Le aziende italiane faticano a ottimizzare la supply chain a causa di una limitata cultura del dato e dell’adozione ridotta di tecnologie avanzate. Solo il 30% utilizza KPI adeguati, mentre molte Pmi trascurano ruoli dedicati alla pianificazione. L’uso dell’intelligenza artificiale potrebbe migliorare l’efficienza e la gestione dei rischi, ma serve un cambio di approccio.
La pianificazione della supply chain e la gestione del dato
Le imprese italiane devono ancora migliorare nella pianificazione della supply chain, nonostante la disponibilità di tecnologie avanzate. Una ricerca del Politecnico di Milano evidenzia la distanza tra le opportunità tecnologiche e la loro applicazione pratica, dovuta a una carenza nella cultura del dato e nella gestione end-to-end dei flussi.
Molte aziende faticano a ottimizzare i processi a causa della complessità gestionale e di una resistenza culturale al cambiamento, con poche che adottano strumenti come l’intelligenza artificiale. Un altro limite è la scarsa misurazione delle performance: oltre la metà delle imprese si concentra su indicatori tecnici, trascurando quelli economici e i segnali deboli. Solo il 30% delle aziende misura un numero adeguato di Kpi, il che compromette la capacità di valutare l’efficacia della supply chain. Inoltre, molte PMI non riconoscono ancora l’importanza di ruoli dedicati alla pianificazione, a differenza delle grandi imprese, dove questi ruoli sono più comuni.
Adozione tecnologica limitata
L’adozione di strumenti digitali avanzati per la gestione della supply chain è limitata. La maggior parte delle aziende continua a utilizzare fogli di calcolo e sistemi tradizionali, anche per la gestione delle scorte e la pianificazione della produzione. Solo una minoranza utilizza strumenti più sofisticati per analisi, simulazione e ottimizzazione, mentre l’identificazione dei rischi è strutturata in meno del 10% delle imprese.
Vicky Kaven, Direttore di The Hackett Group, sottolinea come l’IA generativa stia rivoluzionando la funzione di approvvigionamento, superando i limiti delle tecnologie precedenti. A differenza di strumenti come l’automazione dei processi robotici, l’IA generativa può gestire situazioni complesse e ambigue, offrendo assistenza nell’analisi delle risposte a richieste di informazioni e nella valutazione delle proposte dei fornitori. Questo strumento permette di risparmiare tempo e migliorare l’efficienza, integrando dati provenienti da molteplici sistemi.
Per una transizione di successo
Le applicazioni di intelligenza artificiale generativa si suddividono in soluzioni native, strumenti specifici per il dominio e suite di approvvigionamento. Le soluzioni specifiche per il dominio, che comprendono il linguaggio e le peculiarità del settore, possono apportare un valore significativo ai professionisti degli approvvigionamenti, supportandoli nel prendere decisioni più informate a partire da un dato. Anche se il l’IA generativa non sostituisce i professionisti, permette loro di diventare consulenti più efficaci, aumentando la loro capacità di influenzare la spesa e mitigare i rischi. Per garantire una transizione di successo verso l’integrazione dell’IA generativa, i Cpo devono affrontare miti e aspettative errate, identificare le aree di valore, rivedere la qualità dei dati e promuovere la formazione del team. È essenziale avviare progetti pilota a basso rischio per costruire fiducia e competenza nell’utilizzo di queste tecnologie.
La tecnologia rappresenta un’opportunità per i professionisti di approvvigionamento di aumentare la propria produttività e condividere conoscenze in tutta l’organizzazione. Ma come sottolinea il report Smart & Secure: Why Smart Factories Need to Prioritize Cybersecurity del Capgemini Research Institute la crescente digitalizzazione e interconnessione delle smart factory espone le aziende a nuovi rischi. Il 40% delle organizzazioni intervistate ha subito attacchi informatici, di cui il 73% solo nei 12 mesi precedenti. Questi attacchi possono causare gravi interruzioni nelle operazioni e compromettere la produzione. Per questo, la sicurezza informatica non deve essere considerata solo una spesa o un rischio, ma un motore di trasformazione e innovazione per le fabbriche connesse. Implementare misure di cybersecurity robuste permette di proteggere i dati e le infrastrutture, migliorando l’efficienza operativa e garantendo la resilienza delle aziende in un contesto produttivo sempre più dipendente dalle tecnologie digitali.