L’intelligenza artificiale sta trasformando in modo radicale il mondo del lavoro, la produzione industriale e persino la vita quotidiana. Tuttavia, dietro questa rivoluzione tecnologica si nasconde una serie di costi ambientali e sociali che non possono essere ignorati. L’infrastruttura che sostiene l’IA, composta da data center, chip avanzati e complessi sistemi di approvvigionamento delle materie prime, ha un impatto sempre più significativo sulle risorse naturali e sulle comunità locali.

Consumo energetico dei data center

I data center, fondamentali per l’elaborazione e l’archiviazione dei dati necessari all’IA, sono noti per il loro elevato consumo energetico. Secondo un articolo di Wired, nel 2025 l’IA e il cambiamento climatico, due grandi fattori di trasformazione sociale, si scontreranno in modo significativo. L’estate del 2024 ha registrato il giorno più caldo della Terra, coincidente con il mancato raggiungimento degli obiettivi climatici da parte di Microsoft e Google, evidenziando l’impatto ambientale sostanziale dell’IA. L’attuale paradigma dei modelli IA “più grande è meglio” comporta costi ambientali significativi, tra cui un alto consumo di energia, uso estensivo di acqua dolce e metalli delle terre rare per i data center.

Questi centri utilizzano già il 2% dell’elettricità globale, con percentuali che raggiungono un quinto in paesi come l’Irlanda, portando a una moratoria su nuovi data center fino al 2028. Nonostante le affermazioni di energia “carbon-neutral” attraverso crediti rinnovabili, molti data center dipendono ancora da fonti non rinnovabili. I nuovi modelli di IA generativa sono molto più energivori rispetto ai modelli precedenti, eppure i loro costi in termini di carbonio sono spesso non divulgati. La necessità di maggiore trasparenza ha portato a iniziative come il progetto AI Energy Star, che potrebbe promuovere una legislazione per una migliore regolamentazione e consapevolezza dell’impronta ambientale dell’IA entro il 2025.

Emissioni Scope 3 e impatto della catena di approvvigionamento dell’IA

Per le aziende tecnologiche come Google, Microsoft e Meta, le emissioni Scope 3 rappresentano la quota più elevata del loro impatto ambientale. Queste emissioni derivano dall’estrazione delle materie prime, dalla produzione dei semiconduttori e dalla logistica globale necessaria per distribuire i componenti hardware essenziali per l’IA.

L’estrazione di materie prime: un problema etico e ambientale

Lo sviluppo dell’IA dipende dall’uso di materiali rari e preziosi, tra cui litio, cobalto e terre rare, fondamentali per la produzione di semiconduttori e batterie. La loro estrazione, però, comporta costi ambientali elevati.

Il 70% del cobalto mondiale proviene dalla Repubblica Democratica del Congo, dove spesso le condizioni di lavoro nelle miniere sono pericolose e caratterizzate dallo sfruttamento minorile. Il processo di estrazione di queste risorse contribuisce alla deforestazione, all’inquinamento delle acque e a tensioni geopolitiche legate al controllo dei giacimenti minerari.

Anche il riciclaggio dei componenti elettronici è una sfida irrisolta. I dispositivi utilizzati nei data center hanno una durata limitata e, senza adeguati programmi di riutilizzo, finiscono spesso per accumularsi nelle discariche elettroniche, aggravando la crisi globale dei rifiuti tecnologici.

Le disuguaglianze socioeconomiche dell’infrastruttura IA

Non tutte le comunità subiscono allo stesso modo gli effetti della crescita dell’IA. I data center vengono spesso costruiti in aree con terreni a basso costo e regolamentazioni ambientali meno severe, come alcune zone del Midwest degli Stati Uniti o parti dell’Europa orientale. Qui, le popolazioni locali affrontano livelli più elevati di inquinamento atmosferico e idrico, senza ottenere reali benefici economici dalla presenza di queste infrastrutture.

Anche la manodopera impiegata lungo la catena di approvvigionamento dell’IA è esposta a rischi notevoli. Dai minatori del Congo ai lavoratori delle fabbriche di semiconduttori in Asia, molti operano in condizioni precarie, con salari bassi e pochi diritti sindacali. Questo mette in discussione la narrativa secondo cui l’IA favorirebbe un accesso più equo alle opportunità economiche a livello globale.

Sostenibilità e futuro dell’IA

Per mitigare l’impatto ambientale dell’IA, le aziende tecnologiche stanno esplorando diverse soluzioni. Ad esempio, Microsoft ha collaborato con Constellation Energy per riattivare un’unità nucleare a Three Mile Island, in Pennsylvania, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Tuttavia, mentre l’IA continua a crescere, è essenziale che le aziende tecnologiche e i responsabili politici lavorino insieme per garantire che questa crescita sia sostenibile, equa e trasparente, affrontando sia le sfide ambientali che quelle sociali legate alla sua catena di approvvigionamento.