Un report di Circle Economy invita a rimodellare le supply chain per ridurre il consumo di materie prime

Charlie Hart riporta su Supply Management un report realizzato dal gruppo olandese Circle Economy, che si occupa di accelerare la transizione verso un’economia circolare. Secondo il report, i governi «prendono a malapena in considerazione» misure di economia circolare all’interno delle proprie policy e si può ancora ottenere un ampio margine di riduzione delle emissioni di gas serra applicando i principi di economia circolare del riuso, della rigenerazione e del riciclo.

Secondo il report, vengono immessi nel mercato ogni anno 92.8 miliardi di tonnellate di materiale, inclusi minerali, combustibili fossili, metalli e biomasse. Un numero che è triplicato dal 1970 e, secondo le previsioni, è destinato a raddoppiare entro il 2050.

Solo il 9% di questi materiali viene davvero riusato e, afferma il report, il gap della circolarità non accenna a chiudersi poiché, rispetto all’ultimo report pubblicato un anno fa, si nota un aumento nell’estrazione delle risorse e nell’emissione di gas serra.

Si stima che quasi due terzi (62%) delle emissioni di gas serra globali sono causate dall’estrazione, la lavorazione e la manifattura di beni che soddisfano i bisogni della società, afferma il report, che chiede ai governi di passare da un’economia “prendi-produci-butta” a un’economia circolare, che sfrutti al massimo l’utilizzo dai materiali esistenti, riducendo al contempo la dipendenza da nuove materie prime e minimizzando i rifiuti.

Nel 2016, l’Olanda si è posta l’obiettivo di rendere la propria economia al 50% circolare entro il 2030 e al 100% circolare per il 2050. Tuttavia, secondo il report, la maggior parte dei governi deve ancora comprendere il potenziale dell’economia circolare.Il Ceo di Circle Economy Harald Friedl ha dichiarato che i governi hanno sottovalutato il vasto potenziale dell’economia circolare, focalizzando invece gli sforzi delle politiche per il cambiamento climatico solo sull’energia rinnovabile, l’efficienza energetica e la riduzione della deforestazione. «Le supply chain dovrebbero essere riprogettate all’indietro fino ai pozzi, ai campi, alle miniere e alle cave dove hanno origine le nostre risorse, in modo da consumare meno materie prime. Questo non solo ridurrebbe le emissioni, ma spingerebbe anche la crescita rendendo le economie più efficienti», ha affermato.