Il trilemma dell’energia impegna tutti gli Stati a trovare un bilanciamento il più possibile ottimale ed equilibrato di tre aspetti chiave: la sicurezza nell’approvvigionamento energetico; la sostenibilità ambientale, anche in risposta all’emergenza climatica; e l’equità energetica, ossia la garanzia di accesso della popolazione all’elettricità a un prezzo conveniente.

Il bilanciamento di queste tre voci determina la performance dei vari paesi, che a seconda delle loro necessità investono sull’uno o sull’altro fattore. Nei paesi più sviluppati le politiche considerano la decarbonizzazione del sistema energetico una priorità, mentre nei paesi più poveri o in via di sviluppo la priorità dei governi è garantire l’accesso all’elettricità della popolazione che ne è sprovvista, rinunciando o rinviando l’adozione di sistemi di produzione di energia a minore impatto ambientale.

Il World Energy Trilemma Index

Uno strumento per misurare la combinazione di questi criteri in ogni Stato è il World Energy Trilemma Index del World Energy Council (WEC), una piattaforma globale che ha l’obiettivo di guidare verso “una transizione energetica sicura, economica e inclusiva”.

L’indice classifica i paesi in base alla loro capacità di fornire energia sostenibile attraverso le tre dimensioni descritte sopra (sicurezza energetica, sostenibilità ambientale, ed equità energetica). L’indice analizza la performance complessiva nel raggiungimento di un mix sostenibile di politiche e il grado di equilibrio, con “A” che è il punteggio migliore, e di fatto valuta la sostenibilità delle politiche energetiche nazionali. Ogni anno, il World Energy Council produce un report che analizza a livello continentale e nazionale i tre aspetti del trilemma. Le aree geografiche con i punteggi più alti del 2022 sono il Nord America e l’Europa.

Italia al 20° posto

L’Italia è uno dei più forti performer a livello globale, classificandosi al 20° posto. Come si legge nel country report, un forte punteggio in sostenibilità è supportato da un miglioramento dell’indice nel tempo, trainato dalla crescente generazione di energie rinnovabili, e dalla gestione delle emissioni di gas serra nel contesto della crescita. Quanto all’equità l’indice riflette indicatori di una performance stabile. Sebbene il punteggio di sicurezza dell’Italia sia leggermente inferiore, mostra un miglioramento graduale negli ultimi anni in tutti gli indicatori nonostante il paese paghi la decentralizzazione delle politiche energetiche e la regionalizzazione degli ultimi anni.

Secondo lo studio, tuttavia, per mantenersi in equilibrio in questo “trilemma” e migliorare in termini di sicurezza, equità e sostenibilità, serve che dal pubblico al privato, dai governi alle aziende, tutti i vari fattori (sociali, economici, ambientali, finanziari, tecnologici) entrino in gioco, fino ai comportamenti quotidiani della cittadinanza.

L’Europa e il suo futuro

Come scrive Samantha Gross, direttrice dell’Energy Security and Climate Initiative e Fellow di politica estera al Brookings Institution, nel dossier di fine anno di ISPI, “l’Europa sta attraversando un momento particolarmente difficile in cui il raggiungimento di tutti e tre gli obiettivi di approvvigionamento energetico (energia sostenibile, sicura e conveniente) sembra quasi impossibile”. Tuttavia, continua Gross “un futuro sistema energetico meno dipendente dai combustibili fossili sarà meno soggetto a crisi come quella che stiamo vivendo attualmente”.

Seguendo il ragionamento di Gross, ne consegue che anche in ottica di maggiore sicurezza ed equità (o convenienza), puntare alla sostenibilità ambientale quando si parla di approvvigionamento energetico potrebbe essere la chiave per trovare il giusto equilibrio in questo “trilemma”.