Le aziende del settore trasporti e industriale stanno affrontando un aumento significativo dei costi legati alle tensioni commerciali globali. Secondo l’ultimo Trade Pulse Survey di HSBC, il 63% delle imprese del comparto segnala rincari già in atto a causa di dazi e interruzioni negli scambi internazionali.

Costi in crescita e prospettive incerte

Il sondaggio, condotto su 5.750 aziende in 13 mercati globali, evidenzia come oltre due terzi delle imprese a livello trasversale abbiano già subito l’impatto finanziario di queste dinamiche.

Per il settore trasporti e industriale la situazione non è migliore: il 71% degli operatori si aspetta un ulteriore incremento dei costi nei prossimi sei mesi, con effetti destinati a durare almeno due anni. La mancanza di prevedibilità è un problema chiave: solo il 18% delle imprese dichiara di poter stimare con un certo grado di sicurezza domanda e spese per i prossimi 12 mesi, contro una media cross-settore del 21%.

Oltre all’aumento dei costi, molte aziende registrano una contrazione media dei ricavi del 18%, evidenziando la pressione simultanea su margini e sostenibilità finanziaria. Vivek Ramachandran, Head of Global Trade Solutions di HSBC, sintetizza la sfida: «Con oltre il 70% delle aziende che prevede un aumento sostenuto dei costi e una perdita media di ricavi del 18%, l’imperativo è adattarsi con agilità e costruire partnership solide per affrontare un’economia globale in rapido cambiamento».

Digitalizzazione e innovazione come leve di resilienza

Il sondaggio mostra che oltre la metà delle aziende del settore ha accelerato digitalizzazione e automazione per gestire l’incertezza: soluzioni basate su AI, IoT, blockchain logistica e digital twin delle supply chain stanno diventando strumenti chiave per migliorare visibilità e capacità di risposta.

In parallelo, circa il 51% delle aziende ha lanciato nuovi prodotti o servizi, mentre il 58% ha adottato piattaforme digitali per ottimizzare i processi, e il 56% ha ristrutturato efficienza e struttura dei costi. La pressione dei dazi e dei rischi geopolitici si sta quindi trasformando in un fattore di innovazione strategica.

Nearshoring: intenzioni forti, azioni deboli

Una risposta strategica è il nearshoring, cioè il riavvicinamento della produzione ai mercati domestici. Nel settore trasporti e industriale oltre la metà delle imprese (55%) sta considerando questa opzione, più alta rispetto al 49% della media globale. Tuttavia, solo il 29% ha già avviato processi concreti, contro il 34% degli altri comparti.

Oltre al nearshoring, molte aziende stanno valutando la regionalizzazione e multi-shoring delle supply chain: creare più nodi di produzione e approvvigionamento per ridurre la dipendenza da singoli mercati o corridoi logisitici critici. Questo approccio risponde anche alla crescente volatilità delle rotte commerciali, con particolare attenzione a USA, Cina, Medio Oriente e canali marittimi strategici come il Mar Rosso e il Canale di Suez.

USA e Cina: pragmatismo nelle scelte commerciali

Il quadro geopolitico pesa ulteriormente. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina, con dazi reciproci e rapporti diplomatici altalenanti, hanno alimentato nuova volatilità.

Interessante notare che solo il 29% delle imprese di trasporti e industria prevede di rafforzare i legami con gli USA, rispetto al 39% della media. Al contrario, quasi la metà (48%) guarda con maggiore interesse alla Cina, evidenziando un approccio più pragmatico che ideologico: le aziende cercano opportunità concrete piuttosto che allineamenti politici.

Sostenibilità: una priorità anche sotto pressione

Nonostante i costi in crescita, le imprese mantengono alta l’attenzione verso investimenti green e strategie di decarbonizzazione: veicoli elettrici, carburanti alternativi e ottimizzazione dei trasporti rimangono priorità regolatorie e competitive. Questo implica bilanciare resilienza finanziaria e sostenibilità ambientale in un contesto sempre più complesso.

Un settore in cerca di resilienza

Il sondaggio HSBC offre un’immagine chiara: trasporti e industria sono tra i comparti più esposti all’incertezza del commercio globale. Con margini compressi, costi in aumento e scenari geopolitici complessi, il futuro richiede strategie di adattamento proattive, dall’innovazione digitale alle nuove partnership, passando per la ristrutturazione delle supply chain e il nearshoring.

In un mondo dove l’imprevedibilità è la norma, resilienza, flessibilità e capacità di innovare saranno il vero vantaggio competitivo per le aziende del settore.