Secondo il GEP Global Supply Chain Volatility Index, basato su un sondaggio mensile di 27.000 aziende, a settembre 2025 il valore globale è stato di -0,38, stabile rispetto ad agosto (-0,39). Questo valore negativo indica che le catene di approvvigionamento globali operano sotto la piena capacità, con minore volatilità ma crescita contenuta. L’indice monitora aspetti chiave come domanda, carenze di materiali, costi di trasporto, scorte e backlog, diventando un indicatore strategico per le decisioni dei CPO e dei Supply chain manager.
Panoramica globale a settembre 2025
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Cina: forte aumento degli acquisti nelle fabbriche, spingendo l’attività di approvvigionamento globale al ritmo più rapido dal 2022.
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Nord America: rallentamento dovuto a ritardi tariffari e preoccupazioni economiche crescenti.
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Europa: persistente debolezza delle catene di approvvigionamento, con Germania, Francia e Italia in calo e UK con lieve miglioramento ma sotto pressione.
Europa: rallentamento delle catene di approvvigionamento
Secondo il GEP Global Supply Chain Volatility Index, l’attività delle catene di approvvigionamento in Europa ha raggiunto il minimo dal marzo 2025, con un indice pari a -0,90, segnando un calo significativo. In Germania, Francia e Italia, i produttori hanno ridotto acquisti e scorte, mentre nel Regno Unito l’indice è salito leggermente a -0,57 da -0,90, ma la debolezza del manifatturiero rimane evidente.
– Cause principali del rallentamento
- Riduzione degli acquisti e delle scorte: la domanda interna debole ha portato i produttori europei a ridurre gli acquisti e le scorte.
- Pressioni tariffarie e incertezze politiche: i dazi e le incertezze politiche hanno rallentato le decisioni di approvvigionamento e aumentato i costi.
- Rallentamento della domanda esterna: la domanda per le esportazioni europee è in calo, con previsione di crescita del PIL globale ridotta al 3,3% nel 2025, rispetto al 3,6% dell’anno precedente.
– Settori industriali più colpiti
Il settore automobilistico europeo sta affrontando sfide significative a causa delle interruzioni nella supply chain delle batterie e della crescente dipendenza da fornitori extra-UE, in particolare dalla Cina. Componenti critici come le batterie agli ioni di litio e le terre rare, essenziali per motori elettrici e componenti automobilistici, sono sotto pressione, aumentando i rischi per la produzione.
Anche il settore elettronico europeo sta vivendo difficoltà a causa della carenza di semiconduttori e dell’aumento dei costi delle materie prime. La crescita rimane moderata, ma la volatilità commerciale e la transizione verso i veicoli elettrici mettono alla prova la resilienza delle catene di approvvigionamento.
Il settore chimico/farmaceutico registra una stagnazione produttiva, con calo dei prezzi e delle vendite dovuto a tensioni geopolitiche e a un contesto economico debole. La volatilità dei prezzi dei precursori chimici e delle materie prime importate influisce negativamente sulla produzione e sulla gestione delle scorte.
Implicazioni per CPO e Supply chain manager
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Strategie di approvvigionamento più agili: diversificazione dei fornitori per ridurre la dipendenza da mercati critici e utilizzo di dashboard digitali e tecnologie avanzate per monitorare in tempo reale ordini, scorte e trasporti, anticipando ritardi e variazioni nei prezzi.
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Gestione dei rischi e resilienza: implementazione di sistemi di risk management per identificare e mitigare le vulnerabilità, garantendo continuità operativa anche in caso di shock geopolitici o interruzioni logistiche.
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Innovazione e sostenibilità: investimento in processi green e tecnologie innovative per ottimizzare l’efficienza, ridurre i costi, migliorare la trasparenza e rispondere alle normative, attraverso strumenti come il monitoraggio delle emissioni e l’approvvigionamento sostenibile.
Strategie e prospettive per le supply chain europee
L’Europa affronta catene di approvvigionamento sotto stress, con rallentamenti significativi in Germania, Francia e Italia e persistente debolezza nel Regno Unito. Le aziende che adotteranno strategie agili, digitalizzate e diversificate saranno meglio posizionate per affrontare le sfide del 2026. È fondamentale bilanciare costi, resilienza e sostenibilità per navigare la nuova normalità globale delle supply chain.
Tra le opportunità emergenti ci sono il reshoring o nearshoring per ridurre i rischi legati ai fornitori extra-UE, l’economia circolare per ottimizzare scorte e ridurre sprechi, e le collaborazioni pubblico-private per sviluppare infrastrutture logistiche più resilienti e sostenibili.
Per affrontare queste pressioni e aumentare la resilienza, molte aziende europee stanno puntando su innovazione digitale e strategie green, come emerge dal Rapporto 2025 della European Investment Bank (EIBIS).

