La Direttiva sulla Due Diligence di Sostenibilità Aziendale (CSDDD), approvata il 24 maggio 2024, segna un cambiamento significativo nel panorama normativo europeo. Essa stabilisce nuovi obblighi per le imprese, in particolare quelle di grandi dimensioni, riguardo la gestione degli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente lungo le loro catene di fornitura. L’Unione Europea sta anche cercando di semplificare la compliance per le aziende, in particolare le piccole e medie imprese (PMI), attraverso il pacchetto normativo Omnibus, parte della strategia “Competitive Compass”.

Le modifiche recenti hanno posticipato i termini di attuazione, stabilendo che il recepimento nazionale debba avvenire entro il 26 luglio 2027, e che i requisiti della CSDDD si applichino alle imprese con oltre 3.000 dipendenti e 900 milioni di euro di ricavi dal 26 luglio 2028, con altre aziende obbligate a conformarsi dal 26 luglio 2029.

Ambito di applicazione e requisiti

La CSDDD si applica alle aziende che superano determinate soglie di fatturato e dipendenti, ma le modifiche limitano l’obbligo di due diligence a partner commerciali diretti e riducono gli oneri informativi per le PMI. Le PMI, pur non essendo direttamente soggette alla CSDDD, saranno comunque coinvolte nelle catene di fornitura delle grandi imprese. Tuttavia, le modifiche apportate al pacchetto Omnibus riducono gli obblighi burocratici per le PMI, semplificando la raccolta e la gestione delle informazioni. Le aziende dovranno concentrarsi principalmente sui partner diretti e sui rischi più evidenti, riducendo al minimo l’interazione con stakeholder indiretti.

Implicazioni per i team di procurement

I team di procurement continueranno a essere al centro della gestione della due diligence, ma le modifiche recentemente introdotte con il pacchetto Omnibus riducono l’ambito della due diligence, limitandola ai partner diretti. Ciò significa che le aziende non saranno più obbligate a monitorare ogni entità lungo la loro catena di fornitura, ma solo quelle con le quali interagiscono direttamente, a meno che non emergano rischi significativi. Questo approccio semplificato riduce l’onere operativo e permette alle aziende di concentrarsi sulle problematiche più rilevanti, senza sacrificare l’efficacia del monitoraggio.

L’obbligo di cessare i rapporti con fornitori che violano gli obblighi di sostenibilità è stato alleggerito. Invece di dover risolvere un contratto con un fornitore che ha violato i principi della CSDDD, le aziende possono ora sospendere temporaneamente il contratto, evitando così problematiche logistiche e operativi significativi che potrebbero derivare dalla risoluzione immediata.

Sanzioni per la non conformità

Le sanzioni per la non conformità sono state riviste nel pacchetto Omnibus. L’eliminazione della parametrizzazione delle multe al fatturato globale conferisce maggiore discrezionalità alle autorità competenti. Ciò significa che le sanzioni saranno più proporzionate alla gravità delle violazioni e all’impatto che queste hanno sull’ambiente e sui diritti umani. Le aziende dovranno continuare a rispettare i requisiti della CSDDD per evitare sanzioni, ma l’introduzione di un sistema di sanzioni più flessibile mira a ridurre distorsioni competitive all’interno del mercato unico europeo, senza compromettere l’efficacia della normativa.

Impatto sulle PMI

Le PMI, pur non essendo direttamente soggette alla CSDDD, subiranno un impatto indiretto, in quanto saranno coinvolte nelle catene di fornitura delle grandi imprese. Le modifiche al pacchetto Omnibus riducono gli oneri burocratici per le PMI, limitando gli obblighi informativi per le aziende con meno di 500 dipendenti. Le PMI dovranno comunque adeguarsi a nuovi standard di sostenibilità, se vorranno mantenere solidi rapporti commerciali con i grandi gruppi. Questo obbligo si concentrerà principalmente su informazioni volontarie di sostenibilità, riducendo i requisiti di compliance rispetto alle grandi imprese.

Interazione con altre normative

La CSDDD si integra con altre normative europee, come il Regolamento sui minerali provenienti da zone di conflitto e il Regolamento sulla deforestazione. Le modifiche apportate al pacchetto Omnibus pongono l’accento sulla necessità di ridurre l’onere amministrativo per le aziende, aumentando al contempo la competitività delle imprese europee. L’UE si impegna a perseguire un equilibrio tra sostenibilità e competitività, evitando che la regolamentazione diventi un ostacolo per le PMI e le imprese di dimensioni medie.

Strategie per l’integrazione della sostenibilità nel procurement

Nonostante le modifiche, i team di procurement dovranno continuare a sviluppare politiche di procurement sostenibile, fissando obiettivi chiari e incorporando criteri di sostenibilità nelle valutazioni delle offerte. Il pacchetto Omnibus, pur riducendo la complessità della due diligence, non diminuisce la necessità di monitorare e migliorare continuamente la sostenibilità lungo la catena di fornitura.

Ecco alcune strategie che le aziende dovrebbero adottare:

  • Sviluppo di politiche: Elaborare politiche di procurement sostenibile allineate agli obiettivi aziendali.

  • Obiettivi misurabili: Definire target specifici, come la riduzione delle emissioni di gas serra o l’approvvigionamento da fornitori certificati sostenibili.

  • Criteri di sostenibilità: Integrare standard di sostenibilità nei processi di procurement e nelle valutazioni delle offerte.

  • Gestione delle categorie: Identificare categorie di approvvigionamento ad alto rischio e sviluppare strategie su misura.

  • Coinvolgimento dei fornitori: Comunicare le aspettative, condurre valutazioni delle performance e promuovere la collaborazione.

  • Formazione e strumenti: Fornire al team di procurement gli strumenti e le conoscenze per prendere decisioni sostenibili.

  • Sistemi di tracciabilità: Implementare meccanismi per monitorare l’origine dei beni.

  • Miglioramento continuo: Aggiornare regolarmente gli obiettivi e le pratiche di sostenibilità per allinearsi alle normative in evoluzione.

Ruolo delle certificazioni di terze parti

Sebbene le certificazioni di terze parti possano supportare le aziende nel dimostrare la conformità agli standard di sostenibilità, la direttiva chiarisce che la responsabilità ultima rimane in capo all’azienda. Affidarsi esclusivamente a certificazioni può portare a una falsa sensazione di sicurezza o al rischio di obsolescenza degli standard. Pertanto, è essenziale che le aziende conducano una due diligence approfondita, andando oltre le certificazioni esistenti, per garantire che i fornitori siano veramente conformi agli standard di sostenibilità stabiliti.

In definitiva, il pacchetto Omnibus rappresenta un bilanciamento tra la necessità di promuovere una maggiore responsabilità sociale e ambientale e la necessità di semplificare la compliance per le imprese, in particolare le PMI. Le modifiche alla CSDDD offrono alle aziende l’opportunità di ottimizzare le risorse e concentrarsi sui rischi più rilevanti, senza compromettere l’impegno dell’Unione Europea verso un’economia sostenibile e resiliente. Le aziende dovranno adattarsi a questi cambiamenti, ma con l’opportunità di consolidare la loro posizione competitiva nel lungo termine.