Il rapporto dello United Nations Environmental Programme (Unep) dal titolo Emissions Gap Report 2022: The Closing Window rileva che solo una trasformazione urgente e sistemica può evitare il disastro climatico. Considerata la responsabilità nelle alte emissioni, il settore industriale è quello che dovrà cambiare più radicalmente.

Una Survey di Boston Consulting Group conferma che non si sta facendo abbastanza, soprattutto per quanto riguarda il monitoraggio delle emissioni esterne.

Cosa dice il rapporto dell’Unep

Nonostante la richiesta di rafforzare i Nationally Determined Contributions (NDCs) per il 2030, i progressi dalla COP26 di Glasgow sono stati inadeguati, afferma il report. Si stima che gli NDC incondizionati e condizionati ridurranno le emissioni globali nel 2030 rispettivamente del 5 e del 10%, rispetto alle emissioni basate sulle politiche attualmente in vigore. Ma per limitare il riscaldamento globale a 2 ° C e 1,5 ° C, queste percentuali devono raggiungere rispettivamente il 30 e il 45%. Tagli massicci richiedono una trasformazione su larga scala, rapida e sistemica in tutto il mondo.

La trasformazione verso zero emissioni di gas serra nell’approvvigionamento elettrico, nell’industria, nei trasporti e negli edifici è in corso, ma deve essere più rapida.

Il settore industriale: sorvegliato speciale

Il settore industriale è il maggior responsabile delle emissioni globali indirette e il secondo per le sole emissioni dirette (IPCC 2022).

Come afferma il rapporto, ad oggi, gli sforzi per ridurre le emissioni si sono concentrati principalmente sul miglioramento dell’efficienza energetica e sull’applicazione delle migliori tecnologie disponibili. Poiché molti processi industriali hanno già raggiunto la massima efficienza energetica, le trasformazioni chiave necessarie per portare il settore a un percorso compatibile con gli accordi di Parigi includono l’elettrificazione dell’industria e la trasformazione dei processi produttivi, utilizzando nuovi combustibili e soluzioni specifiche per settori difficili; accelerare l’efficienza dei materiali e aumentare l’efficienza energetica, e promuovere la circolarità dei materiali stessi.

In tutti questi ambiti, il report rileva quanto ci sia ancora moltissimo da fare e quanto quello che è stato fatto sia incredibilmente insufficiente.

L’importanza del monitoraggio: la survey di BCG

Un altro punto che permette di valutare e migliorare il livello di emissioni è il monitoraggio da parte delle aziende, specie se attive nel settore industriale.

L’edizione di quest’anno del Carbon Emission Survey Report di Boston Consulting Group conferma che meglio un’azienda misura le proprie emissioni, più efficacemente può ridurle: il 64% degli intervistati che misura l’intero ambito delle proprie emissioni e il 45% che le misura parzialmente ha notato una significativa riduzione delle emissioni stesse. In termini di valore monetario, oltre il 70% degli intervistati prevede almeno 1 milione di dollari di benefici annuali dalla riduzione delle emissioni, con il 37% che calcola benefici fino a 100 milioni di dollari o più. Il 54% ha inoltre notato una reputazione migliorata e il 37% ha sottolineato la capacità di attrarre migliori talenti.

Realizzata attraverso l’utilizzo del software di misurazione delle emissioni CO2 AI (sviluppato da BCG) e le interviste a più di 1.600 organizzazioni, ciascuna con 1.000 dipendenti o più e ricavi che vanno da circa 100 milioni di dollari a oltre 10 miliardi in 14 grandi industrie e 18 paesi (responsabili di oltre il 40% delle emissioni globali) la survey sottolinea come misurare le emissioni derivanti dalle operazioni manifatturiere resta ancora uno scoglio da superare per le imprese. Nel 2022 solo il 10% delle aziende ha calcolato le proprie emissioni complessive, solo l’1% in più rispetto al 2021.

  • Perché serve monitorare le emissioni esterne

L’88% degli intervistati considera più importante misurare le emissioni interne, vale a dire quelle direttamente collegate alle attività aziendali, mentre soltanto per il 12% è importante misurare le emissioni esterne, come la mobilità dei dipendenti o dalla catena di fornitura.

Ma sono proprio le emissioni esterne ad avere un impatto maggiore sull’ambiente. A queste, infatti, può essere ricondotto il 92% di tutte le emissioni prodotte da un’azienda – come ha sottolineato il CDC Global Supply Chain Report 2021, realizzato sempre da Bcg.

“I risultati del sondaggio di quest’anno raccontano una storia chiara: è giunto il momento di accelerare urgentemente i progressi in termini di misurazione e riduzione delle emissioni”, ha dichiarato Hubertus Meinecke, Global leader della Climate & Sustainability practice di BCG. “I leader devono dimostrare vere convinzioni e la volontà di guidare i cambiamenti culturali, sia a livello aziendale che governativo, e le organizzazioni devono abbracciare l’adozione degli strumenti digitali e di intelligenza artificiale disponibili per fornire loro la misurazione più accurata e completa”.