Il rischio climatico sarà sempre più importante con il passare degli anni e un tema da prendere in considerazione nell’ecosistema aziendale. I contratti sono uno degli strumenti su cui lavorare, così come le nuove partnership con fornitori e stakeholder. Ma come?
La negoziazione per la sostenibilità
La mitigazione dei rischi climatici richiede un approccio multiforme che combini cooperazione, pratiche sostenibili quotidiane e scelte proattive. Innanzitutto, dal punto di vista degli Stati serve l’impegno a ridurre le emissioni di gas serra attraverso le energie rinnovabili, una maggiore efficienza energetica e l’attuazione di severe normative ambientali. Le aziende, a loro volta, devono contribuire adottando pratiche sostenibili, riducendo l’impronta di carbonio e investendo in tecnologie verdi, come più volte abbiamo scritto su queste pagine. La collaborazione è sempre più essenziale per condividere conoscenze, tecnologie e risorse per affrontare la natura transfrontaliera del cambiamento climatico.
Nell’ambito della supply chain i contratti possono svolgere un ruolo fondamentale nella mitigazione dei rischi climatici. Le organizzazioni possono incorporare clausole di sostenibilità ambientale richiedendo ai fornitori di aderire a pratiche ecocompatibili, ridurre le emissioni di carbonio e rispettare le normative ambientali. I rigorosi processi di controllo che valutano l’impegno di un fornitore per la sostenibilità possono includere disposizioni per il monitoraggio continuo e la rendicontazione delle prestazioni ambientali, garantendo responsabilità e trasparenza. Integrando criteri attenti al clima nei contratti, le aziende possono promuovere una supply chain che riduca al minimo l’impatto ambientale e le protegga dai rischi legati alla crisi climatica.
Gli effetti della crisi climatica
Bloomberg riferisce che, se i livelli del lago Gatun del Canale di Panama continueranno a scendere come previsto, ci sarà una corsa per trovare rotte alternative dall’Asia agli Stati Uniti per il 2024. Con la situazione del Canale di Panama apparentemente destinata a causare ulteriori interruzioni globali, Rajat Bahri, CFO della società multinazionale di contratti Icertis intervistato da Supply Chain Digital, sottolinea le vulnerabilità rispetto alle interruzioni legate al clima. “Dalla siccità che sta bloccando le navi nel Canale di Panama agli incendi e alle inondazioni che interrompono le rotte di trasporto, è innegabile che le condizioni meteorologiche estreme continueranno a incidere sulle supply chain globali”.
L’interruzione della catena di approvvigionamento ha portato a una perdita media di 82 milioni di dollari per azienda lo scorso anno, che rappresentano una perdita potenziale del 6-10% del fatturato annuo di un’organizzazione, secondo Bahri. Affrontare il crescente impatto della crisi climatica sta diventando sempre più complesso, in particolare per le imprese globali con migliaia di fornitori. In questo scenario le interruzioni della catena di fornitura legate alle condizioni meteorologiche stanno spingendo le organizzazioni a orientarsi rispetto ad accordi contrattuali sempre più attenti anche ai criteri dei sostenibilità ambientale.
I contratti come strumento strategico
Tra i modi per prepararsi all’impatto del clima sulla catena di fornitura e mitigare le potenziali perdite di ricavi ci sono, come detto in precedenza, i contratti, in quanto fondamento del commercio ed elemento che accomuna ogni rapporto di fornitura e ogni relazione B2B. In particolare, in questo dominio si incontrano digitalizzazione e sostenibilità attraverso l’integrazione dell’intelligenza artificiale. Con la tecnologia i leader aziendali possono analizzare i dati dei contratti per anticipare le conseguenze di eventi meteorologici estremi e far emergere informazioni sui punti deboli della rete di fornitori che potrebbero avere implicazioni finanziarie negative nel futuro più prossimo.
La visibilità consente alle organizzazioni di intraprendere azioni che riducono al minimo i rischi e implementare misure precauzionali all’interno dei loro accordi contrattuali. Ancora Bahri sottolinea che i produttori possono anche utilizzare l’intelligenza artificiale per garantire che ogni contratto con il fornitore contenga una clausola di “forza maggiore”, che protegga i loro interessi finanziari in caso di disastro imprevisto, senza la necessità di una revisione manuale da parte di un avvocato. La compenetrazione tra digitalizzazione e sostenibilità è un fattore più che mai urgente per quelle aziende che vorranno differenziarsi rispetto a chi si concentra solo sul primo elemento. Anche nei contratti questa complementarietà è possibile e deve essere presa in considerazione.