I top manager mostrano un crescente impegno verso la sostenibilità, con la maggioranza che riconosce l’impatto imminente del cambiamento climatico sulle attività aziendali. Gli investimenti green sono in aumento, con un focus su modelli di business sostenibili e azioni climatiche integrate nelle strategie aziendali. Nonostante le sfide, prevale l’ottimismo riguardo ai benefici futuri delle iniziative per il clima.
Crescita aziendale green e riduzione delle emissioni
Negli ultimi anni, nonostante le sfide legate all’inflazione, alle tensioni geopolitiche e all’incertezza economica, gli investimenti green hanno continuato a crescere. Il 98% dei leader si mostra ottimista riguardo ai benefici potenziali delle azioni climatiche, una percentuale in crescita rispetto all’anno scorso. Inoltre, il 42% dei leader sta trasformando il proprio modello di business per affrontare il cambiamento climatico, mentre il 41% afferma di aver integrato la sostenibilità in tutta l’organizzazione. Questa visione emerge dal CxO Sustainability Report 2024 di Deloitte, che ha intervistato oltre 2.100 top manager globali
Anche le aziende italiane stanno integrando sempre di più la sostenibilità nelle loro strategie, consapevoli che l’azione per il clima non solo non ostacola la creazione di valore, ma anzi la guida. Il 93% dei manager italiani ritiene che la crescita aziendale possa essere compatibile con la riduzione delle emissioni di gas serra. Il cambiamento climatico è una delle principali preoccupazioni per il 44% dei manager italiani, più che in altri Paesi (37% a livello globale), superando persino l’innovazione e le sfide economiche. L’80% dei dirigenti italiani ha aumentato gli investimenti sostenibili rispetto all’anno precedente, evidenziando un forte impegno verso le politiche green. L’attenzione alle risorse, l’adozione di nuove normative ambientali e la pressione della società civile sono alcuni dei principali fattori che spingono le aziende italiane ad accelerare il loro impegno climatico.
L’impatto del cambiamento climatico
Il cambiamento climatico, secondo il 69% dei manager italiani, avrà un impatto significativo sulle loro aziende nei prossimi tre anni, soprattutto attraverso cambiamenti nei modelli di consumo e nelle politiche green nazionali e internazionali. La crescente pressione da parte di investitori, clienti e consumatori spinge le aziende italiane a rafforzare le proprie iniziative ambientali, con benefici che non si limitano alla reputazione, ma includono anche riduzione dei costi, innovazione, resilienza della supply chain e miglioramento delle performance operative.
Nonostante le difficoltà e le sfide legate all’azione climatica, come la misurazione dell’impatto ambientale e le priorità aziendali a breve termine, il 76% dei dirigenti italiani si dichiara ottimista. Il crescente uso di energie rinnovabili, materiali sostenibili e lo sviluppo di nuovi prodotti rispettosi del clima sono tra le azioni più comuni per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Inoltre, gli sforzi per migliorare l’efficienza energetica e la resilienza della supply chain rafforzano ulteriormente l’impegno delle imprese italiane nella transizione green.
Strategie per contrastare i contesti estremi
In Italia, il 45% dei dirigenti ha affrontato direttamente eventi come alluvioni o inondazioni, il 42% ha vissuto situazioni di siccità e il 31% ha sperimentato ondate di caldo estremo. Questi dati mostrano come il cambiamento climatico non sia solo una preoccupazione teorica, ma una realtà tangibile che influisce sull’organizzazione quotidiana delle imprese. L’esperienza diretta di questi eventi estremi ha spinto molti manager a comprendere l’urgenza di adottare misure preventive e di resilienza per proteggere le proprie attività.
Un altro punto rilevante sottolineato nel report è il ruolo centrale degli stakeholder nel guidare le strategie di sostenibilità. Il 76% dei manager italiani conferma che la pressione da parte di investitori, clienti, membri dei consigli di amministrazione e società civile è in continuo aumento. In particolare, gli investitori e gli azionisti, nel 71% dei casi, stanno esercitando un’influenza decisiva sul modo in cui le aziende affrontano le sfide climatiche. Questa pressione esterna porta le imprese a integrare sempre più la sostenibilità non solo come un obiettivo etico, ma come una necessità strategica per mantenere la fiducia del mercato e degli stakeholder.
Il procurement green nella transizione
Nel contesto del procurement, la sostenibilità sta diventando un aspetto cruciale ance per la crescente richiesta di materiali sostenibili e soluzioni efficienti dal punto di vista energetico, che influenza direttamente le strategie di approvvigionamento. Le aziende devono adattare i propri processi di procurement per ridurre l’impatto ambientale, selezionando fornitori che rispettano standard green e integrando criteri di sostenibilità nelle decisioni di acquisto. La gestione della supply chain in chiave sostenibile diventa così un elemento strategico per garantire competitività e conformità alle normative ambientali.
Il procurement può fungere da potente leva per il cambiamento climatico e la sostenibilità aziendale, poiché rappresenta un punto nevralgico per l’intera catena del valore. Attraverso pratiche di approvvigionamento sostenibile, le aziende possono selezionare fornitori che adottano criteri green, riducendo l’impatto ambientale complessivo. Incorporare standard ecologici nei contratti, richiedere certificazioni ambientali e preferire materiali sostenibili sono tutte azioni che il procurement può attuare per promuovere una supply chain più resiliente ed efficiente. Inoltre, investire in innovazione e collaborare con fornitori su soluzioni climaticamente responsabili permette alle imprese di accelerare la transizione verso modelli produttivi più sostenibili, rafforzando al contempo la loro competitività.