All’interno del variegato mondo del management aziendale vi sono diversi comparti e settori in grande crescita oggi, tra cui spicca per importanza e prospettive quello dell’Internet of Things, ovvero dell’integrazione tra canali fisici e digitali di produzione, tra forza lavoro umana e tecnologica. Si tratta come si potrà intuire di un processo fondamentale per ogni azienda oggi, in quanto in un mondo sempre più interconnesso come quello in cui stiamo vivendo l’ottimizzazione dei processi aziendali passa e deve passare da un uso strategico e intelligente di tutte le parti chiamate in gioco. L’IoT è oggi a livello globale tra i temi più seguiti dalle grandi aziende e dai responsabili acquisti, ma si tratta secondo le ultime statistiche di un obiettivo ancora lontano per la maggior parte delle società.
Secondo gli ultimi dati forniti dall’intelligent enterprise index di Zebra Technologies in effetti oltre il 48% delle aziende esistenti al mondo ha già iniziato questo percorso di interconnessione, ma in realtà solo il 5% di loro secondo l’indagine può oggi davvero definirsi smart. La volontà rimane ferma e innegabile secondo gli analisti, ma di fatto oltre il 50% del campione considerato si attende resistenze anche importanti nel corso di quest’opera, mentre le soluzioni proposte non sembrano essere orientate in un piano pratico e concreto se non nella minima parte dei casi, circa il 21% secondo Zebra Technologies. Il sondaggio è stato rivolto a vari settori ed enti come sanitari, manifatturieri, logistica e retail, ed è stato distribuito tra oltre 900 partner dislocati tra Usa, Regno Unito, Francia, Germania, Messico, Brasile, Cina, India, Australia e Nuova Zelanda in modo da fornire una reale prospettiva a livello mondiale.
Come accennato tuttavia solo il 48% delle società sta già compiendo passi per diventare “Azienda Intelligente” segnando punteggi tra 50 e 75 punti sull’indice generale, mentre solo il 5% supera i 75 punti: vi è insomma ancora molta strada da fare, ma l’analisi approfondita di Zebra Technologies si è occupata anche di mettere in luce i criteri che contribuiscono a rendere smart una società: secondo gli analisti la struttura di un’azienda intelligente si basa su soluzioni tecnologiche che integrano il cloud computing, la mobilità e l’Internet of Things e in grado di sentire in modo automatico le informazioni provenienti dagli asset dell’azienda. I dati operativi provenienti da questi asset, inclusi lo status, la localizzazione, l’utilizzo o le preferenze, vengono analizzati per fornire suggerimenti operativi, i quali a loro volta possono diventare una utile guida e dare agli utenti la possibilità di prendere decisioni più tempestive con maggiore libertà.
Del target considerato poi il 42% delle aziende analizzate spende ogni anno più di un 1 milione di dollari in soluzioni IoT, con una media di ben 3,1 milioni di dollari l’anno. Di questi la maggior parte si attende che queste cifre aumentino nei prossimi anni, mentre il 57% delle aziende possiede già un piano per l’IoT già attivo sin da ora. Nonostante solo il 36% attualmente possa contare su un’implementazione dell’IoT sull’intera azienda, ci si aspetta comunque che il 62% lo implementerà in futuro, spinto da stimoli importanti quali l’incremento dei profitti e l’espansione verso nuovi mercati. Si tratta comunque di un’innovazione sempre più diffusa e ricercata dalle aziende, come i dati appena mostrati peraltro confermano, il tutto in un’ottica di potenziamento e ottimizzazione dei processi aziendali che piace alle aziende e anche ai bilanci.