di Alice Nicole Ginosa

Rinnovare, cambiare, adeguare. Dopo una veloce ricerca su Google dei sinonimi del verbo “innovare”, queste sono all’incirca le risposte che si trovano tra i risultati. Tre verbi, o meglio, tre azioni che riassumono a grandi linee la figura dell’innovation manager e del suo compito all’interno dell’azienda. 

Sull’onda della digital transformation, del design thinking e della metodologia agile, le pagine dei giornali, post di linkedin e perfino le ricerche accademiche si sono concentrate, ancora di più negli ultimi tempi, sull’ innovation management, una parola che al suo interno racchiude la chiave del cambiamento aziendale.  Stimolare, essere proattivi, anticipare i trend e adattare, tutte azioni che l’innovation manager attua nel panorama aziendale.

Ma come possiamo definire l’innovation management in poche parole?

Prima di tutto è un esploratore, un cacciatore di opportunità e di partner, ma è anche un change manager, un guru del cambiamento culturale aziendale. Una figura che ispira e motiva, dalle spiccate doti di leadership e che arricchisce il suo profilo con l’analisi del budget e la gestione dei progetti. 

Carismatico e strategico, sa come muoversi e dove portare l’azienda. A metà tra lo psicologo in grado di ascoltare e di stanare il problema e il chirurgo che tramite filo da sutura ricollega la strategia di innovazione con gli obiettivi del business. 

Una volta abbozzato l’identikit dell’innovation manager è il momento di scoprire gli strumenti a supporto della cultura dell’innovazione, da accompagnare con tanta attenzione e dedizione. Punto di partenza che innesca la miccia del cambiamento è la giusta dose di creatività e di apertura mentale. Ci vuole rottura con gli schemi prestabiliti, un ribaltamento del potere che abbatta la gerarchia e favorisca un modello orizzontale per la presa delle decisioni. Parole come brainstorming e pensiero laterale, confronto e design thinking diventano pratiche all’ordine del giorno, ma solo se inserite in un ambiente in grado di accoglierle. L’innovation management deve anche saper farsi ascoltare dagli uffici al vertice e ascoltare le persone che popolano l’azienda, magari davanti a un caffè. La sua abilità sarà grande quanto la sua capacità di scrivere insieme all’azienda il suo percorso verso l’innovazione

Ultime novità sull’innovation manager

In un articolo del 17 gennaio di Business Insider Italia si legge che nel 2020, per il quarto anno consecutivo, gli investimenti delle aziende italiane nel settore dell’ innovation management sono in aumento tra il 2,8% e il 2,9%. 

Il contesto digitale che viviamo spinge le aziende a ripensare il modus operandi interno, ad aprire la mente verso strade diverse, ad accogliere il cambiamento nelle dinamiche più intrinseche dell’azienda stessa.  Oltre agli investimenti previsti quest’anno, l’attenzione per l’innovazione giunge anche dallo stesso Governo italiano che a inizio gennaio ha annunciato alcuni cambiamenti sul voucher innovation manager, un contributo a fondo perduto a favore delle PMI italiane per prestazioni consulenziali da parte di specialisti di innovazione. Una misura che punta a soddisfare i processi di trasformazione digitale, innovazione gestionale e organizzativa delle PMI e delle reti d’imprese. Ma non solo: parliamo di consolidare un legame tra il nuovo gruppo dei manager dell’innovazione e il mondo imprenditoriale. 

Il voucher: cosa cambia

Il 22 gennaio 2020 si è tornato a parlare del voucher, introducendo due grandi novità. In primis si è assicurato lo stanziamento di nuove risorse finanziarie per soddisfare le domande non finanziabili per esaurimento fondi. La seconda notizia riguarda la proroga del termine ultimo di sottoscrizione del contratto di consulenza specialistica. L’applicazione del voucher innovation manager ha infatti valore solo ed esclusivamente nel caso in cui si riferisce a un contratto di consulenza specialistica sottoscritto tra PMI o rete d’imprese e un innovation manager iscritto nell’elenco del Mise. 

Se inizialmente il termine per la concessione delle agevolazioni era di 30 giorni dalla data di pubblicazione da parte del Mise della concessione delle agevolazioni, ora qualcosa è cambiato. Dopo numerose richieste di proroga per la tempistica troppo ristretta, si è deciso di prolungare il termine a 60 giorni purché il contratto sia in possesso di determinati requisiti: 

  • contenuto;
  • finalità;
  • modalità organizzative di concreto svolgimento dell’incarico.
  • ambito di svolgimento della consulenza specialistica;
  • articolazione delle prestazioni, con indicazione delle concrete modalità organizzative;
  • numero di giornate/uomo del manager, data di avvio e data di ultimazione delle attività;
  • risultati attesi;
  • compenso per l’incarico manageriale e modalità di pagamento, con indicazione separata dell’IVA se dovuta;
  • sottoscrizione da ambo le parti con firma digitale. 

La durata del contratto deve essere compresa tra 9 mesi e 15 mesi.