Per raggiungere il suo ambizioso obiettivo di diventare carbon negative entro il 2030, Microsoft lancia un appello chiaro: i fornitori devono fare la loro parte.
Oltre il 97% delle emissioni totali dell’azienda rientra nelle cosiddette emissioni Scope 3 — cioè quelle indirette, generate lungo la catena del valore, dalla produzione di beni e servizi all’uso dei prodotti da parte dei clienti.
Quasi il 75% di queste emissioni Scope 3 proviene da beni e servizi acquistati (come materiali, elettronica, forniture) e beni capitali (edifici, veicoli, attrezzature), secondo Melanie Nakagawa, Chief Sustainability Officer di Microsoft.
Il primo summit globale dei fornitori a Singapore
Questi temi sono stati al centro del primo Global Supplier Sustainability Summit di Microsoft, tenutosi a Singapore a maggio. Fornitori da tutta l’Asia e non solo si sono confrontati su strategie per ridurre le emissioni e collaborare su larga scala per la sostenibilità. “Non facciamo questo lavoro perché è facile, ma perché è necessario”, ha dichiarato Will Hudson, Direttore della politica energetica e sostenibilità di Microsoft.
Per rispettare i propri impegni, Microsoft deve azzerare le emissioni Scope 1 e 2 (dirette), ma soprattutto ridurre di oltre il 50% le Scope 3, e rimuovere più CO₂ di quanta ne emette.
Tuttavia, queste emissioni indirette sono aumentate del 30,9% dal 2020, spinte dalla rapida espansione dei data center necessari per sostenere il cloud e l’intelligenza artificiale.
Focus su elettricità e materiali critici
Microsoft ha individuato i principali “hotspot” emissivi della propria filiera, ovvero i settori più inquinanti ma anche con maggiori potenzialità di riduzione: materiali come metalli, vetro e plastica, usati nei data center, generano emissioni elevate sin dall’estrazione e produzione.
Una delle leve più efficaci? L’elettricità pulita. Per questo Microsoft ha aggiornato il suo Codice di Condotta dei Fornitori: entro il 2030, su richiesta, i fornitori dovranno utilizzare solo elettricità 100% a zero emissioni (CFE) per i beni e servizi forniti a Microsoft.
Questa elettricità dovrà essere locale (generata nella stessa regione in cui viene consumata) e dovrà provenire da nuova capacità installata, non semplicemente da fonti esistenti.
Dati, tecnologia e innovazione per ridurre le emissioni
L’azienda investe anche in tecnologie per monitorare le emissioni e supportare fornitori nella transizione:
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Il 70% delle impronte di carbonio dei prodotti Microsoft è calcolato con dati primari dei fornitori (rispetto alla media del settore del 20%);
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Il fondo “Climate Innovation Fund” da 1 miliardo di dollari sostiene tecnologie come LineVision, che usa l’intelligenza artificiale per aumentare la capacità delle linee elettriche esistenti, permettendo l’integrazione di più rinnovabili;
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Sono oltre 80 le azioni messe in campo da Microsoft per ridurre le Scope 3: tra queste, incentivi alla transizione verso cemento e acciaio a basse emissioni, e acquisti strategici per favorire lo sviluppo di materiali più sostenibili.
I fornitori al centro della strategia climatica
Il messaggio è chiaro: nessuna grande azienda può raggiungere i propri obiettivi climatici da sola. Coinvolgere fornitori, migliorare la misurazione, innovare nei materiali e spingere sul rinnovabile sono passi essenziali per costruire una catena del valore davvero sostenibile.

