Posted On 31 Maggio 2019 By In Innovazione With 1215 Views

Storie di blockchain. Alcuni esempi di tracciamento dal produttore al consumatore

blockchain

Anche se spesso si tratta di progetti pilota, il registro distribuito sta suscitando interesse da parte di diverse aziende

Blockchain è ormai una delle tecnologie più discusse del momento e, se da una parte vengono riposte in essa enormi aspettative circa la risoluzione di molti problemi che riguardano le operazioni lungo la supply chain, dall’altra i progetti di concreta attuazione ancora scarseggiano e spesso non si spingono oltre la fase pilota.

Un ambito nel quale il registro distribuito sta già venendo utilizzato è quello del tracciamento dei beni, sia per garantirne la provenienza che per impedirne la falsificazione. Tra le categorie di prodotti che possono beneficiare di un tracciamento rigoroso e immutabile di tutti i passaggi lungo la catena di fornitura fino al cliente finale c’è il settore dei beni di lusso, più facilmente soggetti a falsificazioni.

Recentemente, il marchio di orologi di lusso Vacheron Constantin, parte di Richemont Group, ha siglato una partnership con Viva Technology per sviluppare un processo di certificazione basato su blockchain. Lo riporta Lucy Patchett su Supply Management, spiegando che la certificazione digitale, per mezzo della quale a ogni oggetto viene assegnato un numero univoco, registrerà i dati relativi allo storico dell’orologio e al costruttore, le informazioni sulla collezione, il valore e l’autenticità del prodotto. Questi dati verranno custoditi su una piattaforma blockchain e seguiranno il prodotto nei suoi passaggi da un proprietario all’altro.

Anche il gruppo Lvmh, possessore di numerosi brand di lusso, ha stretto una partnership con ConsenSys, un’azienda specializzata in blockchain, e Microsoft, insieme alle quali ha creato Aura, una piattaforma pensata per l’intero settore dei beni di lusso basata sulla tecnologia blockchain Ethereum e sull’utilizzo di Microsoft Azure.

I consumatori potranno accedere allo storico del prodotto e alla prova di autenticità, dalle materie prime al punto vendita, fino ai mercati di seconda mano. Diversi marchi del gruppo Lvmh, come Louis Vuitton e Parfums Christian Dior, sono attualmente coinvolti nel progetto e altri stanno discutendo la propria partecipazione, insieme ad altre aziende globali del lusso. Per Louis Vuitton lo sviluppo della piattaforma è il completamento di un programma di tracciabilità, Track & Trace, lanciato più di tre anni fa.

Durante la produzione di un oggetto, ogni prodotto che concorre al manufatto finale viene segnato sul registro distribuito e il cliente può ricevere il certificato Aura con tutti i dettagli sull’autenticità, l’origine del prodotto e dei componenti (incluse informazioni etiche e ambientali), le istruzioni sulla cura del prodotto e i servizi di garanzia e post-vendita.

Anche il settore del Food ci sono nuovi progetti di questo tipo, come quello dell’applicazione di blockchain alla filiera del Grana Padano nell’ambito del progetto ideato da Csqa, ente di certificazione europeo nel settore agroalimentare, ed Euranet, società di consulenza e tecnologie per la compliance. Anche qui, il registro distribuito garantisce trasparenza lungo la filiera attraverso l’immutabilità dei dati, inseriti dall’allevatore al trasportatore del latte, al trasformatore, allo stagionatore e al grattugiatore.

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