Alta tensione tra Londra e Bruxelles, in attesa di definire un divorzio che non sarà indolore, come ha assicurato Michel Barnier, che il prossimo 22 maggio otterrà il via libero dal Consiglio europeo a trattare l’ uscita del Regno Unito dall’ Ue.

Se da un lato i negoziati e le loro conseguenze sono ancora tutti da giocarsi e i due interlocutori minacciano di presentare rispettivamente conti salatissimi, le imprese si stanno già portando avanti, senza aspettare di capire a chi questa Brexit farà più male.

Secondo un’indagine del Chartered Institute of Procurement and Supply (Cips), realizzata prendendo a campione oltre 2.000 responsabili della gestione della catena di distribuzione, il 46%  dei manager europei ha iniziato a cercare alternative ai fornitori britannici, in previsione dell’introduzione di nuove tariffe.

Se si passa oltre Manica, la risposta appare speculare, oltre il 30% delle aziende britanniche è in cerca di sostituti all’interno della Gran Bretagna, e questo per effetto dell’ aumento dei costi dovuto alla svalutazione della sterlina.

Fonte: CIPS