dei territori agricoli.
All’interno del programma L’Oréal for the Future, l’azienda ha fissato 15 obiettivi ambientali per il 2030 e ha istituito un fondo da 100 milioni di euro dedicato allo sviluppo di ingredienti e imballaggi sostenibili. L’idea di fondo è semplice ma ambiziosa: una catena di approvvigionamento sana nasce da suoli fertili, agricoltori supportati e risorse naturali tutelate.
L’azienda sta inoltre lavorando per rigenerare più terreno di quanto ne occupi con le proprie attività, contribuendo al ripristino degli ecosistemi in Brasile, Europa e India — aree cruciali per la produzione di materie prime strategiche.
Sostenere gli agricoltori nella transizione
La transizione verso modelli agricoli rigenerativi richiede tempo, risorse e fiducia. Per questo, L’Oréal ha ripensato i propri modelli di approvvigionamento introducendo contratti pluriennali, premi economici e programmi di formazione tecnica per gli agricoltori.
Queste misure riducono i rischi economici legati al cambiamento e garantiscono all’azienda un accesso stabile e sostenibile alle materie prime. Entro la fine del 2025, saranno dieci i progetti globali di agricoltura rigenerativa supervisionati dal gruppo.
Le politiche pubbliche rappresentano però ancora un ostacolo: in molti Paesi, i sussidi agricoli favoriscono ancora metodi tradizionali, rallentando la diffusione delle pratiche rigenerative. Una maggiore sinergia tra settore pubblico e privato potrebbe accelerare la transizione.
Il caso Cristal Union: un modello replicabile
Tra i progetti più significativi c’è la partnership con Cristal Union, una delle più grandi cooperative francesi di barbabietola da zucchero. Da cinque anni, L’Oréal sostiene finanziariamente e tecnicamente gli agricoltori per aiutarli ad adottare pratiche rigenerative su 1.300 ettari di terreno.
Il progetto è cruciale per garantire la fornitura di alcol, ingrediente strategico per la produzione di fragranze. Grazie a strumenti di monitoraggio come Cristal Vision, gli agricoltori possono misurare i progressi compiuti e accedere a premi economici in base ai risultati raggiunti.
Le pratiche promosse includono periodi più lunghi di colture di copertura, fondamentali per la salute del suolo e la cattura del carbonio, ma che comportano costi iniziali aggiuntivi. Il sostegno di L’Oréal consente di coprire parte di questi investimenti e di mantenere la sostenibilità economica delle aziende agricole coinvolte.
Questo modello, basato su fiducia, cooperazione e incentivi concreti, mira a creare un nuovo paradigma produttivo in cui l’agricoltura, l’industria e la biodiversità possano coesistere.
Collaborazione e scala globale
L’Oréal è consapevole che l’agricoltura rigenerativa non può svilupparsi in modo isolato. Attraverso la partecipazione a iniziative internazionali come One Planet Business for Biodiversity (OP2B), il gruppo contribuisce alla definizione di standard comuni e alla diffusione di pratiche replicabili a livello globale.
L’obiettivo finale è ambizioso ma concreto: trasformare le catene di fornitura in sistemi che restituiscono più di quanto prelevano, assicurando al contempo la resilienza delle comunità agricole e la stabilità delle risorse naturali da cui dipende il business.

