Lo abbiamo detto molte volte, le aziende che puntano sulla digitalizzazione hanno necessariamente una marcia in più rispetto alle altre. Per questa ragione sempre più realtà cercano di darsi da fare, rivedono le proprie strategie e investono in digital transformation. In un report di Workday viene analizzata la situazione odierna e si cerca di dare una definizione definitiva di agilità organizzativa. Ecco i principali risultati e dati da cui fare alcune considerazioni.

Il report si è realizzato grazie al contributo di 998 dirigenti aziendali a livello globale di settori diversi: il 32% si occupa di Finance, un altro 32% di IT e Operations e il 29% di HR. Il principale risultato è il riconoscimento della crescita digitale come la chiave per il successo a lungo termine. Oltre la metà degli intervistati ha infatti confermato che almeno il 50% dei profitti delle aziende dei prossimi tre anni proverranno dal digital. Un’affermazione in netta contrapposizione con un altro dato: meno di 1/3 del campione ha effettivamente registrato un aumento dei ricavi da fonti digitali (prodotti e servizi).

Un altro punto centrale nello studio è, come abbiamo affermato in precedenza, la definizione di agilità organizzativa. Workday la descrive come una serie di competenze per reagire con efficacia alle opportunità del digitale e per adattarsi alle nuove richieste dei clienti. Competenze e una cultura aziendale proiettata verso l’innovazione sono dunque gli ingredienti per l’agilità in azienda che, stando al report, solo il 15% del campione sembra possedere. Il 55% invece è rappresentato dalle cosiddette ritardatarie e il 30% è promettente e ha raggiunto performance elevate in almeno 4 pilastri dell’agilità organizzativa.

Competere con i leader

Per non rimanere indietro rispetto ai leader, ogni azienda dovrebbe implementare 5 best practice:

  • Pianificazione continua per la reattività
  • Strutture e processi fluidi per l’adattabilità
  • Riqualificazione della forza lavoro per skill adeguate
  • Decisioni consapevoli e responsabili per migliori strumenti decisionali
  • Misurazione e linee guida per un migliore controllo

Ma qual è il settore che vanta il maggior numero di leader? Stando allo studio, i media e l’istruzione superiore.Dal punto di vista geografico invece  i leader sono concentrati in Francia, Australia, Germania e negli Stati Uniti mentre le percentuali più basse si registrano in Giappone, Spagna e Canada. L’Italia dal canto suo registra il 14% nei leader e il 49% nei ritardatari

Un esempio: la funzione Finance

Un aspetto sottolineato nello studio è il ruolo della funzione Finance nel supporto della crescita digitale che potrebbe equipararsi a quello della funzione IT. Stessa cosa non può dirsi invece per Vendite e Marketing.

Il motivo per cui il Finance sarebbe in prima linea nella crescita digitale è per il fatto di avere a disposizione una vasta gamma di dati relativi alla performance, talenti in grado di sviluppare e applicare nuove metriche e una chiara visione di tutti i reparti aziendali.

Ma se da una parte l’82% dei leader ritiene che nei prossimi tre anni almeno la metà del proprio fatturato deriverà da servizi e prodotti digitali, solo il 25% del campione ha ottenuto risultati e progressi significativi in tal senso.

Cosa frena la crescita digitale?

Nella ricerca di Workday si evidenziano una serie di fattori che possono essere d’ostacolo alla crescita digitale.

I problemi relativi a sicurezza informatica, conformità alle normative e privacy dei dati costituiscono gli ostacoli più importanti alla crescita digitale. Ma oltre a questi si registrano anche gli impedimenti imposti da infrastrutture IT legacy, la mancanza di competenze digitali pertinenti (28%) e una cultura aziendale non propensa al rischio (29%).  Sembra chiaro che c’è ancora molto lavoro da fare dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e culturale.

I cinque pilastri dell’agilità organizzativa

Reattività: pianificazione continua

Il 61% dei leader afferma con sicurezza di essere in grado di reagire ai cambiamenti del mercato con agilità e rapidità, mentre solo il 6% dei ritardatari esprime la stessa convinzione. Una pianificazione proattiva in grado di promuovere la scoperta e lo sviluppo di nuove opportunità di innovazione è uno dei pilastri dell’agilità organizzativa.

Adattabilità: strutture e processi fluidi

Per poter implementare una pianificazione continua, le aziende devono disporre di strutture flessibili e processi fluidi.

Una cultura aziendale burocratica rappresenta il principale ostacolo al raggiungimento di una maggiore adattabilità (32%), seguita dalle tecnologie obsolete (29%). Solo un quinto degli intervistati dimostra sicurezza nella propria abilità di ridistribuire il personale in base alle competenze necessarie per cogliere nuove opportunità.

Skill adeguate: riqualificazione della forza lavoro

Le aziende devono riuscire a creare la forza lavoro del futuro e incoraggiare i dipendenti ad apprendere. Il 52% pianifica la riqualificazione di più della metà della propria forza lavoro per favorirne l’adattamento al nuovo ambiente di lavoro. I leader hanno dimostrato la maggiore proattività con piani di riqualificazione completi da attuare nei prossimi cinque anni.

Nei prossimi cinque anni saranno richieste sia hard skill sia soft skill:

  • Advanced analytics e visualizzazione dei dati 31%
  • Competenza nell’utilizzo di nuovi strumenti e tecnologie 30%
  • Capacità di identificare, prevenire e gestire il rischio  28%
  • Flessibilità cognitiva per gestire il cambiamento continuo 25%
  • Ideazione creativa e pensiero laterale 22%
  • Capacità di interpretare e agire seguendo le previsioni generate dagli algoritmi di machine learning 22%
  • Data engineering e data warehousing 22%
  • Mentalità imprenditoriale per favorire nuovi modelli di ricavi 21%

Migliori strumenti decisionali

Per prendere le migliori decisioni si devono avere le informazioni giuste al momento giusto. Chi si occupa di decision-making dovrebbe avere accesso ai dati necessari, in modo da rendere più agile il processo e ottenere risultati in linea con le aspettative.  

Sul totale del campione analizzato solo il 43% garantisce ai dipendenti l’accesso a dati aggiornati e pertinenti e l’80% dei leaderm afferma di fornire l’accesso a tali dati senza gatekeeper. Questo significa che il 50% delle aziende che vantano aumenti significativi dei ricavi legati al digitale garantisce l’accesso ai dati a tutti i livelli.

Controllo

L’azienda deve essere in grado di comprendere come diversi piccoli investimenti possono contribuire a gestire il rischio dell’intero portfolio e assegnare  le priorità sia in termini di risorse umane sia di capitale.

Il 94% dei leader afferma di essere in grado di intervenire rapidamente in caso di investimenti non riusciti, mentre quasi la stessa percentuale (95%) afferma di disporre di una cultura aziendale che incoraggia ad apprendere dagli errori.

Cogliere opportunità e rimanere competitivi: queste azioni sono possibili solo se si avvia una trasformazione digitale. Dunque per riassumere, se ci si impegna nella pianificazione continua, con strutture fluide e flessibili, investendo nella riqualificazione e nell’aggiornamento della forza lavoro e adottando adeguate misure di controllo, il viaggio verso l’agilità organizzativa sarà più facile e il fatturato relazionato al digitale non avrà problemi di incremento.