Il 3 dicembre un gruppo politico-militare sciita sostenuto dall’Iran, gli Houthi, che controlla buona parte dello Yemen, ha attaccato due navi commerciali che sostavano nello stretto di Bab el-Mandeb, nel mar Rosso, sostenendo che fossero collegate a Israele. Questo fatto, che arriva dopo altri episodi simili, sottolinea l’importanza di valutare i rischi geopolitici che anche il trasporto marittimo corre.

I fatti recenti e il contesto

Gli Houthi hanno recentemente attaccato due navi commerciali nello stretto di Bab el-Mandeb, nel mar Rosso, sostenendo che fossero in qualche modo collegate a Israele. Questo fatto sottolinea l’importanza di valutare i rischi geopolitici che anche il trasporto marittimo corre. Lo stretto è diventato sempre più importante negli ultimi anni poiché collegamento tra Unione europea e paesi del Golfo.

Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, gli Houthi hanno anche altri attacchi nella zona del Mar Rosso con l’obiettivo di indebolire Israele, collaborando con varie forme di pirateria. Questo gruppo aveva precedentemente puntato i propri missili e droni contro l’Arabia Saudita, un paese con cui è in guerra dal 2014, colpendo le infrastrutture energetiche del più grande paese esportatore di petrolio al mondo.

Un novembre movimentato

Il portavoce degli Houthi Alameed Yahya Saree ha rilasciato una dichiarazione il 14 novembre in cui annunciava l’intenzione del gruppo di colpire e affondare le navi israeliane nel Mar Rosso in risposta ai bombardamenti massicci del governo di Tel Aviv su Gaza. L’attacco recente delle navi commerciali fa parte quindi di questa strategia.

Il 19 novembre il gruppo aveva sequestrato una nave mercantile e minacciato tutte le navi affiliate a Israele che sarebbero state a rischio di sequestro. Il sequestro della nave Galaxy Leader del 19 novembre ha allarmato il mondo dei trasporti marittimi e portato a un aumento dei premi per il rischio di guerra. Infatti, un rischio così elevato per chi transita da quel mare comporterà la necessità di maggiore sicurezza e aumenterà i costi. Inoltre, gli Houthi si sono impegnati anche nella pirateria intorno al Golfo di Aden e nel Mar Rosso in agosto e hanno rappresentato una continua minaccia per la navigazione. NYK Line, che ha noleggiato la nave sequestrata dagli Houthi il 19 novembre, ha posto il Mar Rosso in “massima allerta” e sta valutando rotte alternative, secondo quanto riportato da S&P Global Commodity Insights il 20 novembre.

I rischi della pirateria per le supply chain

Anche altre navi, non strettamente legate a Israele, continuano ad affrontare rischi complessi per i transiti commerciali regione, inclusa l’insicurezza all’interno dello Yemen che si è riversata sui corsi d’acqua regionali, ha affermato Munro Anderson, capo delle operazioni presso la società di assicurazione specializzata in rischi di guerra Vessel Protect. Rischi che svolgono un ruolo significativo nelle tariffe attuali per l’assicurazione marittima in quest’area.

L’escalation della retorica Houthi avrà un impatto sul’assicurazione marittima anche se il conflitto rimane contenuto poiché le nazioni che circondano il Mar Rosso come Egitto, Giordania e Arabia Saudita, con i loro porti, impianti energetici e progetti turistici nell’area saranno influenzate. Anche i mercati petroliferi potrebbero vedere il ritorno di un aumento dei prezzi.

Sicurezza commerciale e stabilità

La stabilità regionale per ora non è intaccata nel profondo, perché il quadro emerso finora è che, nonostante gli animi caldi, i vicini di Israele nel Medio Oriente stanno mostrando moderazione e spingendo per una soluzione diplomatica. Un attacco Houthi contro gli impianti petroliferi di Abqaiq e Khurais di Saudi Aramco nel 2019 ha portato il petrolio a registrare il suo più grande aumento negli scambi intraday, dopo che l’incidente ha bloccato temporaneamente metà delle forniture di greggio del paese. Ma la minaccia più urgente sembra essere relativa all’industria del trasporto marittimo. La rotta commerciale attraverso il Canale di Suez utilizzata per il trasporto tra Europa e Asia attraverso il Medio Oriente sembra sempre meno sicura e il rischio di allargamento del conflitto pone degli interrogativi rispetto alle rotte che vedono il passaggio dallo stretto di Bab-el-Mandeb, uno snodo fondamentale.

Ulteriori azioni in quest’area potranno causare un aumento dei costi, se non delle vere e proprie interruzioni. Per questo molti esperti sono chiamati a valutare e mitigare i rischi, ma anche a cercare temporanee alternative. Infine, secondo il think tank Global Trade Research Initiative (GTRI) il conflitto in corso tra Israele e Hamas potrà portare a ritardi e complicazioni anche nel progetto India Middle East Europe Economic Corridor (IMEC), che faceva affidamento su una pacificazione dei contrasti interni ai paesi mediorientali da cui dovrebbe passare (Israele e Arabia saudita, ad esempio).