La trasformazione delle supply chain verso modelli più sostenibili passa oggi da un elemento chiave: il packaging. In un contesto segnato da normative ambientali stringenti, consumatori sempre più consapevoli e pressione sugli obiettivi ESG (Environmental, Social and Governance), l’imballaggio sostenibile non è più un’opzione accessoria. È un fattore strutturale che impatta direttamente l’efficienza operativa, la resilienza della catena di fornitura e la competitività a lungo termine delle aziende.

Packaging e supply chain: un legame inscindibile

La sostenibilità dell’imballaggio è diventata uno dei primi fronti su cui i leader delle supply chain stanno intervenendo per ridurre l’impronta di carbonio, ottimizzare i flussi logistici e contenere i costi. Questo vale soprattutto in Europa, dove le nuove normative – come il Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR) – impongono requisiti stringenti sulla progettazione riciclabile e la riusabilità degli imballaggi entro il 2030.

Le aziende stanno quindi ripensando radicalmente le proprie filiere: non si tratta solo di cambiare il materiale usato per una scatola, ma di ripensare i processi a monte e a valle della supply chain, dalla selezione dei fornitori alla logistica dell’ultimo miglio, fino alla gestione del fine vita dei materiali.

Un nodo critico per le filiere europee

Secondo il Material Change Index condotto da DS Smith, in mercati chiave dell’UE come Germania, Italia, Francia e Spagna, oltre il 60% degli imballaggi alimentari utilizza ancora plastica. Un dato che evidenzia la distanza tra obiettivi di sostenibilità e realtà industriale. Le supply chain si trovano spesso bloccate tra la domanda dei consumatori per soluzioni più ecologiche e la difficoltà di riconvertire i sistemi esistenti senza impattare costi e tempistiche.

Infatti, il 40% delle aziende europee cita il costo delle materie prime sostenibili come principale ostacolo, mentre il 65% teme che scelte più ecologiche possano compromettere la convenienza per il consumatore finale. Questo freno alla transizione è particolarmente critico nelle catene di fornitura globali, dove l’interdipendenza tra fornitori e la complessità logistica aumentano i rischi e riducono la flessibilità.

Ridurre gli sprechi nella catena di fornitura

Secondo Michael Colarossi di Avery Dennison, la supply chain è uno dei principali generatori di spreco: imballaggi ridondanti, materiali non ottimizzati e logistica inefficiente generano costi ambientali ed economici evitabili. Le soluzioni? Intelligenza artificiale, packaging intelligente (con sensori o RFID), etichette digitali tracciabili e modelli di riuso stanno trasformando le catene di fornitura in ecosistemi più circolari e trasparenti.

In questo senso, il packaging diventa uno strumento di ottimizzazione operativa: imballaggi più leggeri e compatti riducono lo spazio occupato nei magazzini e nei trasporti, abbassando le emissioni legate alla logistica. Inoltre, sistemi di etichettatura avanzati migliorano la tracciabilità e la gestione dei resi, favorendo modelli di riutilizzo sempre più integrati.

Case study europei: collaborazione e innovazione

In Europa, alcune aziende stanno già integrando in modo strutturato soluzioni sostenibili nella supply chain. Un esempio è Zalando, che ha avviato una partnership con DS Smith per adottare packaging in cartone ondulato riciclato per tutti gli ordini europei. Questo consente non solo di ridurre l’uso di plastica, ma anche di ottimizzare la logistica, grazie a imballaggi progettati su misura per ridurre lo spazio inutilizzato e facilitare il riciclo.

Altre aziende stanno lavorando su modelli di refill e multiuso, supportati da tecnologie come codici QR e etichettatura intelligente, che semplificano la gestione dei flussi di rientro dei materiali nella catena produttiva, migliorando l’efficienza di filiera.

Legislazione e competitività: una sfida per la supply chain

La pressione normativa sta accelerando la trasformazione della supply chain. Tuttavia, molte aziende temono che un cambiamento troppo rapido possa renderle meno competitive. È qui che la standardizzazione e il supporto governativo possono fare la differenza. Come ha dichiarato Miles Roberts, ex CEO di DS Smith, “i governi devono creare un campo di gioco equo, in cui l’innovazione e gli investimenti nella sostenibilità siano premiati e non penalizzati”.

Le imprese che sapranno cogliere questa sfida e integrare la sostenibilità nel cuore della propria supply chain saranno quelle in grado di prosperare nel nuovo contesto economico e normativo europeo.

La sostenibilità è una questione di filiera

La transizione verso packaging sostenibili rappresenta una leva strategica per trasformare le supply chain europee, renderle più efficienti, resilienti e in linea con le nuove richieste di mercato. Non si tratta solo di rispettare le regole, ma di ripensare il modo in cui i prodotti vengono progettati, distribuiti e restituiti all’interno di un ciclo virtuoso.

Le aziende che riusciranno ad affrontare con decisione questa trasformazione, innovando i propri modelli operativi e collaborando lungo tutta la filiera, non solo miglioreranno il proprio impatto ambientale, ma acquisiranno un vantaggio competitivo duraturo in un mercato sempre più attento e regolamentato.