Secondo il Carbon Disclosure Project le pressioni esercitate dagli acquisti sono più efficaci di quelle degli investitori

Un nuovo report del Carbon Disclosure Project (Cdp) spiega che una coalizione di più di 100 grosse aziende, tra cui Walmart, Target, Kellogg, Dell e The Lego Group, ha ridotto le emissioni congiunte di anidride carbonica delle proprie supply chain di 633 milioni di tonnellate e hanno risparmiato 19,3 miliardi di dollari nel 2018. Emma Cosgrove analizza il report su Supply Chain Dive.

I 115 membri del Cdp rappresentano una spesa in procurement di 3,3mila miliardi di dollari e hanno chiesto a 11.692 fornitori informazioni relative al cambiamento climatico, alla deforestazione e all’uso dell’acqua. Il report è il risultato di 5.600 risposte. Il 43% dei membri ha confermato di interrompere i contratti con fornitori esistenti in base a fattori ambientali e un altro 30% sta prendendo in considerazione questa pratica per il futuro prossimo.

«La lezione tratta dai dieci anni di vita del programma Cdp Supply Chain è che le grandi organizzazioni del settore pubblico e privato possono davvero portare un cambiamento reale usando la loro considerevole spesa di procurement come potente leva d’azione», ha dichiarato Paul Simpson, Chief executive officer del Cdp.

Secondo il Cdp, oggi le aziende hanno generalmente emissioni di anidride carbonica minori di cinque volte rispetto a quelle delle proprie supply chain, perciò se i grandi player vogliono davvero ridurre il proprio impatto ambientale devono estendere la loro influenza. E il procurement può essere fondamentale. Il Cdp lavora per far comprendere che chiedere ai fornitori dati sulla sostenibilità apre un dialogo che può portare alla riduzione delle cause principali di un impatto ambientale negativo. Infatti, i fornitori che riferiscono informazioni sulla sostenibilità hanno ridotto le emissioni di anidride carbonica del 6% lo scorso anno.

La partecipazione al programma del Cdp è in aumento, ma l’abitudine di porsi obiettivi ufficiali sul cambiamento climatico non è ancora così diffusa tra le grandi aziende. Meno della metà dei fornitori ha dichiarato di avere un obiettivo sul clima e solo il 35% ha obiettivi strutturati di riduzione dell’anidride carbonica.

Tuttavia, secondo Sonya Bhonsle, Global head of supply chain del Cdp, è in atto un cambiamento nella spinta alla sostenibilità lungo la supply chain. Una delle maggiori forze che negli ultimi decenni ha incoraggiato le pratiche di business sostenibile è stata la relazione con gli investitori: se questi avevano domande sulle emissioni di CO2 o sull’uso dell’acqua, le aziende dovevano rispondere.

Secondo il Cdp, le preoccupazioni da parte dei buyer sta diventando una forza anche maggiore che spinge le supply chain verso la sostenibilità. «Il numero di aziende che nell’ultimo decennio ha riferito agli acquisti in merito ai cambiamenti climatici, alla deforestazione e alla sicurezza delle acque supera il numero di coloro che riferiscono agli investitori», ha dichiarato Bhonsle nel report.