La gestione della supply chain sta vivendo una trasformazione epocale. In un contesto dominato da incertezze e vulnerabilità, le aziende si trovano costrette a rivedere i propri modelli di approvvigionamento. Secondo lo studio “2025 Risk Management in Procurement” di INVERTO (Boston Consulting Group), ben l’87% delle aziende prevede di ristrutturare la propria supply chain entro i prossimi cinque anni.

Una percentuale schiacciante che rivela un cambio di rotta profondo e strutturale, reso necessario da quella che Inverto definisce una “policrisi”: un insieme di disruptions sovrapposte — come l’aumento dei costi, l’instabilità geopolitica, le crisi energetiche e i disastri ambientali — che stanno mettendo a nudo le debolezze sistemiche delle reti di fornitura globali.

Rischi in aumento, pianificazione tradizionale superata

Negli ultimi 12 mesi:

  • 57% delle aziende ha sperimentato carenze di fornitura

  • 55% ha dovuto affrontare costi di approvvigionamento più alti e incertezza finanziaria

  • 33% segnala l’aumento dei costi energetici come rischio

  • 23% ha subito interruzioni legate a eventi climatici estremi (alluvioni, incendi, siccità)

Il 37% delle imprese considera oggi il rischio legato alla supply chain come il principale rischio operativo. Si tratta di una vera inversione di paradigma: la resilienza diventa più importante dell’efficienza, e i vecchi modelli di gestione del rischio non sono più sufficienti in un mondo interconnesso e imprevedibile. “Le aziende non devono più gestire singoli eventi isolati, ma un intreccio di crisi sovrapposte che amplificano le fragilità delle loro catene di fornitura”, spiega Lina Tilley, Principal di Inverto a Londra.

Come le imprese stanno reagendo

Per rispondere alla nuova complessità, le direzioni procurement stanno adottando strategie innovative e proattive. Tra le principali azioni intraprese:

  • Diversificazione della base fornitori per ridurre la dipendenza da singole aree geografiche

  • Aumento delle scorte di sicurezza per tamponare i ritardi imprevisti

  • Audit più frequenti per anticipare le vulnerabilità

  • Velocizzazione dei piani di emergenza

  • Migliore visibilità e tracciabilità nella supply chain, abilitata dal digitale

L’obiettivo non è più solo gestire la logistica, ma progettare supply chain flessibili, adattabili e pronte a evolvere.

Il peso crescente del clima e dell’energia

Il cambiamento climatico è ormai un driver diretto di interruzione per molte imprese. Una su quattro segnala danni da incendi, alluvioni o ondate di calore. Questi eventi provocano:

  • danni infrastrutturali,

  • stop temporanei alla produzione,

  • scarsità di risorse idriche o materie prime.

A questo si somma l’aumento dei prezzi dell’energia, che non è solo una minaccia per la competitività, ma anche per la sostenibilità a lungo termine dei modelli industriali.

Secondo Inverto, la vera sfida non è tanto identificare un singolo rischio, quanto affrontare la natura interconnessa e cumulativa delle minacce.

L’AI è la chiave (ancora poco usata)

In uno scenario tanto instabile, gli strumenti digitali avanzati – in particolare l’intelligenza artificiale – possono offrire vantaggi enormi. Eppure, solo il 45% delle aziende ha già adottato l’AI per la gestione del rischio della supply chain.

Un dato sorprendente, se si considerano i benefici concreti dell’IA:

  • anticipare interruzioni,

  • simulare scenari di rischio,

  • prendere decisioni più rapide e informate.

Il Regno Unito guida l’Europa in questo campo, seguito da Germania e Italia, ma Inverto avverte che questo vantaggio rischia di erodersi senza investimenti continui in digitalizzazione integrata. “AI e strumenti digitali sono essenziali per creare trasparenza, prerequisito per supply chain più agili e reattive”, afferma Lina Tilley.

“Le aziende che adotteranno un approccio tecnologico proattivo avranno un vantaggio competitivo concreto nella gestione del rischio.”

Dal caos all’opportunità: progettare le supply chain del futuro

Il mondo della supply chain non tornerà più allo stato pre-pandemico. L’unica via è l’innovazione continua, basata su tre pilastri: resilienza, sostenibilità e tecnologia. Le aziende che sapranno affrontare la policrisi globale con strumenti avanzati, visione strategica e adattabilità, saranno quelle capaci di trasformare ogni rischio in un’opportunità.