L’intelligenza artificiale sta trasformando il nostro mondo in modo pervasivo e il suo utilizzo è ormai all’ordine del giorno nei settori più disparati.

Tecnologie innovative, quali l’IA, il Machine Learning o la blockchain stanno crescendo velocemente e proprio questa velocità presenta allo stato attuale molte opportunità, ma anche alcuni rischi.

Visto il moltiplicarsi di queste tecnologie, gli interrogativi sul futuro sorgono spontanei.

La figura dell’uomo in alcuni settori cesserà di essere indispensabile? Le macchine ci sostituiranno? E nel Procurement? Quali sono gli scenari più prossimi?

In suo articolo Procurious chiarisce la sfera di azione di queste nuove tecnologie, sostenendo che la minaccia rappresentata dai robot sia in qualche modo esagerata.

La realtà è che esiste un forte divario tra i lavori che verranno sostituiti e quelli che invece rimarranno.

In merito, Procurious ha indicato 4 buone ragioni per cui pensare che le macchine “ruberanno” il lavoro all’uomo è sbagliato.

 

  1. La sostituzione del lavoro in genere avviene solo per le attività manuali

I robot non stanno sostituendo completamente i lavori, ma solamente le professioni per lo più manuali o quelle più semplici che certamente non coinvolgono il livello di abilità e competenze richieste all’approvvigionamento e ad un professionista degli acquisti.

Dall’altra parte, se è vero che i robot basati sull’intelligenza artificiale vengono sempre più utilizzati per velocizzare e automatizzare parte della produzione della catena di approvvigionamento e della logistica, è anche vero che questi non potranno mai sostituire l’essere umano in una trattativa con i fornitori.

 

  1. Una buona istruzione garantisce protezione

Ad essere sostituiti è più probabile che siano coloro che non hanno completato l’istruzione e che in genere andrebbero a ricoprire ruoli operai con meno potere decisionale, piuttosto che i lavoratori che occupano posizioni altamente qualificate.

Nel caso di coloro che operano nell’approvvigionamento, un ambito che richiede un livello di istruzione e di competenze personali e professionali, questi avranno molte meno possibilità di vedersi completamente sostituiti.

 

  1. Il lavoro di approvvigionamento è più complesso di quanto si pensi

Con l’avanzare della tecnologia, aumenta anche la quantità di dati e di informazioni disponibili di cui l’approvvigionamento si serve per le sue operazioni. L’IA svolge un ruolo importantissimo nell’elaborazione dei big data e fortunatamente questo non significa che l’IA sostituirà il ruolo degli appalti, al contrario diventerà un aiuto prezioso per gli stessi responsabili.

Osservando le attività del professionista medio dell’approvvigionamento, dalla gestione delle relazioni con i fornitori e la negoziazione, alla gestione degli stakeholder e alla creazione di valore e vantaggio competitivo per l’azienda, sarebbe quasi impossibile automatizzare alcuni o addirittura tutti i suoi ruoli.

 

  1. l’IA può sostenere (e non sostituire) l’uomo nello svolgimento di alcune attività

Anche se non andrà a sostituire la figura umana, sicuramente l’intelligenza artificiale sarà sempre più presente e utilizzata per le operazioni di approvvigionamento. Pensiamo ad esempio, all’esecuzione di controlli automatici sulla conformità dei fornitori, alla raccolta e all’analisi di fasce di dati in profondità nelle catene di approvvigionamento.

In questo senso l’IA ci dà il potere di comprendere e saperne di più, permettendoci di risparmiare tempo, svolgendo meno attività manuali e amministrative.

In conclusione, quindi, più che un sostituto, afferma Procurious, un robot IA diventerà il nostro miglior partner, dandoci la possibilità di aggiungere valore strategico alla professione.