I robot collaborativi sono robot antropomorfi progettati per rispettare criteri di sicurezza, flessibilità e compattezza e studiati per lavorare a stretto contatto con l’uomo anche senza barriere protettive. In più dell’80% dei casi i cobot vengono implementati senza l’ausilio di barriere di protezione dando origine a una condivisione di spazi e mansioni che ha rivoluzionato il modo di intendere la robotica industriale.

Sono stati introdotti sul mercato da Universal Robots già nel 2008 e il primo modello creato è stato un UR5, un braccio robotico. Uno strumento intelligente nelle mani dell’operatore caratterizzato da una spiccata semplicità di programmazione e utilizzo, da rapidità di integrazione nella linea produttiva e dal rapido ritorno economico sull’investimento.

Dimensioni del mercato e principali settori di applicazione

Secondo una ricerca di Statista, la produzione e spedizione di robot industriali riguarda circa 435mila unità per un totale di 55 miliardi di dollari. L’enorme crescita delle spedizioni mondiali è in gran parte trainata dai settori automobilistico ed elettronico, che hanno rappresentato rispettivamente circa il 23% e il 31% delle nuove installazioni nel 2020. Di conseguenza, la prevalenza dei robot industriali è particolarmente elevata nei paesi dove i settori automobilistico ed elettronico sono più rilevanti, vale a dire Giappone, Cina, Corea del Sud, Germania e Stati Uniti. In Corea del Sud, ci sono oltre 930 robot ogni 10.000 dipendenti di produzione, sette volte più della media mondiale. In questo settore l’Asia 

Come riorganizzare i processi produttivi

L’integrazione dei cobot in azienda richiede la riorganizzazione dei processi produttivi. I robot collaborativi offrono importanti opportunità alle aziende che vogliono implementare queste tecnologie, passando per processi ottimali di pianificazione e integrazione dei cobot all’interno dell’industria.

Grazie a questo tipo di tecnologia è possibile diminuire le ore di lavoro degli addetti, anche nei contesti in cui gli operatori umani sono indispensabili. I cobot aiutano infatti ad accelerare la produzione in modo sicuro ed efficiente, garantendo la massima protezione per tutti gli addetti coinvolti nel processo produttivo.

Con i robot collaborativi è anche possibile costruire processi modulari e adattare i processi industriali a seconda dei diversi contesti, per affrontare qualsiasi sfida e complessità in modo più efficace. L’automazione parziale consente di assistere gli operatori umani senza eliminarli dal processo produttivo, affinché si possano ottenere benefici importanti a livello di produttività e sicurezza.

I vantaggi dell’automazione

I robot mobili collaborativi rappresentano il futuro dell’automazione della supply chain.

Offrono vantaggi di flessibilità, in quanto possono essere attrezzati in molteplici configurazioni, consentendo altrettante applicazioni; sicurezza, poiché oltre a svolgere mansioni a volte pericolose risolvono il problema legato al distanziamento sociale in un periodo di  pandemia; produttività, che aumenta grazie ad un calo netto del tempo/ciclo dovuto alla maggiore autonomia; analytics, i benefici in termini di risultati che i robot portano sono sempre misurabili e, in base ad essi, è possibile orientare le scelte strategiche sulle attività logistiche; scalabilità, in quanto la flotta di robot può sempre essere ampliata o ridotta, a seconda delle necessità, con grande facilità di integrazione.

Questi sono solo alcuni dei tanti motivi per cui già oggi è necessario dotare la propria azienda di uno o più robot collaborativi mobili, consentendole di rispondere in modo efficace alle nuove sfide impreviste del mercato.