Gisc ha compilato una guida per selezionare fornitori che assumono responsabilmente

L’impact sourcing sta prendendo piede. Più di 50 aziende in tutto il mondo si sono associate nella Global Impact Sourcing Coalition (Gisc) per promuovere l’adozione su larga scala di questa pratica, e ogni anno se ne aggiungono di nuove. L’associazione è gestita da un comitato di membri eletti tra le aziende associate, è finanziata dalla Rockefeller Foundation e ha il supporto dell’organizzazione non profit BSR. Mark Williams, manager presso la Global Impact Sourcing Coalition, ne parla su Procurement Leaders.

L’impact sourcing è una pratica di business in cui un’azienda favorisce i fornitori che assumono intenzionalmente e offrono opportunità di carriera a persone che altrimenti avrebbero scarse prospettive di impiego, come i disoccupati da molto tempo o coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà nazionale.

Questi dipendenti vengono chiamati impact workers, perché attraverso l’assunzione non solo salgono il primo gradino della scala lavorativa che porta all’autosufficienza economica attraverso il reddito, lo sviluppo delle competenze e l’avanzamento di carriera, ma fanno un ulteriore passo avanti investendo nelle proprie famiglie e comunità. Questo è un modo per avere un impatto sociale tramite il procurement.

Quando chiediamo ai rappresentanti delle aziende che effettuano acquisti di descrivere i benefici dell’impact sourcing, spiega Williams, uno dei vantaggi più sentiti è la possibilità di accesso a fornitori con pratiche di assunzione responsabili e competitive sulla qualità, sul servizio e sul prezzo. Inoltre, l’impact sourcing li aiuta a rispondere ai propri obiettivi in materia di integrazione e diversità dei fornitori. Ovviamente tra le motivazioni c’è anche la creazione di un impatto sociale positivo per i lavoratori, le loro famiglie e le loro comunità.

Per rispondere alle domande delle aziende che non sanno come iniziare ad affrontare un progetto di questo genere, Gisc ha creato la Buyers’ Impact Sourcing Guide. La guida offre un orientamento pratico su come sviluppare, implementare e gestire un programma di impact sourcing. Si fonda sulle esperienze, sulle lezioni apprese sul campo e sulle prospettive delle maggiori aziende all’interno di Gisc.

La Buyers’ Impact Sourcing Guide delinea i sei passaggi chiave per sviluppare una strategia e crea collegamenti con le risorse e le best practices che possono aiutare un’azienda a passare dalla consapevolezza ad avere un impatto. Questi passaggi includono:

  1. Sviluppare una strategia di impact sourcing
  2. Identificare e sviluppare opportunità di impact sourcing
  3. Supportare fornitori di servizi che applicano l’impact sourcing
  4. Implementare l’impact sourcing all’interno della propria azienda
  5. Misurare e fare dei report sulle iniziative di impact sourcing
  6. Collaborare con i colleghi e gli altri stakeholder.

Tim Hopper, manager delle iniziative di responsible sourcing in Microsoft, ha dichiarato: «Non appena abbiamo sentito parlare dell’impact sourcing, abbiamo voluto porre più attenzione all’ampliamento del nostro impatto sociale. Abbiamo aiutato a sviluppare la Buyer’s Impact Sourcing Guide, che fondamentalmente espone i passaggi che abbiamo messo in atto quando abbiamo sviluppato l’impact sourcing all’interno della nostra azienda. Speriamo sia una risorsa utile per altre imprese che desiderano essere attente a questo tipo di pratica».

La guida mostra come revisionare l’attuale base fornitori di un’azienda e identificare quelli che potrebbero essere già impegnati nell’offrire possibilità di impiego inclusive. La guida consiglia inoltre alcuni criteri di integrazione, inclusa l’aderenza agli Impact Sourcing Standard negli RFX (Request for x) e nei processi di analisi del mercato. Fornisce anche alcuni esempi di indicatori di performance chiave per misurare lo stadio di avanzamento rispetto a un obiettivo.

A settembre, Gisc ha anche lanciato la prima Impact Sourcing Supplier Directory, che aiuterà i membri dell’associazione a identificare fornitori che dimostrino di essere coinvolti nell’impiego inclusivo, in tutti gli ambiti del procurement.