Il settore automobilistico ha visto negli ultimi anni un aumento di produzione e vendita di auto a basse emissioni e l’auspicio è quello che per il 2035 il totale delle auto vendute siano elettriche.

Su questa falsa riga, l’8 giugno il Parlamento europeo in plenaria ha confermato il bando alla vendita di auto a benzina, diesel e gpl dal 2035 come parte del pacchetto di riforme “Fit for 55. Da quella data potranno essere venduti in Europa solo veicoli a zero emissioni. Per rendere le auto elettriche la norma.

La risposta di ACEA al Parlamento europeo

L’Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA) nella presa d’atto del voto in plenaria del Parlamento europeo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni per auto e furgoni, ha esortato gli eurodeputati e i ministri dell’UE a considerare tutte le incertezze che il settore deve affrontare, mentre si prepara a una massiccia trasformazione industriale.

Oliver Zipse, Presidente ACEA e CEO di BMW, ha affermato che “data la volatilità e l’incertezza che stiamo vivendo giorno per giorno a livello globale, qualsiasi regolamentazione a lungo termine che vada oltre questo decennio è prematura in questa fase iniziale” e, al contrario “è necessaria una revisione trasparente a metà strada per definire gli obiettivi post-2030″.

Lo stato del settore

Secondo il report EY Electric Vehicle Country Readiness Index, Cina, Svezia e Germania si collocano nella top 3 delle nazioni leader nella svolta elettrica. Tra gli aspiranti a posizioni di leadership invece ci sono Regno Unito, Corea del Sud e USA che vedono nell’ultimo periodo importanti investimenti e impegni anche a opera dei policy makers, che stimolano la crescita della domanda e favoriscono la creazione di un sistema auto sostenibile.

Gli investimenti dell’UE nella ricerca e sviluppo nel settore automobilistico sono diminuiti del 5,2% nel 2020 per raggiungere 58,8 miliardi di euro all’anno. Ma l’Europa rimane il più grande investitore mondiale nell’innovazione nel settore automobilistico, superando il Giappone (32 miliardi di euro), gli Stati Uniti (14,9 miliardi di euro) e la Cina (9,9 miliardi di euro). Si prevede che il Vecchio Continente guiderà i volumi di vendita di veicoli elettrici fino al 2031, mentre per il 2032 avverrà il sorpasso della Cina.

Il mercato italiano e le barriere all’acquisto

Secondo i dati raccolti da Statista, la quota del mercato di auto elettriche immatricolate in Italia ha registrato un trend positivo negli ultimi anni, passando dallo 0,26 per cento nel 2018 al 4,6 per cento nel 2021. Il numero di auto elettriche a batteria vendute è aumentato di sei volte in tre anni.

Tuttavia, la mancanza di infrastrutture di ricarica ha rappresentato un ostacolo per i potenziali acquirenti. Il 60,5 per cento degli intervistati di un sondaggio di Statista ha riferito che uno dei principali punti deboli delle auto elettriche è la difficoltà di trovare una stazione di ricarica. Altri ostacoli alla scelta di un’auto elettrica sono i costi, l’autonomia e le prestazioni. Ma dal 2010, l’autonomia delle batterie dei veicoli elettrici è aumentata in modo significativo, uno sviluppo cruciale che ha aperto il mercato a livello globale.

Al 2030 il fatturato complessivo della filiera allargata della mobilità elettrica in Italia potrebbe arrivare a 98 miliardi di euro con più di 10mila imprese coinvolte. Con i nuovi incentivi governativi per il 2022, il settore delle auto elettriche è destinato a mantenersi sui trend recenti.

Il nodo infrastrutture

Resta necessario investire in infrastrutture. Secondo un’analisi firmata Motus-E, al 31 marzo 2022, in Italia risultavano installati 27,857 punti di ricarica, in 14,311 infrastrutture di ricarica o stazioni e 11,333 location accessibili al pubblico. Negli ultimi tre mesi si è registrato un incremento di 1,833 punti di ricarica, pari ad un +7% nel primo trimestre del 2022. mentre rispetto a marzo 2021 la crescita è del 34%, pari a 7,100 punti di ricarica.

Tuttavia, circa il 12% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali, in quanto non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative. A livello geografico, il 57% circa dei punti di ricarica è distribuito nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro mentre solo il 20% nel Sud e nelle Isole. Lombardia, Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana l’8% coprono il 64% del totale dei punti in Italia.