Negli ultimi 12 mesi, i tempi di transito globali sono aumentati mediamente del 30%, influenzati dagli attacchi nel Mar Rosso, da congestioni e restrizioni nei canali principali. I tempi sono aumentati dall’Asia all’Europa del 22%, e quelle dal Nord America hanno visto incrementi del 26% verso l’Europa e del 33% verso il Sud America. La volatilità del mercato ha spinto a considerare contratti a lungo termine e derivati per stabilizzare i costi e migliorare la previsione delle tariffe. Ma non mancano le buone notizie.

Affrontare le congestioni e l’aumento dei tempi di transito

Negli ultimi 12 mesi, i tempi di transito lungo le principali rotte commerciali globali sono aumentati significativamente, influenzando notevolmente il regolare svolgimento delle operazioni. Le spedizioni dall’Asia all’Europa hanno visto un incremento di oltre il 22% nei tempi di transito, principalmente a causa degli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso in risposta alle azioni di Israele in Palestina, che hanno causato ritardi e congestionato le rotte. A livello globale, l’aumento medio dei tempi di transito è stato di circa il 30%, con picchi anche nei tempi di percorrenza dei container. Gli altri fattori includono le restrizioni nel Canale di Panama, le condizioni meteorologiche avverse e la congestione portuale.

Anche le rotte dal Nord America all’Europa hanno subito un incremento del 26% nei tempi di transito, con impatti dovuti a incidenti e congestioni nei porti. I tempi di consegna delle spedizioni dal Nord America al Sud America sono aumentate del 33%. Altre regioni, come i porti africani e il Medio Oriente, hanno vissuto significativi ritardi dovuti a congestioni e attacchi. In Oceania, i cicloni hanno causato chiusure prolungate dei porti, aumentando i tempi di transito di 13 giorni. In un contesto come quello attuale la comprensione dei tempi di transito è cruciale per rispettare i programmi di consegna, e l’uso di piattaforme di tracciamento in tempo reale può migliorare la gestione dei tempi di spedizione.

La volatilità nel mercato dei container

Negli ultimi anni, anche il mercato del trasporto merci in container ha vissuto fluttuazioni estreme, con picchi di tariffe e interruzioni impreviste. Durante la pandemia, i costi per spostare un container hanno raggiunto il massimo storico, con aumenti giornalieri delle tariffe su alcune rotte. L’incidente nel Canale di Suez e la crisi idrica nel Canale di Panama hanno ulteriormente aggravato la situazione. Inoltre, l’aumento dei costi ha spinto gli armatori ad acquistare nuove navi, il che potrebbe abbassare le tariffe nel futuro, a meno che non si verifichino altri eventi imprevisti.

I recenti anni di volatilità hanno anche portato a un aumento dei contratti non rispettati, con vettori e spedizionieri che violano gli impegni presi a causa delle fluttuazioni di mercato. La mancanza di applicazione dei contratti è comune, con le parti spesso coinvolte in negoziazioni e risentimenti reciproci. Per affrontare questi problemi, alcuni esperti suggeriscono l’adozione di contratti di trasporto container a lungo termine indicizzati e l’uso di derivati come i forward freight agreements (FFA), che potrebbero offrire una protezione migliore contro la volatilità dei prezzi e garantire una maggiore stabilità nel mercato. Tuttavia, l’adozione di tali strumenti richiede una determinazione affidabile dei prezzi e un cambiamento nella mentalità del settore.

Buone notizie dal mondo

Nonostante alcune incertezze fisiologiche per il settore, tra tempi di consegna e costi, non mancano le buone notizie dall’attualità. Come riporta Bloomberg, le ultime tensioni tra i lavoratori portuali in India e i datori di lavoro sembrano risolversi senza gravi interruzioni. I sindacati dei porti hanno raggiunto un nuovo accordo salariale quinquennale con i funzionari governativi, evitando uno sciopero nazionale di vasta portata. Questo accordo, che prevede un aumento salariale dell’8,5% retroattivo al 1° gennaio 2022, evita l’uscita di scena di quasi 20.000 lavoratori che avrebbe potuto causare gravi disagi nelle operazioni cargo nei principali porti del paese. I sindacati, che trattano con il governo dal 2021, hanno accettato i termini e i negoziati sul salario saranno conclusi entro 15 giorni.

Nel frattempo, il Canale di Panama ha revocato le restrizioni che avevano causato un ingorgo globale della navigazione a causa di una grave siccità. Con l’aumento dei livelli dell’acqua grazie alle recenti piogge, il Canale sarà ora in grado di gestire 36 navi al giorno, rispetto alle 24 di prima. Questo sollievo dovrebbe gradualmente riportare il traffico navale alla normalità, sebbene ci vorranno ancora alcuni mesi affinché gli spedizionieri riprendano completamente le loro operazioni.