Nel 2025, le aziende si troveranno ad affrontare una crescente pressione normativa per garantire la sostenibilità della loro supply chain. Le Direttive UE sulla Due Diligence per la Sostenibilità delle Imprese (CSDDD) e la Direttiva sulla Rendicontazione di Sostenibilità delle Imprese (CSRD) impongono standard severi per monitorare l’impatto ambientale e le emissioni di carbonio. Queste nuove regolamentazioni non impatteranno solo le grandi imprese, ma anche tutta la catena di fornitura, compresi i fornitori di secondo e terzo livello, ponendo sfide significative per le aziende globali.

Un segnale positivo dall’Italia: la crescita delle aziende aderenti all’UN Global Compact

Un segnale positivo per il mondo della sostenibilità arriva dall’Italia: nel 2024, il numero di aziende italiane aderenti all’UN Global Compact Network è cresciuto del 30%, con 141 nuove adesioni. Questo aumento testimonia un impegno sempre più forte da parte delle imprese italiane nel rispettare principi di sostenibilità e responsabilità sociale.

La crescita non riguarda solo le grandi imprese (che ora rappresentano il 47% degli aderenti), ma anche le piccole e medie imprese (PMI), che continuano a costituire la maggioranza con il 53% delle adesioni. Questo equilibrio è fondamentale per affrontare le sfide della supply chain in un’ottica di sostenibilità condivisa.

Questa tendenza si allinea con le nuove normative globali e con la crescente necessità di trasparenza nella catena di fornitura. L’adesione all’UN Global Compact rappresenta un passo significativo per molte aziende nel prepararsi alle sfide della due diligence sulla sostenibilità, contribuendo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030.

Le principali sfide della due diligence sulla sostenibilità nel 2025

Una delle principali sfide che le aziende dovranno affrontare è la mancanza di visibilità nella supply chain. La CSDDD impone alle imprese di monitorare non solo i fornitori diretti, ma anche quelli indiretti, in regioni spesso caratterizzate da scarsa trasparenza. Molte aziende globali non hanno visibilità sui fornitori di secondo e terzo livello, il che limita la loro capacità di monitorare impatti ambientali e diritti umani lungo tutta la catena, esponendole a rischi di sanzioni, danni reputazionali e interruzioni nelle operazioni.

Per risolvere questo problema, molte aziende, come Apple, stanno investendo in soluzioni digitali avanzate come la blockchain, per migliorare la tracciabilità della supply chain e garantire la conformità agli standard ESG (ambientali, sociali e di governance). L’adozione di piattaforme digitali per mappare in tempo reale la catena di fornitura sta diventando una pratica fondamentale per ridurre i rischi di non conformità e migliorare la trasparenza.

Un’altra sfida riguarda la gestione della catena del valore globale. Le differenze normative, culturali e infrastrutturali tra paesi rappresentano un ostacolo significativo per le imprese che operano a livello internazionale. Molti fornitori potrebbero non avere le risorse necessarie per rispettare gli standard ESG. Per esempio, Unilever ha investito 25 milioni di euro per aiutare i propri fornitori a rispettare le normative ambientali e sociali, offrendo formazione e risorse.

 

Strategie per affrontare le sfide della due diligence sulla sostenibilità

Le aziende stanno cercando di affrontare le sfide della due diligence attraverso diverse strategie, con un forte focus sulla digitalizzazione della supply chain. L’utilizzo di tecnologie avanzate come blockchain, intelligenza artificiale e machine learning sta rivoluzionando il modo in cui le aziende monitorano e gestiscono i rischi ESG. Le soluzioni digitali per monitorare la supply chain permettono di migliorare la visibilità e ridurre i rischi di non conformità, creando una maggiore trasparenza in tutta la catena.

Un altro approccio fondamentale è la collaborazione attiva con i fornitori. Le aziende devono investire nella formazione e nel supporto per aiutare i propri fornitori a rispettare gli standard ESG. Unilever, ad esempio, ha supportato circa il 70% dei suoi fornitori nel migliorare la loro conformità agli standard ESG, dimostrando come l’educazione e il supporto possano essere strumenti efficaci per affrontare le difficoltà della due diligence.

Le aziende stanno anche utilizzando strumenti di analisi predittiva per identificare i rischi ESG prima che diventino problematici. Questi strumenti consentono di anticipare le problematiche e affrontarle tempestivamente, migliorando la gestione del rischio lungo tutta la supply chain.

Il futuro della due diligence sulla sostenibilità

Il 2025 rappresenta un punto di svolta per le aziende globali: la conformità alle normative di due diligence sulla sostenibilità non è più una scelta, ma una necessità strategica. Le aziende che sapranno adattare la loro supply chain utilizzando soluzioni digitali avanzate, collaborare attivamente con i fornitori e adottare un approccio basato su dati e analisi predittive non solo garantiranno la conformità alle normative, ma trasformeranno le sfide in opportunità. L’adozione di strategie ESG integrata non solo migliora il ritorno sugli investimenti, ma consente anche alle aziende di posizionarsi come leader responsabili in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità. Prepararsi per il futuro oggi significa non solo garantire la conformità, ma anche ottenere un vantaggio competitivo duraturo.