Dopo che la diffusione della pandemia si è affievolita, la Cina è tornata a comprare. Avevamo già parlato del revenge spending, ma in un recente articolo di McKinsey & Company sono stati evidenziati 4 trend di shopping della Cina post-coronavirus. Un Paese che si sta riprendendo e che sta riaprendo le proprie fabbriche, riattivando la sua produzione e riattivando l’economia. La crisi però ha lasciato un segno, soprattutto nel mondo in cui i consumatori acquistano. L’analisi di McKinsey nasce dalla collaborazione con MIYA, un fornitore leader di soluzioni di pagamento mobile, per analizzare i dati del punto vendita (POS) da 31.000 negozi e oltre 500 milioni di transazioni, coprendo oltre 150 città, tra cui Wuhan e Hubei, e oltre 100 milioni di acquirenti.

Il risultato è stato la scoperta di 4 trend relativi allo shopping in Cina, creatisi durante l’attività del virus ma che stanno persistendo anche adesso. Vediamoli nel dettaglio. 

Come è cambiato lo shopping in Cina dopo il coronavirus?

Lo shopping offline si sta lentamente riprendendo  ma la spesa discrezionale e lo shopping notturno sono in ritardo

I consumi offline si stanno lentamente riprendendo, dopo essere scesi a circa il 39% dei livelli normali durante il periodo di punta dell’epidemia. Molte autorità locali hanno allentato le restrizioni nella prima settimana di marzo, offrendo ai negozi l’opportunità di accogliere i clienti che erano stati isolati nelle loro case per almeno sei settimane. Nei giorni seguenti, l’attività ha raggiunto circa il 79% dei livelli pre-crisi. 

Supermercati, negozi di alimentari e farmacie hanno visto un picco di attività durante la crisi ma, dopo il picco, i volumi dei supermercati sono diminuiti, mentre i negozi di alimentari e le farmacie hanno continuato a registrare uno slancio positivo. Le categorie discrezionali, come punti di ristoro, negozi di abbigliamento e grandi magazzini, sono state duramente colpite durante la crisi e la loro ripresa è stata lenta.

Un dato fondamentale da tenere sott’occhio sono anche gli orari dello shopping. Il fine settimana e le sere sono tempi di shopping di punta in Cina: il traffico durante il fine settimana è generalmente superiore del 30% rispetto al traffico nei giorni feriali e il traffico serale è superiore del 50% rispetto al traffico diurno.

Anche in questo caso, la ripresa è lenta tanto che  città grandi  come Pechino, Shanghai e Shenzhen sono le più trafficate della Cina e questi ambienti normalmente affollati sono stati più lenti a recuperare rispetto alle città di livello inferiore. Anche le città dell’epicentro dell’epidemia (nella provincia di Hubei) hanno visto recuperi lenti. 

Passaggio ai canali online, offline e farmacie

Un trend in crescita è il passaggio verso lo shopping online che ha beneficiato della chiusura dei negozi fisici e dell’obbligo alla quarantena. Una categoria che ha raggiunto il picco nell’online è sicuramente il settore alimentare (circa il 74% dei consumatori ha acquistato generi alimentari aggiuntivi online al picco e il 21% ha speso di più). Nelle ultime settimane, l’attività online in Cina è stata moderata, ma le visite continuano a 15%  sopra i livelli pre-crisi. Il consumo giornaliero di prodotti da farmacia nelle città più grandi è aumentato di circa il 36% rispetto ai livelli pre-crisi (a dicembre 2019).Le farmacie sono andate particolarmente bene nelle capitali provinciali, ma hanno visto un calo nelle città di primo livello poiché gli impatti dell’epidemia sono diminuiti.

Trend salute e fitness non si muovono

Il coronavirus ha sottolineato l‘importanza di mantenersi in forma e in salute e il cambiamento degli atteggiamenti si riflette nei comportamenti di acquisto che sono persistiti nelle ultime settimane. La domanda di prodotti lattiero-caseari, verdure e uova era più alta del 25-30 percento durante la fase iniziale di recupero rispetto a prima della crisi.

Shock alla lealtà offline, parzialmente compensata dal coinvolgimento online

Dopo il picco, circa il 14 percento non prevede di tornare alle scelte dei negozi pre-crisi e circa il 6 percento non prevede di tornare ai marchi precedenti. Per questo le categorie più colpite come l’abbigliamento hanno intensificato le loro attività digitali.

 I dati mostrano che il coronavirus ha avuto un impatto profondo e persistente sulle abitudini di acquisto della nazione. Nello studio sono stati evidenziati 4 pilastri strategici che i brand dovranno seguire per seguire il processo di ripresa della Cina

  • Continuare a proteggere clienti e dipendenti. È probabile che COVID-19 abbia un effetto persistente sull’atteggiamento e sul sentimento dei consumatori. Supponendo che il virus non venga eliminato nel prossimo futuro, le aziende dovrebbero ridisegnare i loro protocolli e modelli operativi per riflettere la nuova realtà
  • Promuovere la tripla trasformazione digitale: gestisci la tua attività in tempo reale e digitalmente, non vendere solo online ma coinvolgere i clienti digitalmente end-to-end, trasforma il tuo modello di business. 
  • Allinearsi con le tendenze dei consumatori: shopping e prodotti locali e trend salutare
  • Rendere la tua supply chain agile e resiliente