Un nuovo studio globale di EcoVadis evidenzia un impegno crescente delle aziende di tutto il mondo nel migliorare le proprie performance ambientali, sociali ed etiche, sia nelle operazioni interne sia lungo le catene di fornitura. La nona edizione del Global Supply Chain Sustainability Risk & Performance Index 2025 si basa su 159.000 valutazioni condotte tra il 2020 e il 2024, di cui circa 49.000 solo nell’ultimo anno, analizzando quasi 89.000 aziende in 250 settori e 150 Paesi. Negli ultimi cinque anni, il numero di valutazioni di sostenibilità è cresciuto del 167%, segnalando una crescente attenzione globale verso pratiche ESG.
“In un contesto segnato da conflitti geopolitici, tensioni commerciali e polarizzazione politica, alcune aziende hanno rallentato i propri impegni ESG, mentre altre stanno rafforzando i programmi di sostenibilità come risposta alle incertezze,” commenta Sylvain Guyoton, Chief Rating Officer di EcoVadis.
Come funziona l’Index
EcoVadis valuta le aziende su quattro pilastri fondamentali:
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Ambiente
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Lavoro e Diritti Umani
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Etica
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Approvvigionamento Sostenibile
Il punteggio va da 0 a 100 e le performance vengono classificate in cinque fasce:
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Insufficiente (0-24)
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Parziale (25-44)
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Buono (45-64)
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Avanzato (65-84)
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Eccellente (85-100)
Nel 2024, la media globale ha raggiunto 53,4 punti, collocando la maggior parte delle aziende nella fascia “Buono”, con progressi evidenti tra chi è stato valutato più volte.
Progressi regionali e nazionali
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Asia-Pacifico (APAC): ha registrato i maggiori progressi, con un aumento medio di 3 punti su tutti e quattro i temi. Le aziende APAC hanno superato quelle del Nord America in Ambiente e stanno rapidamente colmando il divario negli approvvigionamenti sostenibili, anche se restano indietro in Etica e Lavoro e Diritti Umani.
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Europa: media di 57,8 punti, con Paesi leader come Finlandia, Svezia e Francia. Circa un quarto delle aziende europee rientra nella fascia Avanzato.
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Italia: punteggio medio 58,3, sopra la media globale e europea, e tra le migliori in Europa, davanti a Germania (55,4) e Spagna (58,1), vicina a Regno Unito (58,7) e Francia (60,4).
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Nord America: media di 50,2, con il Canada leggermente davanti agli Stati Uniti. Nonostante i grandi gruppi spesso sotto-performino rispetto alle PMI, mostrano maggiore possibilità di raggiungere livelli avanzati.
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America Latina: unica regione in calo (-0,8 punti), con performance in miglioramento in Cile (+5,2) ma regressione in Messico.
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Africa e Medio Oriente: forte crescita delle valutazioni (+42%), ma la performance complessiva resta più bassa (45,4).
Trend globali 2024
- Crescita dei rating ESG: La Cina ha superato gli Stati Uniti come secondo Paese più attivo (dietro la Francia). L’Africa e il Medio Oriente guidano la crescita regionale (+42%).
- Rischi tra i nuovi valutati: Oltre un terzo delle aziende al primo rating ha ottenuto punteggi inferiori a 45, con debolezze più marcate negli USA (45%) e in Cina (62%).
- Miglioramento con valutazioni ripetute: L’86% delle aziende multi-cycle ha superato la soglia dei 45 punti, e il 27% ha raggiunto lo status Avanzato.
- Procurement sostenibile ancora fragile: Nonostante un incremento medio di +1,9 punti, resta il tema più critico; il 75% delle aziende al primo rating rientra nella fascia di rischio medio-alto.
- Spinta globale verso l’azione: Le aziende non si limitano a valutare i rischi, ma investono attivamente per progressi misurabili. L’87% dei dirigenti statunitensi mantiene o aumenta gli investimenti ESG nel 2025.
Performance per tema
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Ambiente: media globale 55,1, con l’Europa in testa e l’APAC in forte crescita.
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Lavoro e Diritti Umani: tema meglio valutato (56,3), con progressi significativi in Asia.
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Etica: media 49,7, migliorata soprattutto in APAC, ma ancora carente in strumenti anti-corruzione e whistleblowing.
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Approvvigionamento Sostenibile: media 43,1, tema più debole, con progressi lenti e una larga percentuale di aziende a rischio.
Tra rischi e opportunità
L’Index 2025 evidenzia un quadro complesso:
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Criticità persistono, soprattutto tra le nuove aziende valutate e nelle filiere con dati frammentati.
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Le aziende che investono regolarmente in programmi strutturati e valutazioni ESG registrano resilienza, trasparenza e ritorni concreti.
Sylvain Guyoton sottolinea: “Le aziende che si dedicano alla sostenibilità aziendale stanno raccogliendo benefici concreti – riduzione dei rischi, maggiore resilienza, performance della catena di fornitura, risparmi sui costi e crescita – e stanno dettando il ritmo per il resto del mercato.”
In un contesto di normative sempre più stringenti e scadenze per la decarbonizzazione, le aziende che puntano su filere etiche e sostenibili non solo riducono i rischi, ma si posizionano come leader nella trasformazione del commercio globale.

