La domanda di litio, nichel, cobalto, manganese e platino per batterie aumenterà rapidamente man mano che l’elettrificazione dei veicoli accelera e le nazioni lavorano per ridurre le emissioni di gas serra entro il 2050.
Questo aumento della domanda creerà anche una serie di problemi economici e della catena di approvvigionamento, secondo una nuova ricerca della Cornell University pubblicata sulla rivista Nature Communications. La questione di dove sono presenti e in quali paesi si lavorano questi materiali non è da poco.
Scenari presenti e futuri
In uno scenario in cui tutti i veicoli fossero elettrici al 2050, la domanda annuale di litio aumenterebbe a livello globale a 2,2 milioni di tonnellate (nel 2010 era di 747 tonnellate).
Inoltre, entro la metà del secolo la domanda di nichel potrebbe eclissare quella di altri metalli critici, poiché il fabbisogno globale varierebbe dai 2 milioni di tonnellate dove il 40% dei veicoli è elettrico, alle 5,2 milioni di tonnellate in uno scenario dove tutti i veicoli sono elettrici.
Anche la domanda annuale di cobalto (da 0,3 a 0,8 milioni di tonnellate) e di manganese (da 0,2 a 0,5 milioni di tonnellate) aumenterà similmente nel 2050, secondo il documento. Attualmente, la Banca mondiale stima che questi metalli e minerali critici siano centralizzati in Cile, Congo, Indonesia, Brasile, Argentina e Sud Africa.
Il dominio cinese sul litio
Australia, Cile, Cina e Argentina producono il 95% del litio. Ma la Cina ne domina la supply chain. Il famoso materiale fondamentale per le batterie è praticamente in gran parte sotto il controllo della Cina, che è molto più avanti quando si tratta di convertire il metallo in materie prime per batterie, come afferma il Financial Times. L’Agenzia internazionale per l’energia stima la quota di capacità di raffinazione globale al 58% per Pechino. Fino a quando strutture simili non saranno operative in Europa, negli Stati Uniti o nella stessa Africa, la Cina sarà inoltre il principale cliente del litio africano.
L’importanza della Cina è evidente anche dal fatto che un’azienda come Tesla ha deciso di costruire una fabbrica a Shanghai per produrre la sua batteria di accumulo di energia su larga scala nota come Megapack e inizierà la produzione nel secondo trimestre del 2024. Con il nuovo impianto, sfrutterà la catena di approvvigionamento delle batterie dominante in Cina per aumentare la produzione dei suoi Megapack e ridurre i costi, nella speranza di soddisfare la crescente domanda globale, scrive il New York Times.
Se si guarda allo sviluppo delle miniere in Africa, esse procedono a un ritmo sostenuto. Ma mentre i funzionari statunitensi ed europei hanno promosso partenariati africani e compilato elenchi di minerali critici, gli investitori cinesi non solo hanno acquistato miniere africane per la produzione, ma hanno costruito raffinerie in Cina per la lavorazione e attirano capitali stranieri.
Come stanno agendo Stati Uniti ed Europa
L’Unione europea sta lavorando per rendere più accessibile l’estrazione e la produzione di materie prime critiche come il litio, il cobalto e la grafite. Nel frattempo, l’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti ha incluso crediti ai produttori di veicoli elettrici che acquistano i materiali per le loro batterie negli Stati Uniti e nei Paesi partner. Questo ha reso necessario per i produttori assicurarsi i fornitori nel paese. Così sta facendo General Motors, con un investimento di 650 milioni di dollari in una miniera di litio statunitense.
Restando agli obiettivi net-zero, la domanda di litio in futuro eccederà la possibilità di approvvigionamento e presto il problema peggiorerà. In questo senso, così come affermano i ricercatori della Cornell University, si presenta la necessità di costruire un’economia circolare se in futuro si dovesse realizzare una catena di approvvigionamento a circuito chiuso. Inoltre, i paesi dovrebbero adottare politiche che diano priorità a progetti alternativi per catodi/anodi e sistemi di celle a combustibile (idrogeno verde) per ridurre la dipendenza dai metalli critici primari, mantenere al contempo gli obiettivi net-zero ed evitare un’eccessiva dipendenza.